(di Laura Serafini – Il Sole 24 Ore)
Al via le manovre per la seconda tranche: si punta ad ampliare la gamma degli istituzionali. Poste Vita investe 11 miliardi nei fondi di Blackrock, Pimco, Deutsche Bank e Tages
Poste Italiane inizia il conto alla rovescia verso il collocamento della seconda tranche. L’operazione dovrebbe cadere in ottobre, con le stesse modalità dell’Ipo: due settimane di offerta, vendita di titoli sia agli investitori istituzionali che retail, debutto entro i primi di novembre. Per garantire il successo, dopo l’esito più che positivo della quotazione dell’Enav, lo Stato venditore e le banche del consorzio di collocamento dovranno tenere in conto diverse variabili. A partire dalle oscillazione del titolo in Borsa, che a fatica riesce a tornare sul prezzo di collocamento, pari a 6,75 euro (+1,55% ieri a 6,57 euro). Poi c’è lo stacco della bonus share, ovvero i titoli gratis da assegnare ai risparmiatori che hanno tenuto per 12 mesi le azioni comprate in Ipo e che verranno assegnate a fine ottobre. Bisognerà evitare la sovrapposizione della cessione di nuovi titoli ai risparmiatori e l’assegnazione di quelli gratis, per evitare di saturare il mercato.
Per sostenere l’operazione potrebbero essere messe in campo diverse strategie. Da una parte la ricerca di nuovi investitori istituzionali cui cedere parte della seconda tranche, magari anche sollecitando l’offerta su mercati meno esplorati in sede di Ipo. Un’opzione di questo tipo sta facendo riflettere sull’opportunità di ampliare il consorzio di collocamento ingaggiato per l’Ipo. Anche se per ora il Tesoro escludere ipotesi di questo tipo. La seconda strategia potrebbe contemplare un’operazione M&A che la società potrebbe annunciare dopo la pausa estiva: anche qui non c’è alcuna conferma che questo possa accadere. Nei mesi scorsi il board di Poste aveva esaminato l’ipotesi di acquisizione di una quota della Sia: il 43,2% fa capo alla Cdp attraverso Fsi (che ha rilevato nel 2013 quella quota per 200 milioni). L’operazione sarebbe strategica ai fini della costituzione di una piattaforma dei pagamenti digitali sulla quale il business plan della società guidata da Francesco Caio (nella foto) insiste molto. Proprio nei giorni scorsi Sia ha accresciuto ancora il suo campo di azione rilevando da Unicredit le attività di elaborazione dei pagamenti per 500 milioni. Come noto, il controllo di Poste è destinato a passare dal Tesoro alla Cdp (con una quota del 30%) entro la fine dell’anno.
Nel frattempo la società guidata da Caio ha cominciato a diversificare gli investimenti delle riserve tecniche assicurative in strumenti alternativi ai titoli di Stato per aumentare i rendimenti. Poste Vita non ha investito soltanto in Atlante1 e in Atlante2. La notizia ufficiale di quanto iniettato nel primo veicolo emerge dalla semestrale, nella quale si indica la cifra di 260 milioni. Di questi, al 30 giugno, il Fondo aveva «richiamato 155 milioni, di cui 137,1 allocati alla gestione separata PosteValorePiù e 17,9 milioni di euro allocati nel patrimonio libero» di Poste Vita. I residui 100 milioni rimasti in Atlante1, come noto, per circa la metà sono destinati a confluire in Atlante2, dove la società dovrebbe apportare altri 200 milioni. Nel frattempo Poste ha cominciato a investire anche in fondi italiani e internazionali, complessivamente circa 11 miliardi. Anche queste informazione emergono dalla semestrale: 5,7 miliardi sono investiti nel fondo aperto Blackrock Diversified (azioni e corporate bond), 4,1 miliardi nel fondo aperto Mfx global fund (Pimco) che investe su azioni e corporate bond, 493 milioni nel fondo aperto Piano 400 fund di Deutsche Bank, 254 milioni e 189 milioni nei fondi hedge di Tages Capital e Platinum. Tages, come noto, è il fondo creato dall’ex presidente di Edison Umberto Quadrino, l’ex banchiere Panfilo Tarantelli e dal presidente di SocGen Lorenzo Bini Smaghi. Dalla semestrale emerge infine che la Banca d’Italia ha concluso il 18 luglio un’ispezione su Banca del Mezzogiorno Mcc in cui «vengono individuati taluni profili della organizzazione e dell’attività della banca che richiedono interventi correttivi, esprimendo un giudizio parzialmente sfavorevole».