Norges Bank rende l’1,3% nel secondo trimestre e frutta un tesoro al Governo
Norges Bank Investment Management, il ramo della banca centrale norvegese che gestisce il fondo pensione pubblico del Paese – che è il più grande fondo sovrano del mondo per valore, con 890 miliardi di dollari di asset in gestione – ha registrato un rendimento del 1,3% nel secondo trimestre, principalmente a causa del buon andamento dei mercati obbligazionari.
Meno bene l’immobiliare. Il fondo sovrano difatti nel secondo trimestre ha registrato una perdita dell’1,6% sui suoi investimenti nel mercato immobiliare, pari a 20,4 miliardi di dollari. Pesa l’effetto Brexit, che apre a prospettive poco rosee per l’espansione del mattone della city. Per questo il fondo norvegese ha già tagliato del 5% il valore del suo portafoglio immobiliare in Gran Bretagna.
Nel complesso, tuttavia, grazie agli investimenti in bond e azioni, che rappresentano gran parte degli asset, nel secondo trimestre il fondo sovrano ha realizzato un rendimento dell’1,3%, pari a 94 miliardi di corone norvegesi (11,46 miliardi di dollari).
«Dopo un periodo di relativa stabilità dei mercati all’inizio del trimestre – dice Trond Grande, vice ad del fondo sovrano norvegese – la decisione britannica di lasciare l’Unione europea ha innescato un forte calo in Europa. I mercati hanno recuperato abbastanza rapidamente, ma con ampie variazioni tra i settori».
Se nel primo trimestre il fondo sovrano norvegese aveva perso circa 100 milioni di euro al giorno, questa volta ha messo a segno un rendimento positivo del 2,5% sugli investimenti in bond, che sono il 37,4% del portafoglio. «Gli investimenti a reddito fisso – spiega ancora Grande – hanno visto i prezzi salire a causa dei tassi di interesse bassi. A lungo termine, i tassi di interesse bassi però hanno implicazioni negative per i futuri rendimenti del portafoglio obbligazionario».
Le azioni (59,6% del portafoglio) hanno reso lo 0,7%, nonostante un calo generale nel settore finanziario (-2,5%) e nei mercati europei (-3,0%). Con il peggiore risultato sempre in Gran Bretagna (-3,4%), in risposta a Brexit.
Il governo norvegese in ogni caso ha sfruttato il tesoretto prodotto dal fondo sovrano per soddisfare le esigenze di bilancio: nei primi due trimestri i riscatti – i primi due in 26 anni di esistenza del fondo – hanno portato nelle casse del Paese 45 miliardi di corone (oltre 55 miliardi di dollari).