(di Sibilla di Palma – Il Venerdì di Repubblica)
La sharing economy allarga i confini: nascono le polizze di gruppo. Così scendono i costi. E si possono ricevere gratifiche se non si hanno incidenti
La sharing economy arriva nel mondo delle assicurazioni; in Europa prendono sempre più piede le assicurazioni peer to peer, formule sviluppate attorno a internet che consentono a gruppi di amici e conoscenti di abbattere le spese, condividendo responsabilità finanziaria e costo degli incidenti. A inaugurare la nuova via è stata la startup di Berlino Friendsurance, che ora conta circa 75 mila clienti.
Attraverso questa piattaforma (che offre quattro tipi di prodotti assicurativi: hi-tech, personale, casa e auto) è possibile creare online un gruppo di utenti che versa un premio diviso in due quote: una è destinata all’assicurazione standard, l’altra viene versata in un conto unico. Il gruppo degli assicurati si impegna a risarcire direttamente ogni incidente fino a un importo massimo concordato col broker (la cosiddetta franchigia), e la compagnia di assicurazione concede uno sconto sul prezzo della polizza. Ovviamente nel caso in cui il danno superi la franchigia la compagnia copre la differenza. Così, se tutto fila liscio, la compagnia di assicurazioni rimborsa agli assicurati una parte del premio versato. In pratica una gratifica per essersi comportati bene.
Un esperimento simile è in corso anche nel Regno Unito con la startup Guevara. Per entrare a farne parte gli automobilisti devono essere presentati da soci o essere familiari di un aderente oppure avere un profilo di rischio in linea con le caratteristiche del progetto. Ed è made in Uk anche Bought by Many che offre assicurazioni online per casa, salute e animali raggnippando gli utenti tramite informazioni prese dai loro social. Inspeer invece è una startup francese che propone la «mutualizzazione» online della franchigia assicurativa tra amici e parenti. E la «rivoluzione» peer to peer è arrivata anche in Italia, grazie a broker come Axieme e Darwinsurance, senza considerare che molte di startup hanno annunciato piani di espansione internazionale.
Non tutti però sono felici. L’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni ha lanciato l’allarme sul rischio che si sviluppi una shadow insurance, ovvero attività parassicurativa esercitata da soggetti non vigilati che sfuggono alla regolamentazione di settore. Il peer to peer potrebbe però portare vantaggi sia ai consumatori che alle compagnie di assicurazione, visto che premiare il comportamento corretto dell’assicurato potrebbe portare a una riduzione delle frodi e delle spese per i sinistri.