Opinione della Settimana

Navi, la crisi pesa sulle assicurazioni

Assicurazioni - Trasporto marittimo Imc

(di Alberto Quarati – Il Secolo XIX)

I dati dello IUMI 2016 a Genova. Calo a doppia cifra sulla raccolta globale, preoccupa il fallimento di Hanjin. Ma tra i fattori incide anche il dollaro forte

Per quattro giorni Genova, la città che nel Medioevo inventò l’assicurazione marittima moderna, torna protagonista nel settore, grazie alla 142esima assemblea annuale dello Iumi, l’unione internazionale delle assicurazioni marittime, in corso da domenica sino a domani. La kermesse ha portato in città 754 persone in 14 alberghi.

Astrid Seltmann, vicepresidente Iumi con delega alla raccolta dati, evidenzia un quadro critico, perché la volatilità dei fondamentali nell’industria marittima influisce di conseguenza anche nel campo assicurativo.

La raccolta globale delle compagnie nel 2015 è stata di 29,9 miliardi di dollari (-10,5%) costituita per il 52,9% dalle merci e per il 25% dai corpi e influenzata, sottolinea Seltmann, dal dollaro forte che in larga parte ha contribuito a determinare i dati negativi dello scorso anno. Il valore dei premi raccolti in Italia è stato di 300 milioni di dollari.

Le richieste di risarcimento raccolte dai P&I Club sono scese per il quarto anno consecutivo (una quindicina) ma sono aumentate in severità del danno – circa 350 milioni di dollari – a fronte di una raccolta di 3,5 miliardi dollari.

Nei carichi, i premi raccolti complessivamente sono stati 15,8 miliardi (-9,1%) di cui il 13,3% da compagnie inglesi, seguite da cinesi e giapponesi (8,7%). Le italiane coprono il 2,3% del mercato. Anche qui «risulta difficile comprendere l’evoluzione esatta del mercato, che sta ancora digerendo il disastro dell’esplosione di Tianjin e che dovrà affrontare quest’anno il fallimento di Hanjin e la distruzione del satellite Amos 6, oltre al rallentamento della Cina e il basso prezzo del greggio».

Il settore corpi è sceso a 7,5 miliardi (-8,4%) raccolti per il 23,1% in Gran Bretagna, seguita dalla Cina (11,9%). L’Italia pesa per il 3,8% al pari degli Usa. In riduzione le perdite totali, anche se pure in questo campo, avverte Seltmann, pesa l’elemento della volatilità: gli avvenimenti degli ultimi cinque infatti non determinano una tendenza.

Patrizia Kern Fernetti, presidente del comitato dati dello Iumi, sottolinea però come il settore può aspettarsi una moderata crescita, nonostante l’elemento della sovracapacità continuerà a tenere sotto pressione anche i premi assicurativi. «Il contesto economico è difficile e anche nel nostro settore ci si deve confrontare con una forte competizione. Le nuove tecnologie rappresentano una sfida e un’opportunità», dice Lars Lange, segretario generale di Iumi. L’elemento delle nuove tecnologie è stato sottolineato anche da Massimo Garbarino, responsabile settore marine di Generali Italia, come da Angelo Ansaldo, responsabile settore Corpi di Siat, che punta sulla necessità di formare personale in grado di saperle gestire. Stefano Messina, rappresentante per gli armatori, segnala la crescita di Swiss Re e dei Lloyd’s in Italia, «uno stimolo per le nostre due compagnie nazionali a fare bene, evitando il duopolio».

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