La compagnia specializzata nell’assicurazione sanitaria commenta il quadro trattaeggiato nel corso della trasmissione televisiva “Presa Diretta” dello scorso 19 settembre: “Priorità per il Governo e le Regioni tagliare le liste d’attesa non i fondi alla sanità. Tolleranza zero alla corruzione”
Alla luce del quadro tratteggiato nel corso della trasmissione televisiva “Presa Diretta” in onda lo scorso 19 settembre su RAI3, circa l’intreccio “tra liste d’attesa infinite, in larga parte delle Regioni italiane e fenomeni corruttivi, oggetto anche di indagini da parte della magistratura e confermati dal presidente dell’Autorità Anticorruzione”, RBM Assicurazione Salute rilancia la necessità “di introdurre rapide e incisive innovazioni” attraverso il ricorso al secondo pilastro della sanità integrativa.
“È un peccato che uno dei migliori Servizi Sanitari al mondo come quello italiano diventi preda di addetti ai lavori senza scrupoli che lucrano sul dolore e sulle speranze dei cittadini, come è emerso in modo purtroppo chiarissimo nella trasmissione – commenta Marco Vecchietti (nella foto), consigliere delegato di RBM Assicurazione Salute –. Dal nostro osservatorio niente di nuovo rispetto a quanto denunciamo con dati ed evidenze ormai da molti anni: esistono intere aree del nostro Paese, in particolare al Sud, ma non esclusivamente, in cui la sanità viene erogata solo formalmente attraverso il servizio sanitario ma, in realtà i cittadini ne possono fruire solo pagando sottobanco cifre illegali per bypassare le liste d’attesa”.
“Crediamo che il Governo e il Parlamento – prosegue Vecchietti – prendendo spunto da questi dati e da quanto denunciato anche da strutture come il Tribunale del Malato, debbano pensare più che a tagliare ulteriormente le risorse al Fondo sanitario a rivedere le regole del gioco facendo entrare in campo nuovi attori in grado di portare in dote risorse economiche, competenza e rispetto della legalità”.
“Improrogabile – conclude Vecchietti – la convocazione urgente di un tavolo di lavoro per rendere disponibili i 15 miliardi di euro attualmente spesi dagli italiani in sanità privata che, con l’introduzione di un secondo pilastro sanitario aperto a tutti i cittadini, si potrebbero recuperare a supporto delle politiche del Servizio Sanitario Nazionale, portando indirettamente la dotazione del Fondo sanitario nazionale alla cifra record mai raggiunta di 126 miliardi di euro”.
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