Opinione della Settimana

Poste, pochi rischi per gli assicurati

Assicurazioni - Risparmio - Investimenti - Previdenza Imc

(di Federica Pezzatti – Plus24)

Dalle assicurazioni arriva il 73% degli utili del gruppo e la proposta si è orientata finora su prodotti rivalutabili

Il business assicurativo è da tempo – non è un segreto – la gallina dalle uova d’oro del gruppo Poste: pesa per il 73% sui guadagni del gruppo. Ed è noto anche che il gruppo intende continuare ad essere tra i principali player. «La sfida di Poste sarà quella di essere l’artefice di un cambiamento epocale e portare l’Italia ai livelli di copertura assicurativa europei – come spiegano a Plus24 da Poste Vita. L’impegno del gruppo mira a proporre prodotti che sappiano rispondere sempre meglio alle esigenze concrete, anche quotidiane, dei cittadini in termini di sostegno al reddito, assistenza, salute».

Per continuare nella fidelizzazione prosegue con la sua politica orientata alla proposta di prodotti “tranquilli” con garanzia del capitale alla scadenza o all’evento e con la possibilità di una rivalutazione annua del tutto competitiva: la gestione separata Poste Valorepiù ha reso lo scorso anno il 3,61% al lordo del trattenuto pari allo 0,9%. Non male con rendimenti dei BoT scesi sotto zero.

Si tratta di un atteggiamento abbastanza insolito in un momento in cui le compagnie tirano da tempo i remi in barca nella raccolta dei prodotti tradizionali poco indicati nell’epoca di Solvency II a causa delle rilevanti riservazioni che richiedono. Mentre infatti molti gruppi stanno puntando sull’abbinamento polizze di ramo I, rivalutabili appunto, e prodotti di ramo III (unit linked a rischio aperto per il cliente) finora Poste, pur avendo inserito a catalogo anche la tipologia di prodotto multiramo, sta continuando a offrire soprattutto soluzioni rivalutabili che (comprendendo il Fip) pesano ancora per il 96,8% sul totale della raccolta Vita anche nel primo semestre di quest’anno; il ramo III complessivo (unit più quota parte della polizza multiramo imputata solo alla produzione unit) pesa invece solo il 2,9%, con uno stock complessivo pari a circa 309 milioni di euro.

Un trend già tenuto lo scorso anno quando il gruppo si è dedicato pressoché esclusivamente alla commercializzazione di prodotti d’investimento e risparmio di Ramo I e V (prodotti tradizionali con gestione separata) con una raccolta di circa 18 miliardi di euro.

Ma quali saranno le strategie future di Poste Vita? E soprattutto sarà ancora sostenibile la vendita spinta di Ramo I (polizze rivalutabili)? «La compagnia anche grazie agli investimenti degli ultimi anni ha un buon portafoglio che dovrebbe resistere abbastanza a lungo alla inevitabile diluizione dei rendimenti apportata dai nuovi flussi finanziari – spiegano dalla compagnia –. In un momento difficile come l’attuale i prodotti rivalutabili continuano a offrire sicurezza e serenità a tutti i clienti che guardano con favore alle garanzie offerte dalle gestioni separate. Parallelamente la compagnia sta arricchendo la gamma prodotti in modo da permettere ai clienti di diversificare gradualmente il proprio portafoglio anche con prodotti non garantiti che, a fronte di un maggior rischio, hanno attese di rendimento più elevate».

Il gruppo al momento non intende abbandonare le ramo I anche perché, come fanno notare gli osservatori, i prodotti di Poste sono sostenibili avendo un tasso medio netto garantito ponderato non elevato come quello di altre compagnie ma vicino all’1,8% (e in diminuzione). Inoltre le plusvalenze in portafoglio sono ancora rilevanti. «Da tempo la compagnia sta diversificando – spiegano da Poste – l’asset allocation della gestione separata verso asset adatti al nuovo contesto di mercato, puntando ad incrementare in maniera selettiva l’esposizione agli investimenti alternativi, al mercato immobiliare, e soprattutto investendo in strategie multiasset, gestite in maniera da offrire esposizione ad attivi finora non presenti, o rappresentati in maniera marginale nei portafogli, ma con la flessibilità di riorientare le scelte di allocazione in maniera dinamica». Ma nel futuro di Poste non ci sono solo polizze d’investimento ma anche protezione, previdenza e assistenza. «In quanto Poste crediamo sia fondamentale contribuire alla diffusione delle coperture assicurative nelle famiglie e nelle imprese italiane, considerando che il mercato assicurativo italiano è sottoassicurato». E per quanto concerne il debutto nel settore auto il gruppo spiega come l’RC auto non sia una delle priorità del Gruppo, «anche se è uno dei mercati che teniamo sotto attenta osservazione».

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