Opinione della Settimana

Perché in banca traslocano i clienti dai bond a fondi e polizze

Obbligazioni - Emissione obbligazionaria (2) Imc

(di Gianfranco Ursino – Plus24)

Le obbligazioni bancarie sono attualmente una merce rara allo sportello. I titoli di nuova emissione sono ormai ridotti al lumicino. Importi in emissione sempre più contenuti, che solo in parte hanno rimpiazzato i titoli giunti a scadenza. Ma lo stock di bond bancari nei portafogli delle famiglie italiane rimane ancora consistente: a fine marzo scorso ammontava a circa 200 miliardi di euro (sui complessivi 560 miliardi in circolazione), pari al 5% della ricchezza finanziaria detenuta dalle famiglie. Una percentuale comunque dimezzata rispetto al valore massimo dell’11% raggiunto a fine 2011. Fluttuazioni che riflettono l’entrata in vigore del bail-in, la modifica del trattamento fiscale dei titoli (a metà 2014 l’aliquota di tassazione dei bond bancari è salita al 26%, introducendo un vantaggio fiscale per i titoli pubblici) e, soprattutto, il cambiamento delle politiche commerciali delle banche, dettato dalle minori esigenze di raccolta e dalla necessità di incrementare la redditività con le commissioni legate al collocamento di altri strumenti finanziari: fondi comuni, prodotti assicurativi e fondi pensione. A evidenziarlo è un quaderno di ricerca pubblicato in settimana da Banca d’Italia che analizza la dinamica e le caratteristiche delle emissioni bancarie detenute dalle famiglie: viene sottolineato anche che circa il 40% dei titoli bancari detenuti a maggio 2016 scadrà entro il 2017; il 90% entro il 2020. E in assenza di nuovi acquisti, la loro quota scenderebbe a meno dell’1% della ricchezza finanziaria del settore. Un crollo che spingerà ancor di più le famiglie verso il risparmio gestito. Tuttavia nonostante la recente caduta, nel confronto internazionale le banche italiane continuano a essere tra quelle maggiormente dipendenti dal funding obbligazionario. Nei principali sistemi bancari dell’area dell’euro a fine maggio solo in Austria e nei Paesi Bassi si osservava un peso più alto della raccolta in titoli.

Il lavoro dei ricercatori di Banca d’Italia presenta anche una stima del rendimento lordo a scadenza delle obbligazioni bancarie sottoscritte all’emissione. In termini assoluti dopo l’aumento osservato durante la crisi dei debiti sovrani, il rendimento lordo delle obbligazioni bancarie sottoscritte all’emissione dalle famiglie è tornato sui livelli degli anni precedenti il 2011. In particolare il differenziale di rendimento rispetto ai Btp a cinque anni, prevalentemente negativo tra il 2009 e il 2012, è ancora oggi positivo dalla fine del 2013. Ma il gioco non vale la candela, né per le banche né per i risparmiatori.

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