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Professionisti, si arresta la caduta dei redditi

Calcolo - Professionisti Imc

Presentato il VI rapporto AdEPP sulle libere professioni e sulla previdenza privata. Negli ultimi dieci anni gli iscritti sono aumentati del 21,59% a quasi 1.500.000, ma si registra un calo tendenziale dei nuovi ingressi. Nel 2015 gli enti hanno raccolto più di 9 miliardi di Euro di oneri contributivi, erogando prestazioni per oltre 5,9 miliardi. Si arresta il decremento dei redditi, anche se il calo rispetto al 2005 supera il 18%

AdEPP (Associazione degli enti previdenziali privati) ha presentato nella giornata di ieri, mercoledì 14 dicembre, il VI rapporto sulla previdenza privata italiana, curato dal Centro Studi dell’Associazione.

Iscritti

Gli iscritti attivi alle casse di previdenza AdEPP sono circa 1.490.000. Il numero degli iscritti aumenta del 1,31% dal 2014 e del 21,6% dal 2005. Sempre negli ultimi undici anni, gli iscritti pensionati crescono del 48,22%.

Le casse di previdenza in totale erogano circa 465mila prestazioni. Continua il trend di invecchiamento degli iscritti, con l’età media cche passa dai 44 anni del 2005 ai 48 anni del 2015.

Diminuiscono i nuovi ingressi, passando dai 63mila nuovi iscritti nel 2005 ai 53mila del 2015. Nel 2005 circa il 27% dei nuovi iscritti aveva meno di 30 anni, nel 2015 si è passati al 34%; la proporzione è inversa per i nuovi iscritti di età compresa tra i 30 ed i 40 anni, per i quali si è passati da una percentuale sul totale circa uguale al 50% nel 2005 a circa il 40% nel 2015. Nonostante ciò l’età media dei nuovi iscritti è rimasta pressoché costante essendo aumentate le proporzioni per le età più avanzate.

Diminuisce, sempre nel periodo 2005-2015, la differenza proporzionale tra uomini e donne. Si è passati da un 70% uomini – 30% donne ad un 65/35.

“È la fotografia di un Paese sempre più diversamente giovane – ha dichiarato il presidente AdEPP, Alberto Oliveti. Dai nostri dati vediamo che il numero dei professionisti aumenta non per via dei nuovi ingressi, che infatti sono diminuiti, ma per la permanenza al lavoro dei più anziani. È positivo invece il dato sulle donne professioniste la cui percentuale aumenta anche se lentamente”.

Contributi e prestazioni

Nel 2015 gli Enti Previdenziali hanno raccolto più di 9 miliardi di Euro di oneri contributivi, totalizzando un incremento rispetto al 2014 di circa il 2%. L’ammontare totale delle prestazioni erogate nel 2015 dalle Casse appartenenti all’Adepp è superiore ai 5,9 miliardi, con un incremento annuale complessivo del 4,6%.

“Il rapporto positivo contributi/prestazioni è un indice di tenuta previdenziale – ha sottolineato il presidente Adepp –. Nonostante i due parametri si stiano avvicinando va comunque sottolineato che la distanza è ancora di garanzia”.

Redditi

Per i profesionisti iscritti all’AdEPP, continua ad osservarsi una flessione dei redditi, per quanto il decremento 2014-2015 – in termini nominali – sia più contenuto e prossimo allo zero (-0,3%) rispetto al trend riscontrato nel periodo 2005-2015 (l’Associazione evidenzia come la variazione media annua tra il 2010 – primi impatti della attuale crisi – ed il 2015 sia di circa il 2%). Nonostante il dato riferito al 2015 sia ancora una stima del reddito effettivamente dichiarato, segnalano i curatori dello studio, la variazione percentuale registrata tra il 2014 e il 2015 può essere letta come un primo segnale di una progressiva uscita dalla crisi, che ha però avuto “effetti devastanti” sulle diverse categorie di iscritti.

Il decremento 2005-2015 in termini reali è infatti molto rilevante (-18,04%) e per poter tornare agli stessi livelli di benessere del 2010 (anno che, rimarca il Centro Studi AdEPP, coincide con l’anno di inizio della crisi del settore professionale), “è necessario un percorso di ripresa costante e duraturo”. Il Centro Studi dell’Associazione ha calcolato come, sempre prendendo a riferimento i redditi nominali, e ponendo come ipotesi una crescita annua pari all’1%, sarebbero necessari circa nove anni per poter riassorbire gli effetti della crisi*. La stima di crescita utilizzata per poter proiettare i redditi (pari all’1%) appare coerente con le stime attualmente disponibili relative alle previsioni di crescita media del PIL per il 2017 e il 2018.

Se si escludono dal collettivo gli iscritti all’ENPAM gli effetti della crisi sono tuttavia molto più accentuati. Tra il 2005 e il 2015 si perde in termini nominali circa l’11,4% e in termini reali circa il 25,83%. L’area della Rete delle professioni tecniche, infatti, perde tra il 2005 e il 2010 in termini nominali circa il 9,4%, l’area giuridica perde il 25,4%, l’area sanitaria incrementa del 25,4% (per il peso molto rilevante degli iscritti liberi professionisti dell’ENPAM) e, infine, l’area economico sociale perde solo lo 0,3%.

“Si è quasi fermato il calo dei redditi – ha continuato Oliveti –. Vi è però diversità anche sostanziale tra categorie e categorie, restano sempre evidenti i gap di genere, generazionali e geografici”.

Effetti della maternità

Il Centro studi AdEPP ha inoltre condotto un’indagine su 85.000 donne professioniste che nel periodo 2005-2015 hanno avuto almeno un figlio e quindi usufruito del contributo di maternità.

Dall’analisi emerge che dopo la maternità il 65% delle mamme ha perso il proprio reddito o lo ha avuto fortemente ridotto. Nel dettaglio, il 15% delle donne è uscita temporaneamente o definitivamente dal mondo professionale; il restante 50% ha avuto invece un decremento medio del reddito del 40%. (Questo calo, segnala il Centro studi dell’Associazione, è in realtà anche maggiore in termini reali poiché è stato calcolata al netto del decremento di reddito registrato dall’intera platea a causa della crisi).

“Fa male leggere che due terzi delle donne, dopo aver avuto un figlio, non recuperano il reddito professionale che avevano – ha commentato il presidente AdEPP – e una su sette l’azzera”.

Welfare

Il totale delle prestazioni di welfare al 2015 è pari a circa 520 milioni di Euro (circa l’8% delle prestazioni previdenziali erogate). Continuano a crescere le indennità di maternità e le prestazioni a sostegno degli iscritti mentre decrescono le prestazioni a sostegno della professione. Crollano i prestiti agevolati e i mutui messi a disposizione dagli Enti di previdenza, anche per via dei bassi tassi di interesse del mercato.

Aumentano considerevolmente gli ammortizzatori sociali. Questa prestazione, sottolinea AdEPP, riveste un ruolo fondamentale per il settore dei giornalisti. Infatti, la voce include esclusivamente le prestazioni erogate dall’INPGI (assicurazione generale obbligatoria), Ente “che gestisce unitariamente, in regime sostitutivo e con regolamentazione autonoma, tutte le forme assicurative obbligatorie di previdenza ed assistenza a favore dei giornalisti professionisti e dei familiari aventi diritto, ivi incluse le prestazioni relative al trattamento in caso di disoccupazione involontaria e indennità cassa integrazione e mobilità contratti di solidarietà”.

I premi pagati per polizze sanitarie rimangono costanti sin dal 2011. Nonostante l’eterogeneità delle prestazioni offerte, la maggior parte delle polizze considerate riguardano la copertura delle spese sanitarie collegate ai “Grandi interventi chirurgici e i gravi eventi morbosi”. Il Centro sudi AdEPP evidenzia che, all’interno della voce considerata, sono presenti anche polizze Long Term Care (LTC). Queste ultime sono polizze assicurative collegate a problemi di non autosufficienza che scattano nel momento in cui l’iscritto dovesse perdere la propria capacità a svolgere autonomamente le attività elementari della vita quotidiana, relative a  mobilità, alimentazione e igiene personale.

Tassazione

Nel 2015 gli enti aderenti all’AdEPP hanno pagato 545 milioni di  Euro di tasse.

“Destiniamo al welfare la stessa somma che lo Stato ci prende in tasse secondo modalità che non ha equivalenti con gli altri nostri competitor europei – ha rilanciato Oliveti –. Mezzo miliardo che potremmo destinare ai giovani nel rispetto della nostra vocazione solidale”.

Intermedia Channel


* Per una questione di comparabilità, la stima in questione dovrebbe essere condotta sul reddito medio AdEPP depurato dagli effetti derivanti dall’ingresso nel collettivo (nel 2013) degli avvocati precedentemente iscritti obbligatoriamente alla Gestione Separata dell’INPS. Non stato possibile depurare la serie storica dei redditi medi dagli effetti di cui sopra

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