(di Cristina Casadei – Il Sole 24 Ore)
Siglato l’accordo con i sindacati. 174 adesioni al piano di incentivi per la risoluzione consensuale. Entro marzo 2017 saranno individuati i criteri per il premio
Direct Line, la compagnia di assicurazione diretta, che lo scorso giugno aveva annunciato oltre 200 esuberi, riparte da un maxi-accordo con il sindacato che risolve le tensioni occupazionali, la fungibilità e la flessibilità. E rinnova l’integrativo disdettato. Infine stabilisce che entro marzo del 2017 saranno individuati i criteri per il premio di produzione e i criteri di distribuzione del nuovo schema provvigionale. L’accordo porta la firma di Fisac-Cgil, First-Cisl e Fna. Non ha firmato la Uilca. I lavoratori lo hanno approvato (301 i sì, 248 i no), ma i numeri fanno capire che la strada da cui dovrà passare il nuovo modello organizzativo è in salita. La Human resources & organization director, Rosalia Antonucci, ne è consapevole ma spiega che gli accordi «forniscono gli strumenti che ci consentono di implementare il nostro modello operativo e di essere competitivi sul mercato». Se ci sono gli strumenti per dare seguito ai nuovi progetti, adesso bisogna coinvolgere tutti. «Gli accordi portano a un cambiamento culturale importante ed è stato previsto un percorso formativo ad hoc. Ci avvicineremo al nuovo modello operativo per gradi, con l’obiettivo di arrivare alla fungibilità totale verso la metà del 2017».
Nel merito, iniziando dall’aspetto meno facile da comunicare, va detto che l’azienda, dopo aver invocato l’articolo 16 del ccnl e dopo il fallimento della procedura con i sindacati, ha avviato unilateralmente un piano di incentivazione economica per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Antonucci spiega che «ad aderire al piano sono stati in 174. Consistenti gli incentivi che andavano da un minimo di 2 annualità, oltre ad altre mensilità legate ai carichi familiari e all’anzianità aziendale. In media l’incentivo è stato di 36 mensilità, ma ci sono stati picchi di 48». Insieme alle uscite, le parti hanno raggiunto un accordo sulla «fungibilità totale delle strutture di contact center tra assistenza, vendita e sinistri, con fungibilità parziale sul back office per i terzi e quarti livelli amministrativi, e sulla flessibilità. In futuro tutto il personale del contact center lavorerà su turni. L’accordo – continua Antonucci – definisce lo schema retributivo a fronte dell’attivazione della fungibilità e introduce anche l’outbound». Tra le voci più importanti dell’integrativo, legato all’accordo su fungibilità e flessibilità, dice Antonucci, ci sono «il riconoscimento di un’indennità giornaliera per la turnistica non prevista dal ccnl, la conferma del valore del ticket restaurant di 8 euro rispetto ai 3,80 del ccnl, il riconoscimento di 92 ore di permessi in più a testa rispetto al ccnl, la polizza sanitaria pari al contributo medio del 5% della retribuzione contro lo 0,50% del ccnl, la polizza infortuni riconosciuta a tutti non prevista dal ccnl, la previdenza integrativa con un contributo significativamente maggiore rispetto al ccnl».