(di Claudia Cervini – QN)
Luigi Viganotti (nella foto), che cosa ne pensa delle assicurazioni in condivisione?
«Io sono per la valutazione del singolo rischio», spiega il presidente dell’Acb (Associazione di Categoria Brokers di Assicurazioni e Riassicurazioni). «Le esigenze dei clienti non sono tutte uguali per questo è difficile applicare polizze standard: ogni casa è diversa, per non parlare di chi deve scegliere formule adatte per la pensione. Sono per il dialogo faccia a faccia e per la scelta di una soluzione su misura».
Assicurarsi in gruppo però costa meno per i clienti. E il risparmio non è un tema da sottovalutare al giorno d’oggi.
«Non mi fraintenda. Il cliente deve poter spendere meno, ma senza ridurre garanzie e coperture. Consiglierei quindi di fare il percorso inverso: cercare prima la copertura adatta alle singole esigenze. Poi individuare la polizza che offre le stesse garanzie al minor costo. Non ha senso risparmiare 50 o 100 euro l’anno se poi subisco un danno da 10mila euro e non sono coperto».
Ed è possibile?
«Pochi sanno che in molte polizze, parlo senza un riferimento specifico a quelle condivise, si è assicurati solo sul suolo pubblico e non nelle aree private. Questo è un problema».
Per lei questi nuovi operatori sono anche dei competitor…
«Ad oggi non direi. Le stesse compagnie online hanno una quota di mercato stabile da qualche tempo e non ci aspettiamo un’impennata. E, soprattutto, basta lavorare con professionalità per difendersi. La domanda è: il fenomeno peer to peer quanto durerà?».
Queste nuove imprese hanno però sdoganato formule intelligenti come ricompensare economicamente i clienti virtuosi. Ne trarrete ispirazione?
«Sì, può essere un buon modo per premiare i virtuosi, coloro che non hanno danni e che non se ne approfittano. In alcune aree dell’industria il meccanismo esiste già, ma può essere intelligentemente esportato».