Opinione della Settimana

Intesa, i soci di Generali pronti a valutare l’offerta

Generali - Facciata sede Trieste Imc

(di Marco Ferrando e Laura Galvagni – Il Sole 24 Ore)

Ca’ de Sass a giorni scioglierà le riserve, cresce l’attenzione tra gli azionisti del Leone. Determinante il ruolo degli istituzionali. Ieri nessun cenno nel board di Intesa: possibile un’altra riunione prima di venerdì. L’operazione trova il plauso dell’Handelsblatt. Critica Moody’s, rating a rischio per Trieste

Intesa Sanpaolo non ha ancora deciso se farsi avanti su Generali, ma potrebbe sciogliere le riserve a breve. E in queste ore tra i soci storici del Leone cresce l’interesse per la proposta. Cioè la logica industriale, così come il prezzo. Questione evocata anche da Carlo Messina giovedì sera, e che rimarrebbe il principale tassello al centro degli approfondimenti da parte del team di Ca’ de Sass. Sta di fatto che nella platea degli azionisti di Trieste c’è molta attenzione intorno alla soglia dei 17 euro, oltre la quale in molti – istituzionali in testa – sembrano propensi a drizzare le antenne e valutare seriamente l’adesione.

Che si arrivi o meno a una proposta, da Intesa Sanpaolo si lascia intendere che i tempi non saranno brevissimi. Ribadendo nei fatti il messaggio del ceo. Ma è anche vero che il dossier non può restare aperto all’infinito e così c’è chi ritiene il week-end che si apre oggi come decisivo per il destino del possibile asse Intesa Sanpaolo-Generali. La banca, che ieri ha riunito il consiglio per l’approvazione del budget 2017, durante il board non ha fatto cenno alla questione. Rumor, non confermati, davano per possibile però un’altra riunione straordinaria prima di quella già convocata venerdì per i conti, nel caso in cui si materializzasse un’accelerazione.

Forse domani, anche se ieri sera non risultava convocata (ma nel caso c’è tempo fino a oggi).

Non è detto. Di certo, decisivo sarà il lavoro di “intelligence” dell’istituto, evidentemente impegnato a capire quali possano essere le reazioni del mercato e dei soci a una possibile offerta sul Leone. La sensazione, come riferito da un azionista storico, è che nessuno al momento intenda condurre una battaglia di posizione. Piuttosto, come si diceva, si attende che vengano svelate le carte per comprendere se i termini della proposta possano essere o meno graditi, soprattutto dal punto di vista della valutazione dell’asset e se il progetto corrisponda realmente a un piano industriale che possa dare nuovo smalto al Leone di Trieste, senza sacrificarne pezzi privilegiati in nome di un principio di difesa dell’italianità che poi non verrebbe rispettato con lo spezzatino della compagnia.

La percezione, in ogni caso, è che la mossa di Intesa Sanpaolo abbia in qualche modo scoperchiato il vaso di pandora e che ora, a prescindere dal fatto che vada in porto o meno l’idea di Ca’ de Sass, Generali sia più vulnerabile che in passato. E, sulla carta, la società ha un’unica mossa a disposizione per difendersi: cercare essa stessa un’operazione straordinaria che possa rafforzarne la taglia al punto da rendere impervia ogni scalata, italiana o estera. Per farlo la compagnia dovrebbe però muoversi in tempi stretti, il target dovrebbe dunque già essere stato individuato e il supporto degli azionisti garantito. Difficile che tutto ciò possa accadere nei prossimi giorni sebbene il consiglio della compagnia si sia espresso in maniera unanime per imprimere un colpo d’acceleratore alla realizzazione del piano.

Sullo sfondo, peraltro, resta sempre l’ipotesi che Intesa Sanpaolo, in nome di quelle «combinazioni industriali» dichiarate nel comunicato che ha confermato l’interesse per le Generali, cerchi un dialogo con il Leone per verificare l’opportunità di individuare uno schema operativo condiviso. Si vedrà. Di certo, che la partita sia chiave per Intesa Sanpaolo si può dedurre anche da un paio di numeri che danno l’idea di quanto sia rilevante il contributo di asset management e assicurazioni al risultato della banca. Le polizze, per esempio, oltre a garantire oltre 900 milioni di profitti ante imposte girano alla casa madre ogni anno più o meno 600 milioni di commissioni mentre la gestione del risparmio vale circa 600 milioni di profitti prima delle tasse ma ben 1,2 miliardi di commissioni. Si tratta dunque di due aree chiave il cui sviluppo è evidentemente un tassello cruciale per il futuro della redditività di Ca’ de Sass.

Intanto il clima di “tregua armata” tra gli schieramenti, ha contribuito a raffreddare la speculazione in Borsa, con il titolo di Ca’ de Sass che ieri ha rifiatato (+0,8%), dopo aver perso il quasi il 10% nelle quattro sedute precedenti, mentre su Generali (-1,47%) e Mediobanca (-1,23%) è arrivata qualche presa di beneficio. Moody’s ha rilevato che un’acquisizione da parte di Intesa, che invece ha raccolto il plauso non scontato di Handelsblatt, «avrebbe un impatto negativo» sul rating delle Generali «in quanto la combinazione con le attività assicurative di Intesa, molto più domestiche, diluirebbe la significativa diversificazione geografica» del Leone.

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