Grazie al sostegno della compagnia assicurativa di San Gallo, il Museo Kirchner di Davos ed i Kunstmuseum di Lucerna e Berna hanno potuto iniziare a digitalizzare parte delle proprie collezioni. A digitalizzazione conclusa, ciascun museo organizzerà una mostra per esporre le proprie collezioni «in formato elettronico»
Finanziando la digitalizzazione di alcune opere del Museo Kirchner di Davos (nella foto, una parte della collezione) e dei Kunstmuseum di Lucerna e di Berna, Helvetia Assicurazioni intende sottolineare “non solo l’importanza di conservare e divulgare al meglio l’operato degli artisti, ma anche lo stretto legame che unisce questo mondo” alla propria attività nel campo delle assicurazioni di opere d’arte. «A ben guardare, l’obiettivo di questo tipo di assicurazioni – spiega Philipp Gmür, CEO di Helvetia – non è altro che la preservazione dell’arte per le generazioni future. Oltre a garantire l’immortalità delle opere, i progetti di digitalizzazione avviati offrono ai musei nuove possibilità di esposizione».
La digitalizzazione – scrive il gruppo assicurativo di San Gallo in una nota – “consentirà di ammirare le opere in ogni loro dettaglio grazie a schermi tattili ad alta definizione che ne mostreranno una riproduzione fedele. Questo permetterà di rendere l’arte più accessibile al vasto pubblico, di dare agli allestimenti dimensioni inedite e di ampliare il margine di manovra dei musei per quanto riguarda la presentazione e la divulgazione delle proprie collezioni, come dimostreranno le tre esposizioni che saranno organizzate al termine dei progetti di digitalizzazione”.
Con il sostegno di Helvetia, il Museo Kirchner di Davos potrà digitalizzare oltre 160 quaderni contenenti circa 11.000 schizzi di Ernst Ludwig Kirchner. Questi documenti cartacei – “di particolare importanza in quanto testimoni degli inizi dell’attività figurativa dell’artista” – sono molto fragili, per questo finora se ne potevano ammirare solo le pagine aperte, esposte sotto vetro. «Il progetto di digitalizzazione – afferma Thorsten Sadowsky, direttore del museo – permetterà di sfogliare e ingrandire i quaderni elettronici tramite schermo tattile. E non solo: le opere potranno essere rese accessibili ai ricercatori e al pubblico interessato all’arte, rendendo così anche il museo stesso un’istituzione più accessibile, in grado di invitare il pubblico alla partecipazione e alla condivisione».
Il Kunstmuseum Luzern – prosegue la nota – possiede numerosi video di artisti realizzati fra gli anni ‘60 e ‘70. La loro proiezione “comporta tuttavia diversi problemi: utilizzare le moderne apparecchiature è impossibile visto il divario tecnologico troppo ampio. E ripiegare sui dispositivi ancora compatibili ha lo svantaggio di non soddisfare più gli standard attuali”. Dopo averne valutato lo stato di conservazione due anni fa e aver fatto il punto della situazione, si è deciso di procedere alla loro digitalizzazione. «Il sostegno di Helvetia – precisa Fanni Fetzer, direttrice del Kunstmuseum Luzern – ci consente di preservare le opere di quell’epoca e di approfondire le ricerche sulla loro origine e sulla loro presentazione, coinvolgendo per quest’ultimo aspetto gli artisti ancora in vita».
Il Kunstmuseum di Berna – precisa ancora Helvetia – conta 347 opere di Meret Oppenheim. La sua collezione “rispecchia la poliedrica produzione di questa artista che amava sbizzarrirsi con varie tecniche di pittura, disegno e stampa e sperimentare inconsuete combinazioni di materiali”. Ed è proprio questa sua propensione a giocare con i materiali a rendere le sue opere così fragili. “Esse vanno quindi trattate con la massima cautela”, sia in fase espositiva sia per quanto riguarda la conservazione. «Grazie al sostegno di Helvetia – dichiara Nina Zimmer, direttrice del Kunstmuseum di Berna – potremo impiegare le più avanzate tecnologie di scansione per registrare lo stato attuale delle opere, traendone poi preziose informazioni». L’altissima risoluzione “consentirà infatti di riprodurre fedelmente e con la massima qualità le varie componenti cromatiche e la struttura della superficie, come le pieghe o gli strappi nella carta”.
Helvetia – conclude la nota – “non si limita ad assicurare l’arte, ma si impegna su vari fronti per sostenere l’arte e tutti coloro che la creano”. Con il suo Art Foyer presso la sede principale di Basilea, dal 2015 il gruppo assicurativo dispone inoltre di un proprio spazio espositivo aperto al pubblico, che ospita regolarmente mostre a tema – comprendenti opere della propria collezione – o esposizioni personali di artisti. Oltre a ciò, Helvetia attribuisce annualmente un premio per promuovere nuovi talenti agli esordi della loro carriera artistica. I progetti di digitalizzazione avviati in collaborazione con il Museo Kirchner di Davos e i musei di Lucerna e Berna vanno quindi ad aggiungersi “all’impegno finora assunto dal gruppo assicurativo” e si riallacciano ai progetti di restaurazione e conservazione condotti da Helvetia – e in precedenza da Nationale Suisse – con istituzioni quali la Fondazione Beyeler, il Kunsthaus di Zurigo e il Kunstmuseum Luzern.
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