Medical malpractice, il tasso di rischio di sinistri è pari a 1,23 ogni 1.000 ricoveri. Gli errori chirurgici sono i più frequenti (34,5% del totale), gli errori da parto fra i più rilevanti dal punto di vista economico
Secondo le stime dell’ottava edizione del report MedMal Claims di Marsh – che ha analizzato 13.700 sinistri nella sanità pubblica italiana nel periodo 2004-2015 su un campione di 55 strutture – è costo medio, sinistro, risarcimento danni, di 1,3 miliardi di Euro il costo dei sinistri relativi alla sanità pubblica dal 2004 al 2015 sul campione di riferimento (1,4 miliardi nella precedente edizione).
Aumenta invece sensibilmente il costo medio per sinistro, passato dai 90.000 Euro registrati nella precedente edizione del report ai 97.000 Euro dell’ultima rilevazione. Una cifra che, segnalano i curatori del rapporto, considera il valore delle somme effettivamente versate, ma anche di quelle stanziate, per far fronte a casi di medmal che potrebbero manifestarsi ed essere rese note al paziente dopo molti anni dall’evento – e quindi avere importanti code nelle richieste di risarcimento danni anche oltre i 10 anni – come le infezioni (e in particolare alcuni eventi compresi in tale categoria, come le contaminazioni da HBV, HCV e HIV).
Sul costo complessivo dei sinistri (51%) pesano soprattutto quelli definiti top claim, vale a dire i sinistri con importo maggiore o uguale a 500.000 Euro, pur rappresentando un numero esiguo nel periodo considerato (671, corrispondente al 4,89% del numero totale). Fra i top claim, segnala Marsh, vi sono soprattutto errori da parto (oltre un quarto), gli errori chirurgici e diagnostici (al di sopra del 23%) e gli errori terapeutici (13%).
La frequenza annua dei sinistri è di 29 per ogni singola struttura nel 2015, in linea con gli anni di denuncia precedenti, dopo il picco di 38 sinistri per struttura registrato nel 2011. Il tasso di rischio è di sei sinistri ogni 100 medici, di due ogni 100 infermieri e di uno ogni 1000 ricoveri, per valori assicurativi che si attestano sui 5.500 Euro per medico e superano i 2.300 Euro per infermiere.
Al primo posto fra gli errori più frequenti, quelli connessi all’attività chirurgica (pari al 35%, contro il 32% nell’edizione precedente), seguito dagli errori diagnostici (19%) e da quelli terapeutici (12%). Le cadute accidentali sono il 10%, mentre le infezioni rappresentano il 6% del campione e gli errori da parto quasi il 4% (sebbene siano tra gli eventi più rilevanti dal punto di vista economico).
Analogamente a quanto indicato nella settima edizione del report, le unità operative che subiscono la maggiore frequenza di richieste di risarcimento danni sono Ortopedia e Traumatologia (14%), seguita da Chirurgia Generale (14%), DEA/Pronto Soccorso (13%), Ostetricia e Ginecologia (12%) e le parti comuni della struttura sanitaria con quasi il 7%.
Per quanto riguarda i tempi di denuncia, si registra maggiore lentezza per le infezioni: entro sei mesi viene denunciato solo il 14% di questi eventi e si giunge al 70% in un periodo di 4 anni. Anche per gli errori da parto si rileva una velocità di denuncia abbastanza lenta (73% entro i 4 anni). Al contrario, il periodo di denuncia di un sinistro legato ad errori diagnostici e terapeutici è rapido: entro il primo anno si raggiunge quasi il 50%, per giungere a quota 83-84% entro i 4 anni.
Quanto alla risoluzione dei sinistri da medical malpractice, infine, le richieste di risarcimento danni seguono prevalentemente un iter stragiudiziale (75% nel periodo considerato) a fronte del 23% costituito da procedimenti giudiziali (una quota minima è rappresentata da altre tipologie di risoluzione come le mediazioni), ma andando ad analizzare l’andamento negli anni, nel 2015 si registra un significativo aumento dei procedimenti giudiziali, in particolare di quelli civili, rispetto all’anno precedente (28% contro 19%).
Intermedia Channel
Marsh – Ottava edizione report Medmal Claims Italia (sintesi)