(di Enrico Orfano – Corriere del Trentino)
Assicurazioni «non Rca», tema in Parlamento. «Regalo alle compagnie»
La commissione Industria del Senato ha proposto di sopprimere il meccanismo del «tacito rinnovo» per quanto riguarda le polizze assicurative diverse dalle Rca (automobili). Lo Sna, sindacato nazionale agenti di assicurazione, presieduto dal trentino Claudio Demozzi (nella foto), si batte invece per mantenerlo: «La vera modifica per cui noi lottiamo, in favore dei cittadini, è quella all’articolo 1899 del Codice civile, che attualmente prevede ancora la possibilità di vincolare il cliente a una polizza per cinque anni senza possibilità di uscita. Noi vogliamo reintrodurre la lenzuolata di Bersani che permetteva di uscire ogni anno».
Demozzi ricostruisce la questione, che in questi giorni sta passando con l’equazione: torna il «tacito rinnovo» e si dà uno schiaffo a famiglie e consumatori. Ma in realtà il presidente dello Sna spiega che si tratta dell’esatto contrario, come del resto ha fatto ieri la senatrice Pd Laura Puppato. «Prima di tutto stiamo parlando di polizze assicurative ramo danni diverse dall’Rca delle automobili — spiega Demozzi —. Quindi assicurazioni sulla casa, salute, infortuni. La polizza Rca auto invece da molto tempo non funziona più con il tacito rinnovo».
«Prima del 2oo6 questo tipo di polizze ti vincolavano per 10 anni, non te ne potevi andare. Poi nel 2006 è arrivata la lenzuolata di Bersani, che dava la facoltà di uscire ogni anno dalla polizza. Successivamente però il governo Berlusconi ha cancellato la lenzuolata di Bersani e ha ripristinato il vincolo, di 5 anni però, decisione che trova formulazione nell’articolo 1899 del codice civile e che ci vede fermamente contrari».
«Arriviamo al presente. In Commissione Industria è stato proposto un emendamento per eliminare il tacito rinnovo, in modo da rinegoziare la polizza ogni anno, nelle assicurazioni non Rca. In questo modo la situazione per il consumatore peggiora e contemporaneamente si rende la vita più facile alle grandi compagnie, le quali sono contente di questo cambiamento per poter così introdurre appesantimenti delle polizze a ogni rinnovo annuale». «Se si toglie il tacito rinnovo infatti — prosegue — le compagnie spingono a sottoscrivere assicurazioni pluriennali, per non essere soggetti a rinnovi annuali peggiorativi, così il cliente è bloccato». «Lo Sna si è schierata per mantenere il tacito rinnovo. Questo automatismo permette al cliente di ottenere il rinnovo automatico ogni anno della propria polizza assicurativa a condizioni invariate, se non manifesta in anticipo la volontà di non rinnovarla».
«L’emendamento che ha ripristinato il tacito rinnovo alla Camera, in Commissione, è stato presentato da Gianluigi Benamati (Pd), che dopo aver approfondito il tema si è reso conto della validità del meccanismo del tacito rinnovo a vantaggio del consumatore. Chi tenta di convincere del contrario fa disinformazione perché il singolo cliente mantiene la libertà di uscire dal contratto ad ogni scadenza previa comunicazione di disdetta», afferma Demozzi.
Il vero nodo su cui intervenire sarebbe invece il ripristino delle «lenzuolate» di Bersani. «Piuttosto si dovrebbe intervenire sull’articolo 1899 del codice civile che prevede ancora la possibilità di vincolare il cliente ad una polizza per cinque anni senza possibilità di uscita. Cerchiamo di reintrodurre la lenzuolata Bersani che aveva sancito la libertà del cliente di uscire dal contratto ogni anno».
L’argomentazione di Puppato va nella stessa direzione: «Quale sarebbe il vantaggio per il cliente di ritrovarsi dopo un anno con un contratto che è carta straccia, non più rinnovabile alle medesime condizioni, ma a condizioni peggiorate con franchigie, scoperti o aumenti di premio, solo perché per quel rischio assicurato ha avuto nel corso dell’anno un sinistro o una malattia? Non c’è alcun vantaggio infatti. Nella condizione uscita dalla modifica fatta approvare con un blitz alla commissione Senato, prima della necessaria correzione alla Camera, quel medesimo cliente che, a parole, si vorrebbe difendere, viene invece costretto a scegliere tra la temporaneità di una copertura e un contratto pluriennale, magari proprio decennale, senza preoccuparsi minimamente per la sua libertà di scelta».