Secondo quanto indicato dall’ANIA (l’Associazione delle imprese assicurative) all’interno de “L’Assicurazione italiana 2016-2017”, relazione che l’associazione pubblica annualmente sull’evoluzione e sull’andamento dell’attività assicurativa in Italia, il 2016 è stato caratterizzato da 191 catastrofi naturali nel mondo, confermando l’andamento crescente registrato negli ultimi 50 anni. Sulla base dei dati Swiss Re e PERILS elaborati da ANIA, i danni economici registrati dalle catastrofi naturali nel 2016 sfiorano i 150 miliardi di Euro, principalmente derivanti da terremoti, cicloni tropicali e tempeste avvenuti in Giappone, in Cina, nel nord America e in Europa. L’ammontare complessivo dei danni registrato nel 2016 corrisponde al doppio di quanto registrato nel 2015, a fronte di un numero simile di eventi catastrofali (198 nel 2015), a causa di alcuni episodi particolarmente devastanti.
I danni assicurati nel 2016 ammontano a circa 43 miliardi di Euro; resta dunque sostanzialmente costante la percentuale dei danni totali che risulta coperta dall’assicurazione (circa il 30%). I danni assicurati derivano per il 30% da eventi accaduti nel Nord America (l’uragano Matthew e l’alluvione in Louisiana) e per l’8% dal terremoto in Giappone del mese di aprile. Seppure il numero degli eventi sia aumentato negli ultimi anni, i danni economici e di conseguenza quelli assicurati non si discostano in modo rilevante dalla media degli ultimi 10 anni, probabilmente a seguito di un incremento nel tempo di interventi di prevenzione e messa in sicurezza del territorio.
Il nostro Paese nel 2016 è stata meno interessato dai disastri idrogeologici rispetto agli anni trascorsi, ma è stata segnato dai devastanti terremoti che ne hanno colpito le regioni centrali, in particolare per quanto riguarda la scossa del 24 agosto e lo sciame sismico dal 26 al 30 ottobre, eventi che oltre ad aver comportato danni ai beni (edifici, monumenti, imprese e infrastrutture) hanno causato quasi 300 vittime.
L’Italia, scrive l’associazione, ha purtroppo una lunga storia legata agli eventi sismici, come riportato nella tabella qui sotto, che riepiloga gli eventi più rilevanti in termini di perdite economiche registrati in Italia negli ultimi 50 anni.
(Fonte: Elaborazione ANIA su dati Swiss Re e PERILS. Le perdite economiche e assicurative sono state rivalutate al 2016, sulla base dell’indice dei prezzi al consumo italiano)
Dalla rilevazione di PERILS sulle esposizioni al rischio terremoto e alluvioni in Italia per l’anno 2017 (alla quale partecipa il 74% del mercato in termini di volume premi incendio), risulta che l’esposizione complessiva del mercato assicurativo a tali rischi (per le partite fabbricato, contenuto e danni indiretti) per quanto riguarda le imprese (industria, artigianato, commercio) si attesta a livelli che si aggirano intorno ai 600 miliardi di Euro se si tiene conto dei limiti contrattuali (rispetto all’anno 2016 si è registrato un incremento del 18%). In particolare, le regioni che hanno contribuito maggiormente all’incremento delle esposizioni per quanto riguarda le imprese nel 2017 sono la Lombardia, il Lazio, la Toscana e l’Emilia Romagna.
Per quanto riguarda le abitazioni assicurate contro i rischi catastrofali, nel 2017 si stima una esposizione del settore di circa 100 miliardi, in calo di circa il 9% rispetto all’anno precedente. Vi hanno contribuito soprattutto le variazioni negative registrate nel Lazio, in Piemonte e in Veneto.
La distribuzione territoriale del totale (imprese e abitazioni) delle esposizioni assicurate contro le catastrofi naturali evidenzia, per lo scorso anno, una forte concentrazione nelle regioni del Nord Italia, pari a circa il 70% del totale, cui seguono le regioni del Centro Italia con circa il 20%.
La diffusione delle polizze incendio per abitazioni civili con estensione per le coperture catastrofi naturali
Gli eventi catastrofali che hanno colpito il Centro Italia a partire dall’agosto 2016, sottolinea l’ANIA, hanno evidenziato ancora una volta l’estrema vulnerabilità del territorio nazionale, sottolineando quanto il patrimonio edilizio italiano non sia in grado di resistere a terremoti, anche di entità non particolarmente straordinaria. Il Dipartimento della Protezione Civile ha stimato come gli eventi sismici dell’estate scorsa abbiano causato oltre 23,5 miliardi di Euro di danni, di cui circa 12,9 miliardi si riferiscono a danni a edifici privati (la stima comprende danni diretti, sia pubblici sia privati – vale a dire quelli che hanno provocato la distruzione di edifici, di infrastrutture, di raccolti e anche quelli che hanno colpito industrie e imprese, il patrimonio culturale, le reti di distribuzione dell’energia, del gas, dell’acqua – e i costi eleggibili, sostenuti dallo Stato per far fronte all’emergenza).
“Più volte si è discusso sull’ipotesi di rendere obbligatoria in Italia, sia pur con una certa gradualità, l’assicurazione contro le catastrofi naturali attraverso un’estensione delle garanzie previste dalle polizze incendio esistenti sul territorio nazionale – spiega l’associazione delle imprese –. Il sistema di copertura dei danni catastrofali adottato in Italia ha fatto sì che fosse sostanzialmente il settore pubblico a coprire i grandi danni avvenuti nel Paese, danni che ammontano ogni anno, in media, a circa 3 miliardi di Euro”.
Questa situazione ha determinato uno sviluppo a tutt’oggi contenuto del mercato privato. ANIA stimava che nel 2009 fossero circa 35.000 gli edifici assicurati per eventi catastrofali (su un patrimonio complessivo di oltre 12 milioni di edifici residenziali), ovvero appena lo 0,3%. In questo contesto è sorta quindi la necessità di disporre di informazioni aggiornate sul numero di polizze e sul valore assicurato complessivo delle abitazioni civili italiane che attualmente hanno una copertura contro tale rischio*.
Tipologia di polizza. A settembre 2016 si stima che il numero di polizze attive (relative al campione di imprese partecipanti) è stato pari a 8,2 milioni per un valore complessivo di somme assicurate pari a circa 3,142 miliardi di euro; di queste polizze oltre il 52% è relativo a polizze multirischio, il 32% a polizze incendio individuali, quasi il 15% a polizze globale fabbricati, mentre lo 0,4% è relativo a polizze che coprono unicamente il rischio terremoto, senza la copertura del rischio incendio. La distribuzione percentuale delle somme assicurate evidenzia, invece, che oltre la metà del patrimonio abitativo assicurato è relativo a polizze globale fabbricati (essendo evidentemente le più rilevanti in termini di valore), il 30% a polizze multirischio e solo il 17% a polizze incendio individuali.
Settore di rischio. Dalla tavola che segue risulta che l’82% delle polizze riguarda le unità abitative, il 13,5% dei fabbricati e solo il 4,4% le unità commerciali ancillari, ovvero quelle unità destinate ad attività commerciali e situate al pian terreno negli edifici adibiti prevalentemente a residenza. Se si considerano le somme assicurate, evidenzia l’ANIA, le distribuzioni percentuali cambiano in quanto i fabbricati, avendo un valore maggiore delle singole unità abitative, rappresentano quasi la metà di tutte le somme assicurate.
Sulla base di tutta una serie di dati incrociati tra coperture assicurative e numero complessivo delle unità abitative, l’associazione afferma come siano complessivamente circa 12,4 milioni le unità abitative assicurate contro l’incendio in Italia. Rispetto alle abitazioni rilevate da ISTAT nel 2011 (31,2 milioni), risulta quindi che quasi il 40% ha in media una copertura assicurativa contro l’incendio.
Estensione alle catastrofi naturali. L’estensione di copertura alle catastrofi naturali in Italia è molto contenuta: il 95% delle polizze infatti non presenta alcuna estensione. Rispetto a quanto si era rilevato nel 2009, si nota tuttavia come sia cresciuto il numero delle polizze che ora hanno un’estensione ai rischi catastrofali. Alla fine di settembre 2016, infatti, si stima che fossero oltre 400.000 le polizze con la copertura al rischio terremoto o al rischio alluvione (o ad entrambe le calamità). Il confronto appunto con la stima del 2009 (quando le abitazioni assicurate per le catastrofi erano 35.000) evidenzia un incremento di oltre dieci volte delle coperture, indice che, anche se in misura limitata, il mercato risulta ora più “sensibile” e attento verso questo tipo di copertura.
La statistica, spiegano da ANIA, ha consentito anche di analizzare come si distribuiscano sul territorio italiano le unità abitative che attualmente hanno una copertura contro il rischio incendio. Dal punto di vista territoriale si osserva che le unità abitative assicurate sono prevalentemente dislocate nel Nord Italia, con una maggiore concentrazione nell’area del Veneto, della Lombardia, del Piemonte, dell’Emilia Romagna e parte del Friuli-Venezia Giulia.
Nelle sole province di Milano, Torino, Roma e Brescia sono tuttavia presenti quasi un quarto del totale delle abitazioni assicurate italiane. In tutte le altre province queste percentuali sono più ridotte e solo in alcuni casi si supera il 2%; in quasi la metà delle province italiane, nella maggior parte dei casi localizzate nel Centro-Sud, si concentra (in ciascuna provincia) meno dello 0,5% del totale delle abitazioni assicurate. Molto simile alla distribuzione delle unità abitative assicurate risulta essere, ovviamente, anche la distribuzione territoriale delle somme assicurate, che evidenziano una prevalente concentrazione nel Nord Italia.
Se si analizza l’incidenza – a livello provinciale – delle abitazioni assicurate sul totale delle abitazioni esistenti (si ricorda che a livello nazionale è pari al 40%), risulta però che in quasi tutto il Nord Italia più di un’abitazione su due è assicurata contro l’incendio, mentre nel Sud, nella maggior parte dei casi, questa percentuale non supera il 20% (figura 2). Se a Trieste quasi il 75% delle unità abitative è assicurato, a Milano e Bolzano il 68%, a Trento e Brescia il 66%, risulta invece che a Reggio Calabria, Benevento e Potenza solo l’8% è provvisto di copertura, mentre ad Agrigento ed Enna meno del 7%.
Molto più limitata, infine, risulta la diffusione delle polizze incendio che presentano un’estensione di copertura contro le catastrofi naturali. Degli oltre 12 milioni di unità abitative assicurate per l’incendio, solo 610.000 (pari al 2%) sono tutelate contro le catastrofi naturali (principalmente terremoto e/o alluvione) e di queste circa l’80% è situato nel Nord dell’Italia.
Intermedia Channel
* IVASS, sulla base della rilevazione che ANIA aveva condotto nel 2009, ha avviato nel novembre 2016 una richiesta annuale rivolta alle imprese di assicurazione in merito alle coperture delle polizze incendio e/o terremoto attive al 30 settembre 2016 relative a rischi localizzati nel territorio italiano. I rischi sono riferiti soltanto ad abitazioni o fabbricati ad uso abitativo e a eventuali unità commerciali ancillari. L’associazione delle imprese assicurative ha deciso quindi di sospendere la propria rilevazione e richiedere direttamente alle imprese le stesse informazioni già inviate all’Istituto di vigilanza. Hanno aderito alla richiesta 49 imprese rappresentative di una quota di mercato di circa il 94% dei premi dell’esercizio 2016 del ramo incendio. ANIA evidenzia inoltre come i dati della statistica siano stati poi utilizzati insieme ad altri dati di fonte pubblica (in particolare il Censimento 2011 delle abitazioni di ISTAT) per arrivare a una stima ragionevole della diffusione dell’assicurazione contro l’incendio e le calamità naturali delle abitazioni civili italiane
N.B.: Tutte le tabelle riportate nell’articolo sono state elaborate da ANIA e sono contenute ne “L’Assicurazione italiana 2016-2017”