Il Gruppo Agenti Associati Unipolsai si riunisce in assemblea straordinaria il 16 e 17 ottobre prossimo a Bologna per decidere sul patto 2.0 e non solo. Troppe le criticità sul piano economico. Riprendere in mano il futuro a partire dal passato
Il Gruppo Agenti Associati Unipolsai (GAA UnipolSai) si riunisce a Bologna il 16 ed il 17 ottobre prossimo per informare i colleghi sui contenuti economici e normativi del possibile Patto 2.0 e sulle conseguenze di un sua ratifica. A poco meno di un mese dall’evento ne parliamo con il presidente Nicola Picaro (nella foto).
Presidente Picaro, il Congresso del 16/17 ottobre non è elettivo. Ha però la caratteristica di assemblea straordinaria ed un titolo importante “Il mandato unico di Gruppo 2.0”. Qual è il programma dei lavori?
L’oggetto dell’Assemblea non lascia spazio ad interpretazioni. Illustreremo ai nostri Associati il risultato finale e complessivo di una lunga e difficile trattativa per il rinnovo dell’accordo di remunerazione delle Agenzie e desideriamo che tutti possano avere consapevolezza dei contenuti e dei possibili effetti economici e normativi.
Naturalmente, per la natura stessa del tema, abbiamo lasciato ampio spazio al dibattito perché riteniamo doveroso, proprio per il carattere straordinario dell’evento, che i colleghi si esprimano compiutamente.
La lettera di presentazione e di invito al congresso, postata sui social network, contiene un richiamo comunicativo di forte impatto: “…è il momento di dimostrare chi siamo…”. E’ solo una modalità di ingaggio o ha un significato preciso?
Mi rendo conto che possa suonare come una dichiarazione bellicosa, in realtà oltre che dare un messaggio comunicativo di impatto vuole richiamare i nostri Associati a riprendere in mano il loro futuro a partire dalla loro storia e dal loro passato professionale. Questo in qualche maniera vale per l’intera categoria degli Intermediari ma in particolare per la Rete ex-FSM (Fondaria-Sai-Milano, ndIMC) in questa fase storica delle relazioni con la mandante. Una mandante che a volte ci appare ancora estranea e lontana dai bisogni di reti agenziali che hanno fatto la storia assicurativa italiana e hanno un bagaglio culturale che ci consentirà di affrontare il futuro con maggiore consapevolezza di altri legati al passato e idee che si riassumono in frasi quali “abbiamo sempre fatto così”. Noi no! Abbiamo affrontato cambiamenti che avrebbero fiaccato chiunque invece siamo ancora qua e chiediamo il rispetto che ci è dovuto.
Il percorso del Patto 2.0 è iniziato quasi due anni fa ed ha avuto reazioni diverse che derivano anche da percorsi diversi. A che punto è la trattativa?
La trattativa sostanzialmente è in dirittura di arrivo siamo alle battute finali, anche se non sappiamo se ci sarà il “lieto fine”. Altre volte con le diverse Compagnie e i vari dirigenti con i quali mi sono relazionato ho avuto momenti di contrapposizione anche dura. Questa trattativa ci ha visto impegnati su più fronti, oltre che gestire la relazione con la mandante abbiamo fatto del nostro meglio per tenere serrate le fila di ben sette Gruppi Agenti e questo sforzo che a mio avviso avrebbe potuto essere un valore aggiunto, si è dissolto in “una notte di mezza estate”. A parte le citazioni cinematografiche e le battute, i Gruppi Agenti di provenienza Unipol hanno trovato soddisfacente l’impianto economico che per noi presenta ancora troppe criticità.
Quali sono stati i punti di maggior conflitto e, soprattutto, come sono stati affrontati?
Sarebbe riduttivo indicare le ragioni della contrapposizione nell’insoddisfazione del risultato economico che per come è costruito non consente previsioni realistiche. Esiste un legame agli andamenti tecnici di Compagnia più forte di quanto già non esistesse nel Patto Unipol originario, a fronte di questo è doveroso riconoscere che sono state innalzate alcune garanzie di remunerazione minima. Non bisogna dimenticare però che la ex-FSM è entrata nel Mandato Unico di Gruppo abbandonando il proprio mandato agenziale originario in nome della necessaria integrazione, ma lo abbiamo fatto prevedendo dei percorsi che ci avrebbero consentito di adeguare la nostra organizzazione agenziale. Non si può spazzare via tutto a solo un anno di distanza.
La criticità più importante che intravvedo però non è di carattere economico, bensì normativo: l’impianto, in particolare nei RE, realizza un “ibrido” tra accordo integrativo e allegati provvigionali al mandato di Agenzia, strettamente interconnessi tra loro, che rischia di rendere la remunerazione di base del mandato a tempo determinato. In sostanza alla scadenza dell’Integrativo, tra 5 anni, per forza di cosa si dovrà ritrattare la tabella provvigionale di base, non a caso è prevista una cosiddetta “aliquota di garanzia Rami Elementari” che per definizione servirà a gestire eventuali periodi di vacatio.
Qual è il futuro degli Agenti in UnipolSai?
La domanda è interessante ma non credo abbia una risposta univoca. Non diversamente da quanto accade in altre Compagnie dipenderà molto dalle capacità della mandante e degli Agenti di rispondere alle nuove abitudini di acquisto, alla accresciuta consapevolezza del cliente/consumatore. Bisognerà avere la capacità di dare risposte sempre più specialistiche al mercato, riempiendo di contenuti la specializzazione , non semplicemente dando un titolo a un “percorso formativo”. Una cosa è certa gli Agenti Unipolsai che sapranno organizzarsi, avranno innanzi a loro, molte opportunità e scelte diverse, la Compagnia ha un futuro roseo e importante solo se saprà valorizzare la propria rete agenziale. Mi lasci concludere esprimendo soddisfazione per la partecipazione all’Assemblea, stiamo registrando un copioso numero di iscrizioni e lancio l’invito i ritardatari, così come abbiamo iniziato: “E’ il momento di dimostrare chi siamo”.
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