(di Andrea Frollà – Repubblica Affari & Finanza)
La società italiana si è affermata con le scatole nere per le auto e ora ha messo a punto una nuova piattaforma per flotte private da condividere in comunità di dimensioni ridotte al via prima in Europa e poi negli Usa
«WordPress è arrivata a gestire un terzo dei siti web di tutto il mondo puntando tutto sulla semplificazione. Shopify ha fatto lo stesso nell’e-commerce con portali pronti alla vendita in pochi click. E questo è ciò che stiamo per fare noi nella shared mobility». Se dopo 15 anni di leadership nel mercato della telematica assicurativa Octo Telematics era a caccia di nuove sfide, sentendo parlare il suo vicepresident special customer projects, Edwin Colella, viene da credere che la ricerca sia decisamente andata a buon fine. E il lancio del progetto Sharemine, che sarà svelato ufficialmente il 18 ottobre a Londra, ne è la conferma.
La compagnia nata in Italia a inizio degli anni Duemila, che oggi conta sedi sparse fra Europa e America, non sembra aver intenzione di accontentarsi della rapida crescita vissuta negli ultimi tempi, testimoniata da numeri importanti: fatturato 2016 a quota 286 milioni (+18% rispetto al 2015, oltre il doppio dei 129 milioni del 2014), leadership globale delle polizze Ubi (usage-based insurance, paghi per come guidi) con il 39% del mercato, che equivale a circa 5,2 milioni di vetture connesse in tutto il mondo, più di 60 partner assicurativi e 155 miliardi di miglia percorsi trasformati in dati. La telematica per le assicurazioni è il core business di Octo e continuerà a esserlo anche in futuro. Ma sarà in buona compagnia della cosiddetta mobilità condivisa, sottoinsieme della sharing economy trainato oggi da due grandi fenomeni: il car sharing, ossia l’utilizzo dello stesso parco macchine da parte di una platea di utenti (esempi noti i business di Car2Go ed Enjoy) e il ride sharing, vale a dire il servizio di trasporto privato on demand (alla Uber per intendersi). A questi due se ne aggiunge un terzo, meno trainante ma comunque in ascesa: il carpooling, cioè la condivisione di una tratta con altri passeggeri che occupano i posti vuoti in cambio della partecipazione alle spese del viaggio (stile BlaBlaCar).
Questo trio, secondo le stime di Frost&Sullivan, soltanto in Europa vanta già 3,9 milioni di utenti con una flotta condivisa di più di 59mila veicoli in 26 Paesi e genererà un giro d’affari di oltre 9 miliardi di dollari nel 2025. Un’ondata di mobilità connessa che la compagnia punta a cavalcare con la nuova piattaforma Sharemine, ideata dalla controllata Omoove. «Nel 2015 ci siamo fermati a immaginare l’impatto della mobilità del futuro sulle assicurazioni: la stessa vettura che avrà tanti conducenti e un solo proprietario, le polizze che dovranno cambiare, la guida autonoma e altro ancora – racconta Colella –. Abbiamo iniziato a chiederci soprattutto come il nostro gruppo, abituato a lavorare con grandi clienti, potesse mettersi a disposizione di realtà minori, trovando la risposta nel concetto di micro-community».
E così è nata Sharemine, una piattaforma web che permette di creare e controllare delle piccole comunità di car e ride sharing, sfruttando i veicoli personali o aziendali, nelle città di piccole e medie dimensioni o in un distretto industriale. Cioè dove le grandi compagnie di trasporto condiviso non arrivano. A servizi gratuiti come il monitoraggio del numero dei veicoli attivi, delle prenotazioni, dei viaggi in corso e dei ricavi ottenuti dal noleggio dell’auto o dal viaggio condiviso, Octo integrerà alcune soluzioni telematiche premium. Sharemine potrà essere utilizzata, ad esempio, dalle famiglie per organizzare il trasporto a scuola dei figli. Ma anche, e forse soprattutto, dalle imprese che potranno mettere a disposizione mezzi inutilizzati o non sfruttati, creando sistemi di corporate car sharing in un un’area dove si concentrano gli stabilimenti.
Un’idea che ricorda in parte quel paradigma del “bring your own device” (“porta il tuo dispositivo”, ndr) nato nel 2010 con grandi aspettative poi non rispettate.
«Da metà mese saremo online in Italia, Francia, Spagna e Inghilterra – annuncia il vp di Octo Telematics –. Puntiamo a coprire l’Unione Europea in pochi mesi e poi il resto d’Europa, per arrivare nel 2018 in Usa e Canada».
Quello della shared mobility non è comunque l’unico settore in cui Octo sta portando in dote know how e innovazione. Nel mirino della compagnia ci sono anche i produttori di veicoli, affamati di informazioni strategiche per fare ricerca e sviluppo, manutenzione predittiva e marketing, che Octo punta a conquistare sia con i suoi dispositivi IoT da installare a bordo, sia tramite partnership basate sull’analisi dei big data. E le società che gestiscono le flotte di veicoli per il noleggio a lungo termine e in leasing, anch’esse a caccia di dati e analytics per guadagnare efficienza e risparmiare. «Non stiamo diversificando, ma arricchendo – sottolinea Colella –. Siamo obbligati a farlo perché sono in atto cambiamenti che è meglio governare anziché subire, raccogliendo più informazioni e traducendole in soluzioni semplici, immediate e su misura».