La centralità del risk management in funzione dell’obbligo dell’assicurazione professionale. Interessati 240 mila avvocati. Marco Ferraro, fondatore dello Studio Legale Ferraro-Giove e Associati e membro del Direttivo ASLA: “Gli Studi legali certificati potranno meglio gestire e quindi diminuire i rischi professionali con migliore qualità, benefici di immagine e ottimizzazione dei costi delle coperture assicurative”
Per gli studi legali italiani, che complessivamente coinvolgono 240 mila avvocati, sono state presentate a Milano, sotto il titolo “Principi organizzativi e gestione dei rischi connessi all’esercizio della professione”, le nuove Prassi di riferimento promosse da ASLA – Associazione degli Studi Legali Associati – in collaborazione con UNI (l’Ente Italiano di Normazione) e Accredita, organismo di certificazione nazionale.
“Quando sentono parlare di organizzazione, molti avvocati temono li si voglia trasformare in imprenditori o manager, assimilando la gestione dello studio legale a quella di un’impresa – ha osservato l’avvocato Marco Ferraro, membro del Consiglio Direttivo e del Comitato Esecutivo di ASLA e uno dei principali artefici della nuova prassi –. No, la professione resta individuale come è sempre stata, anche quando più avvocati lavorano insieme. Ma per funzionare bene l’attività forense oggi richiede un metodo di lavoro, delle regole e delle procedure che coinvolgano tutte le persone interne, ciascuna al proprio livello di competenza e responsabilità, dal fondatore alla segretaria che risponde al telefono, e tutte le figure esterne che a vario titolo gravitano intorno allo studio e interagiscono con esso. Non importa se lo studio legale è piccolo o grande, individuale o associato, in provincia o nel centro di Milano. L’esigenza organizzativa c’è per tutti, e sempre più pressante perché gli avvocati italiani, con l’introduzione dell’obbligo assicurativo, devono affrontare la sfida della gestione dei rischi connessi alla loro professione”.
L’adozione di criteri e metodi organizzativi adeguati, precisano da ASLA, “non è soltanto un requisito necessario per una corretta ed efficace gestione degli studi ma anche e soprattutto consente di individuare, valutare e tenere correttamente sotto controllo i rischi, legati allo svolgimento della professione in ambito sia giudiziale sia stragiudiziale”.
Il risk management “è prioritario e centrale nella nuova Prassi di riferimento per gli studi, che si fonda sui seguenti principi organizzativi: approccio per processi; chiara individuazione ed efficace distribuzione dei ruoli e delle responsabilità; gestione corretta ed efficace dei componenti dello studio legale; orientamento al servizio del cliente; controllo dei rischi; obiettivo di continuo miglioramento; adozione di procedure uniformi per le prestazioni professionali; orientamento al rispetto dei requisiti cogenti”.
“Chi adotterà la nuova Prassi ASLA-UNI – ha sottolineato l’avvocato Ferraro – potrà ottenere più facilmente la certificazione di conformità da parte di organismi terzi indipendenti e ufficialmente accreditati a tal fine. Gli Studi legali certificati potranno beneficiare inoltre, di una miglior governabilità dei rischi con meno errori e alla lunga con riduzione dei costi delle coperture assicurative obbligatorie.”.
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