La Banca d’Italia ha recentemente pubblicato le informazioni raccolte nella rilevazione del 2016 dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane. L’indagine campionaria, condotta con cadenza biennale su un campione rappresentativo di famiglie italiane raccoglie una ricca varietà di informazioni sulle loro caratteristiche demografiche e socio-economiche individuali.
Come riporta l’ultimo ANIA Trends, una sezione del questionario è dedicata alle coperture assicurative in possesso delle famiglie. Tra le domande incluse nella sezione ve ne è una relativa alle coperture sanitarie, intese sia come coperture infortuni sia come coperture malattia.
L’associazione delle imprese assicurative ritiene opportuno sottolineare come le informazioni raccolte dall’Indagine sono estratte dalle risposte fornite dai nuclei familiari intervistati e per questa ragione spesso non è possibile verificarne contestualmente la loro correttezza contabile. “Non infrequentemente – segnalano dall’Ufficio Studi ANIA – emergono infatti discrasie rispetto ai dati contabili aggregati riportati dalle controparti. Ciò non riduce il valore aggiunto dell’Indagine, che è dato soprattutto dalla possibilità di legare le scelte economiche delle famiglie (in questo caso, la decisione di assicurarsi) alle loro caratteristiche demografiche e socio-economiche”.
Nel 2016 la percentuale delle famiglie in possesso di almeno una polizza sanitaria era pari al 6,9%, in forte aumento rispetto a quanto rilevato sia nel 2014 (3,3%) sia nel 2012 (4%); in termini assoluti le famiglie assicurate erano circa 1,7 milioni (rispettivamente attorno ad 800.000 e ad un milione nel 2014 e nel 2012).
Tra le famiglie assicurate, il numero medio di coperture, ponderato per la rappresentatività campionaria, era pari a 1,4 (1,06 e 1,1).
La maggioranza delle famiglie con almeno una copertura sanitaria risiedeva al Nord (9,6%; 4,9% e 5,6% nelle due precedenti rilevazioni), seguita dalle famiglie con residenza al Centro (8,3%; 3,6% e 5,8%) e da quelle del Sud (2,1%; 0,8% e 0,7%).
La diffusione di coperture sanitarie varia sensibilmente a seconda della condizione professionale del capofamiglia, inteso come il maggior percettore di reddito. I lavoratori autonomi tendono infatti a ricorrere di più alle assicurazioni sanitarie. Questo, evidenziano dall’ANIA, è confermato anche dall’ultima indagine, anche se la differenza con i lavoratori dipendenti si è ridotta notevolmente. Nel 2016 la diffusione di polizze tra i lavoratori autonomi era pari a 10,3% (7,2% nel 2014 e 9,5% nel 2012), mentre tra i lavoratori dipendenti era quasi del 10% (3,4% e 4,3%). Per i capifamiglia in condizione non professionale la percentuale era significativamente più bassa (2,9%, 2,3% e 2,4%).
Anche nel 2016 la diffusione di polizze sanitarie è risultata correlata positivamente il livello del reddito familiare. Rispetto al passato, nel 2016 la correlazione positiva si è ulteriormente accentuata: la percentuale di famiglie assicurate nell’ultimo quintile per reddito superava quella nel primo quintile di quasi 19 punti percentuali (10,6 nel 2014 e 12,88 nel 2012).
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