Secondo quanto emerge dall’annuale rapporto curato da Capgemini, le società di wealth management devono accelerare la transizione verso modelli ibridi – investendo in tecnologie emergenti come automazione intelligente e intelligenza artificiale – e modificare la gestione dei budget per far fronte alla potenziale minaccia delle BigTech
Il World Wealth Report 2018* (WWR), pubblicato recentemente da Capgemini, ha rivelato che il grado di soddisfazione degli High Net Worth Individuals (HNWI, coloro che hanno investito un milione di dollari o più in asset, escludendo la residenza principale, beni da collezione, beni di consumo e durevoli) in termini di modelli ibridi di consulenza è sceso del 5,1%, raggiungendo il 57,3%. Più del 50% degli HNWI ha inoltre manifestato interesse verso servizi di gestione patrimoniale offerti dalle BigTech (le grandi multinazionali del comparto tecnologico come Google, Amazon, Facebook, Apple e Alibaba). Per affrontare il calo della soddisfazione degli HNWI relativo ai servizi ibridi e prepararsi all’ingresso delle BigTech nel settore, i wealth manager stanno accelerando la trasformazione dei loro modelli di hybrid advice e investendo in tecnologie innovative come automazione intelligente e intelligenza artificiale (AI).
“Stiamo osservando che i soli rendimenti non possono sostenere il business della gestione patrimoniale – ha affermato Monia Ferrari, Head of Banking di Capgemini Italia –. I modelli ibridi stanno guadagnando popolarità perché gli HNWI possono accedere a servizi di pianificazione finanziaria in maniera modulare, pay-as-you-go, e assumere il controllo dell’intero processo di gestione patrimoniale. A seconda delle esigenze, è possibile scegliere tra servizi automatizzati, un approccio guidato dal wealth manager o una combinazione dei due”.
Le società di wealth management accelerano il passaggio all’ibrido in previsione dell’arrivo delle BigTech
Nel report, il 68,7% degli HNWI intervistati a livello globale ha affermato che i modelli di hybrid advice, che uniscono gestori patrimoniali fisici e online, sarebbero un fattore significativo per consolidare le attività con la propria società di wealth management primaria tra il primo trimestre 2018 e il primo trimestre del 2020.
A livello regionale, gli HNWI in America Latina (76,1%) e in Asia-Pacifico (68%, Giappone escluso) ritengono che l’hybrid advice sia tra i fattori più importanti. Anche per gli HNWI nordamericani (55,2%) si è osservato un incremento dell’importanza dell’hybrid advice, mentre Europa e Giappone sono le uniche regioni in cui l’approccio ibrido è rilevante per meno del 50% degli HNWI (rispettivamente il 48,4% e il 29,3%). Tuttavia, questi dati indicano che l’hybrid advice resta un elemento chiave nella proposta di valore delle società di gestione patrimoniale.
Le società di wealth management devono accelerare il proprio percorso di trasformazione
Tra il secondo trimestre 2017 e il primo trimestre 2018, le società di gestione patrimoniale hanno compiuto dei progressi nella trasformazione dei propri modelli operativi ibridi a livello globale: il 57,1% delle imprese afferma di avere avviato un piano di trasformazione nel 2018, con un incremento del 3,4% rispetto all’anno precedente. Il report sottolinea tuttavia che questi progressi non avvengono abbastanza velocemente, considerando il calo del grado di soddisfazione degli HNWI per quanto riguarda le proposte di hybrid advice e il potenziale ingresso delle BigTech nel settore.
Molti concordano sul fatto che un ingresso diffuso delle BigTech nel settore a livello globale sia solo una questione di tempo. C’è anche consenso sul fatto che la regione dell’Asia-Pacifico sarà la prima a mostrare questo tipo di trasformazione, seguita dal Nord America e quindi dall’Europa. Secondo il rapporto, dato che oltre il 50% degli HNWI esprime un interesse per i servizi di wealth management offerti dalle BigTech, ciò potrebbe tradursi in 12.000 miliardi di dollari di potenziali flussi di attività, in base alla percentuale del portafoglio che gli HNWI affiderebbero alle BigTech.
Gli HNWI dell’America Latina (87,8%) hanno mostrato il maggior grado di interesse per l’ingresso delle BigTech nel settore della gestione patrimoniale, mentre l’interesse nell’area Asia-Pacifico (81,5%, Giappone escluso) è salito del 9% rispetto al secondo trimestre 2017. Globalmente, gli HNWI più giovani (sotto i 40 anni) continuano a essere più aperti all’eventualità che i servizi di gestione patrimoniale vengano erogati dalle BigTech: il 75,8% di questi afferma di essere significativamente pronto a questa eventualità, rispetto al 21,9% degli HNWI con un’età superiore ai 60 anni.
Per garantire flessibilità e innovazione nel soddisfare i requisiti di conformità ai nuovi modelli di business che emergeranno dall’ingresso delle BigTech nel settore del wealth management, le società di gestione patrimoniale dovranno abbandonare i tradizionali approcci di budgeting per gli investimenti “run the bank” (quelli che servono per stare al passo con il mercato e per la manutenzione, come investimenti in legacy e nuovi sistemi, strumenti, processi, talenti, ecc.) e “change the bank” (investimenti in nuove e importanti iniziative, piattaforme, aree sperimentali delle FinTech, ecc.).
L’esigenza attuale, evidenziano i curatori del rapporto, è quella di passare a un approccio più dinamico e orientato al portafoglio, oltre a essere incentrato su quattro pilastri di trasformazione: stare al passo; manutenzione; grandi scommesse su nuove iniziative; joint ventures. Per trasformare e guidare l’innovazione dei modelli ibridi, le aziende leader stanno investendo pesantemente in tecnologie come l’automazione intelligente e l’intelligenza artificiale, mentre si preparano a un nuovo scenario del settore, in cui le BigTech svolgeranno un ruolo più rilevante.
L’ingresso delle BigTech nel settore si baserà probabilmente su cooperazione e concorrenza
Secondo il report, l’ingresso delle BigTech nel settore del wealth management sarà probabilmente caratterizzato da un approccio basato o su modelli collaborativi o di frenemy co-opetition. La creazione di prodotti e servizi white-label in partnership con le esistenti società di gestione patrimoniale offre una via verso una collaborazione reciprocamente vantaggiosa, mentre una relazione frenemy potrebbe sorgere quando una società di wealth management esistente sfrutta la tecnologia e le dimensioni di scala delle BigTech per processi di back e middle office in outsourcing, mentre allo stesso tempo compete con le stesse in altre aree di attività dei servizi finanziari, ad esempio pagamenti e prestiti al consumo.
Le società di gestione patrimoniale possono contare su un chiaro punto di differenziazione in termini di competenze di investimento, servizi a valore aggiunto e vicinanza al cliente, ma la collaborazione, basata sulla distribuzione di white label (particolarmente rilevante per i wealth manager) o su ambiti specifici di partnership, potrebbe favorire l’acquisizione di nuovi clienti. Tuttavia, lo studio conclude che l’approccio frenemy è più plausibile, dal momento che l’acquisizione delle competenze richieste e il conseguente investimento per entrare nel comparto del wealth management possono spingere le aziende BigTech sia a competere sia a collaborare con le società di capitali.
Intermedia Channel
* Metodologia di ricerca del WWR 2018: Il World Wealth Report di Capgemini è il principale strumento di benchmarking per identificare gli High Net Worth Individual (HNWI), il loro patrimonio e le condizioni economiche e mondiali che sono alla base del cambiamento del settore del Wealth Management. L’edizione di quest’anno, al suo ventiduesimo anniversario, comprende i risultati di una ricerca dettagliata svolta sulle prospettive e sui comportamenti degli HNWI in tutto il mondo. Il sondaggio Global HNW Insights Survey, al quale hanno partecipato 2.600 High Net Worth Individual appartenenti a 19 dei mercati più ricchi in Nord America, America Latina, Europa e Asia-Pacifico, studia le abitudini di investimento degli HNWI, compresa l’allocazione degli asset, i modelli di fee e le preferenze in tema di investimenti. Il sondaggio ha inoltre misurato i modelli comportamentali di investimento degli HNWI di tutto il mondo, compresa la loro asset allocation, i livelli di fiducia mostrati e le decisioni prese in materia di asset allocation