Attraverso due nuovi rapporti rilasciati nella giornata di oggi, Fitch Ratings ha scattato una fotografia aggiornata al primo semestre 2018 delle compagnie assicurative italiane, delineando contesto e sviluppo delle attività Danni e Vita.
Per quanto riguarda i rami Danni, l’agenzia di rating ha osservato come la gestione assicurativa sia rimasta solida, grazie al combined ratio dei rami non-Auto che compensa la debolezza degli indicatori tecnici dei rami Auto. I coefficienti patrimoniali secondo i criteri di Solvency II sono rimasti su livelli adeguati, nonostante si siano indeboliti rispetto a fine 2017, principalmente a causa dei più ampi spread dei titoli di Stato italiani.
Le tariffe sui premi dei rami Auto hanno proseguito nella loro discesa, anche se ad un ritmo più lento rispetto al 2017. Fitch prevede che i tassi aumenteranno leggermente nel corso del secondo semestre 2018, in quanto il combined ratio Auto medio si aggira intorno a quota 100%. I volumi dei premi non-Auto e la redditività di questo segmento Danni sono cresciuti su base semestrale; l’agenzia di rating si aspetta che questo andamento prosegua anche nella seconda parte dell’anno, in quanto le compagnie cercano una maggiore diversificazione delle proprie attività rispetto al segmento Auto.
Per quanto invece concerne gli indicatori Vita, i risultati del primo semestre 2018 hanno messo in luce la sensibilità delle posizioni patrimoniali delle compagnie italiane agli spread dei titoli di Stato domestici, citati da Fitch già lo scorso anno quando fu modificato in negativo l’outlook del comparto Vita italiano. I coefficienti patrimoniali secondo i criteri di Solvency II si sono indeboliti in misura diversa a seconda del mix operativo adottato da ogni compagnia e riflettono l’ampiamento dello spread tra titoli di Stato italiani a 10 anni e Bund tedeschi, passato a circa 240 punti base alla fine del primo semestre 1818 dai circa 160 punti base al 31 dicembre 2017. Il debito pubblico nazionale, ricordano da Fitch, rappresenta circa il 45% degli investimenti delle compagnie assicurative del nostro Paese.
Gli spread crescenti, evidenziano dall’agenzia di rating, potrebbero indurre un maggior numero di clienti a liquidare i contratti Vita in scadenza ed a reinvestire in titoli di Stato, attratti dai maggiori rendimenti. Quando gli spread sul debito del governo italiano hanno raggiunto il picco durante la crisi del debito dell’Eurozona, ammoniscono ancora da Fitch, anche i tassi dei riscatti dai contratti di risparmio assicurativo a lungo termine hanno raggiunto il loro massimo, circa l’11% delle riserve (nel 2017 sono stati pari al 7%). Maggiori percentuali di riscatto possono portare a deflussi netti, riduzione dei patrimoni gestiti ed una conseguente minore redditività per le compagnie.
Il volume dei riscatti è aumentato in modo marginale nel primo semestre 2018, ma la raccolta netta è rimasta positiva, favorita da una maggiore raccolta premi poiché i prodotti di risparmio con esposizione al mercato azionario (unit linked e ibridi) hanno mantenuto la loro attrattività. Il principale allargamento degli spread è avvenuto tuttavia verso la fine del semestre, conclude Fitch; l’incidenza sui riscatti complessivi potrebbe pertanto non essere chiara fino a quando non saranno pubblicati i risultati dell’intero esercizio 2018.
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