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Indagine Europ Assistance, il cybercrime mette a rischio uno smartphone su due in Italia

Smartphone (Foto Adrianna Calvo - Pexels) Imc

Password, credenziali bancarie, carte di credito e dati personali sono un patrimonio che va protetto dai rischi digitali. Il crimine informatico è un pericolo percepito ma contro il quale gli italiani fanno ancora troppo poco, anche se cresce la propensione a dotarsi di sistemi di cyber security per una vita digitale protetta. Lo dice la prima edizione del Barometro ‘Cyber & Digital Protection’ di Europ Assistance, indagine condotta in Europa ed USA su consapevolezza e percezione dei rischi digitali

Secondo quanto è emerso dalla prima edizione del Barometro ‘Cyber & Digital Protection’ di Europ Assistance, indagine condotta in Europa ed USA su consapevolezza e percezione dei rischi digitali, meno di un italiano su due (48%) protegge il proprio smartphone da possibili virus o malware eppure gli italiani sono tra i più consapevoli e preoccupati sui rischi dei crimini informatici: furto di identità, protezione di bambini e anziani, cyberbullismo sono riconosciuti come un reale problema. Il 39% degli italiani si dichiara vulnerabile al pericolo di attacco informatico (percentuale che sale al 42% quando si tratta di famiglie con minori) che arriva principalmente da e-mail, furto della carta di credito e virus/malware contratti durante la navigazione online. Eppure, solo uno smartphone su due è dotato di sistemi di protezione che comunque piacciono agli italiani, ma più per PC e Mac che ne sono provvisti nell’88% dei casi, solo il 51% dei consumatori italiani dichiara infatti di avere le adeguate protezioni.

“La nostra vita digitale sta cambiando identità: quello che prima facevamo solo su pc, ora riusciamo a farlo anche dal cellulare. Sono in forte aumento le app che ci consentono di gestire con un touch operazioni bancarie, l’attivazione di polizze con una semplice firma digitale, dal telefono gestiamo i pagamenti delle utenze di casa e possiamo programmare l’avvio della lavatrice. Tutto questo patrimonio di informazioni personali va protetto al pari di qualunque altro patrimonio – ha affermato Gianluca Zanini, Chief Sales & Marketing Officer di Europ Assistance Italia –. Conoscere il grado di consapevolezza dei consumatori nei confronti dell’importanza di questi dati sensibili e dei rischi di cui sono oggetto, ci consente di mettere a punto sistemi di cyber security facili e immediati”.

“Il margine di intervento è molto ampio: il nostro obiettivo come Caring Company è dare risposte alle preoccupazioni di chi, ad esempio, teme che i propri figli siano esposti ad adescamenti online e ad azioni di cyberbullismo e parliamo di una famiglia italiana su due – ha proseguito Zanini –. Ancora una volta abbiamo voluto farci promotori e pionieri con Digitale Sicuro, un mix di soluzioni fruibili da Pc o da mobile, che protegge dal furto di identità e che è frutto di un’esperienza di quindici anni sviluppata dai nostri colleghi statunitensi”.

La ricerca, condotta a dicembre 2018 dal Gruppo Europ Assistance e sviluppata con LEXIS Ricerche in otto paesi Europei (Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Romania) e negli Stati Uniti con il metodo delle interviste online (800 persone per Paese) ha rivelato che il 55% degli Italiani, contro una media europea del 47%, è interessato ai nuovi sistemi potenzialmente disponibili sul mercato per la protezione della propria impronta digitale. Un interesse che aumenta con la presenza di bambini e adolescenti in famiglia così come di anziani. Se le intenzioni di acquisto di uno di questi servizi a protezione dei propri dati risultano superiori rispetto a quelle del 2017* (49% molto interessato a fronte del 41% dell’anno precedente), gli Italiani si dichiarano estremamente interessati a sistemi di prevenzione, con una media tra le più alte d’Europa e sarebbero disposti a pagare per una copertura contro i rischi informatici. Dopo Austria e Spagna, l’Italia è tra i Paesi con una disponibilità di pagamento più alta (tra i 5 e i 10 euro al mese).

Cyber risk: alta consapevolezza in USA e in Europa, italiani tra i più preoccupati

La consapevolezza dei rischi di esposizione ai crimini informatici è alta in tutti i Paesi interessati dall’indagine, in particolare per quanto riguarda quelli legati a virus e malware. La consapevolezza di un rischio di furto di identità è elevata negli Stati Uniti e meno diffusa nei paesi europei, mentre il phishing e il ransomware sono rischi nel complesso meno noti. Gli italiani, che dichiarano una certa familiarità con i rischi principali (virus e malware), sono però tra gli ultimi per quanto riguarda la conoscenza di adeguate contromisure. Solo il 32% (con una media EU del 37% è informato su soluzioni di protezione, mentre negli Stati Uniti si registra una media del 65% di consumatori attenti a questo genere di soluzioni.

Percezione del pericolo informatico: le famiglie con bambini e anziani si sentono più esposte

La percezione dell’“esposizione personale” ai rischi informatici nel nostro paese è tra le più alte d’Europa. Il 39% degli Italiani si dichiara vulnerabile al pericolo di attacco informatico e furto d’identità – a fronte di una media Europea del 30% – raggiungendo il dato USA. Una preoccupazione che in Italia si alza ulteriormente quando il focus si sposta su bambini e anziani: livelli che arrivano al 42% quando riguarda i minori (tra le più alte in Europa insieme a Spagna e Romania) e al 37% – la più alta in Europa insieme alla Spagna – quando il tema è legato ai genitori anziani.

Furto d’identità, la maggiore preoccupazione dei consumatori italiani

Uno dei temi centrali della ricerca, sia in fatto di rischi che di possibili soluzioni è quello del furto di identità, un timore concreto quando si parla di crimini informatici. L’attenzione degli Italiani e la relativa preoccupazione di rimanere vittima di un furto d’identità è tra le più alte d’Europa (il 55% si dichiara da “abbastanza” a “molto preoccupato” di questa eventualità), dieci punti percentuali in più rispetto alla media Europea e seconda nel continente solo alle preoccupazioni degli spagnoli.

Se la possibilità di un grave infortunio o il rischio di rimanere coinvolti in un incidente stradale rimangono principali preoccupazioni della vita reale, quello di essere vittime di un furto di identità online scala posizioni e, per quanto riguarda i consumatori italiani, è sensibilmente più alto rispetto alla media Europea, insieme al rischio di rimanere vittima di un attacco di Cyber Crime: 6.39 su una media Europea del 5.86 (in una scala da 0 a 10 dove 0 è ‘per nulla preoccupato’ e 10 ‘molto preoccupato’).

In relazione all’utilizzo di internet, gli Italiani si allineano al dato degli Stati Uniti e sono per più della metà dei casi ‘abbastanza’ o ‘molto preoccupati’ dall’eventualità di furto d’identità nel quotidiano utilizzo del web. La violazione della privacy con relativo monitoraggio delle proprie abitudini di navigazione, di siti web visitati e acquisti effettuati online è una apprensione superiore di otto punti rispetto alla media europea, mentre preoccupano, quasi allo stesso livello, l’attuazione di crimini online a proprio nome e con i propri dati personali, il reperimento delle informazioni per accedere all’abitazione e l’hackeraggio della propria email.

Se il rischio di utilizzo e vendita delle proprie informazioni in rete per fini criminosi scende rispetto al 2017 (dal 74 al 61% la percentuale di chi si dichiara da ‘abbastanza’ a ‘molto preoccupato’), gli Italiani sono tra i più preoccupati in Europa rispetto ad acquisti e pagamenti online. Rispetto alla media Europea si registra un +5% di chi è preoccupato di un hackeraggio del proprio conto corrente online, +9% di chi teme un furto della carta di credito, +6% l’hackeraggio dei propri dati sulle più popolari piattaforme per l’acquisto di beni e servizi online.

Uso di internet: preoccupa meno rispetto ad un anno fa, ma grande attenzione al cyberbullismo

Un dato parzialmente positivo per l’Italia è quello che registra la minore sensazione di rischio, rispetto al 2017, legato all’utilizzo di internet e alla propria attività in rete. Se nel 2017 il 48% si esprimeva con punteggi dall’abbastanza al “molto preoccupato”, il 2018 appare più fiducioso: la percentuale scende infatti al 41%.

Tra le principali ansie (con valori più alti della media europea) rispetto all’attività in rete ci sono ancora una volta quelle legate ai giovanissimi. Il 55% teme l’adescamento di un minore online da parte di malintenzionati, il 54% un attacco di cyberbullismo nei confronti dei propri figli e il 53% che qualcuno possa persuadere i propri figli a rilasciare online informazioni sensibili come il proprio indirizzo o numero di telefono.

Dalla percezione alla realtà: esperienze e mezzi di protezione

Alla domanda se si sia a conoscenza di qualcuno che è stato vittima di un attacco informatico, la risposta dei consumatori Italiani si allinea alla media Europea. Per quasi uno su quattro (24% rispetto al 25% della media Europea) la risposta è positiva e per il 54% dei casi la cosa è avvenuta meno di un anno fa.

Il veicolo più conosciuto per un crimine informatico? Per gli italiani si tratta dell’e-mail: indicate dal 40% del campione e seguite da furto di carta di credito e da virus/malware che hanno attaccato i propri dispositivi a seguito della navigazione in rete. Il 31% dei nostri connazionali, su una media europea del 28%, ritiene piuttosto probabile l’essere vittima di un attacco informatico, percentuale che sale di circa tre punti se le potenziali vittime sono bambini o genitori anziani.

Sistemi di protezione della propria presenza online: di chi ci fidiamo?

Ma quando si tratta di protezione dei nostri dati, da chi si aspettano che questo genere di servizio venga offerto? Seppur con un indice di fiducia più basso rispetto alla media europea, sono banche e società di emissione di carte di credito quelle su cui gli italiani ripongono maggiore affidabilità. Sono anche quelle, le banche in particolare, da cui dichiarano di poter acquistare soluzioni di protezione contro il cyber crime, precedute solo dalle software house. Elevato l’apprezzamento nei confronti di servizi di monitoraggio (49% molto interessati), di alerting (60%) e la possibilità di poter contare su un servizio attivo 24/7 (58% chi si dichiara molto interessato a questo).

Europ Assistance - Infografica Barometro Cyber&Digital Protection

Intermedia Channel


* Nel marzo 2017 il Gruppo Europ Assistance e Lexis Ricerche hanno condotto una breve indagine test su ‘CyberCrime e Digital Protection’ in sei paesi europei – Italia, Francia, Spagna, Polonia, Germania e Belgio – su un campione di 4800 consumatori totali

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