Tra i principali risultati ottenuti dal gruppo assicurativo bolognese nella sostenibilità, 9% di riduzione delle emissioni di CO2 equivalenti derivanti dalle proprie sedi nell’ultimo triennio, 22,7% dei premi raccolti nell’ultimo anno da prodotti con valenza Environmental, Social, Governance (ESG), 86,3% degli investimenti del 2018 sottoposti a monitoraggio ESG (di cui il 98,2% sono stati certificati come sostenibili), 326 milioni di Euro gli investimenti 2018 volti al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che compongono l’Agenda Globale delle Nazioni Unite, 17,7 milioni investiti lo scorso anno per la formazione dei 14 mila dipendenti e 33 mila collaboratori della rete di vendita, con 1,5 milioni di ore erogate e 1.742 corsi a catalogo. Nel nuovo Piano Strategico 2019‐21 è previsto l’aumento del 30% della penetrazione dei prodotti con impatto sociale e ambientale sul portafoglio complessivo assicurativo e l’incremento a 600 milioni di Euro degli investimenti a supporto degli SDGs
Il Gruppo Unipol ha recentemente presentato oggi il Bilancio Integrato 2018, documento che da tre anni integra i risultati finanziari con quelli conseguiti nella sostenibilità socio‐ambientale. La pubblicazione del bilancio ha fatto anche da sfondo al convegno “Cambiamento climatico: i nuovi orizzonti per le imprese”, evento inserito nell’ambito della terza edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), associazione formata da oltre 200 organizzazioni della società civile “accomunate dalla volontà di diffondere una forte cultura della sostenibilità”.
Il dibattito principale del Convegno ha avuto inizio dal report “Riscaldamento Globale di 1,5°C” recentemente lanciato dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change – Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), dal quale è emersa la necessità nei prossimi 12 anni di accelerare gli impegni nella lotta ai cambiamenti climatici per rispettare gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi. Il riscaldamento globale potrebbe infatti già raggiungere 1,5 gradi fra il 2030 e il 2052.
Per evitare pesanti conseguenze, evidenziano dal Gruppo Unipol, sono necessari cambiamenti rapidi e lungimiranti in molti settori che dovranno portare alla riduzione delle emissioni globali di circa il 45% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 2010) e all’azzeramento entro il 2050. Stanno dunque crescendo le iniziative a livello internazionale per richiedere al settore privato, ed in modo specifico al settore finanziario (tra cui le assicurazioni), una maggiore trasparenza nell’identificazione, valutazione e rendicontazione degli impatti finanziari dei rischi ed opportunità legate al clima.
In questo contesto, il gruppo assicurativo bolognese, come riportato nel Bilancio Integrato 2018, ha anzitutto ridotto del 9% le emissioni di CO2 equivalenti nelle proprie sedi. Un impegno del Gruppo cui si aggiungono altre iniziative nel contrastare i cambiamenti climatici e, più in generale, nella tutela ambientale.
“L’impegno del Gruppo Unipol in materia di cambiamenti climatici ha avuto inizio nel 2015 con un importante documento di advocacy “Unipol per il clima”, nel quale si evidenzia l’importante ruolo che l’assicurazione può avere sia per promuovere modelli di sviluppo più sostenibili che, soprattutto, per supportare processi di adattamento – ha dichiarato Pierluigi Stefanini, presidente Gruppo Unipol –. Da allora, abbiamo rafforzato il nostro presidio interno, prestato attenzione ai nostri investimenti e alle imprese che assicuriamo, nonché sviluppato la nostra offerta di protezione”.
Più in particolare, Unipol ha realizzato negli anni “un’offerta di prodotti/servizi volta ad una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici”, in particolare per il settore del turismo e il settore agricolo.
“Lavoriamo intensamente e con diversi partner per realizzare soluzioni per i nostri clienti in materia di cambiamenti climatici e più in generale nello sviluppo di modelli sostenibili – ha affermato Enrico San Pietro, condirettore generale Area Assicurativa UnipolSai –. Ne sono degli esempi concreti la garanzia “Salvastagione” per i danni indiretti alle attività legate al turismo, oltre ad una serie di strumenti a supporto delle imprese e delle pubbliche amministrazioni per l’identificazione delle aree di vulnerabilità”.
Come previsto nel nuovo piano strategico 2019‐2021, il Gruppo proseguirà e rafforzerà in futuro l’impegno nella lotta ai cambiamenti climatici e nel supporto alle imprese. Lo farà “sia attraverso un’innovativa protezione del conto economico da frequenti eventi naturali di media entità, sia grazie allo sviluppo di modelli predittivi per il rischio climatico, per aumentare la resilienza delle aziende dei diversi settori”.
Unipol mira inoltre ad aumentare del 30% la penetrazione dei prodotti con impatto sociale e ambientale sul portafoglio complessivo assicurativo e intende incrementare a 600 milioni di Euro gli investimenti volti al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) che compongono l’Agenda Globale delle Nazioni Unite.
Oltre all’impegno in materia di cambiamenti climatici, il Bilancio Integrato 2018 illustra e misura come il Gruppo Unipol crei valore per tutti i propri stakeholder. La sostenibilità del business nel medio e lungo termine viene misurata nel documento con indicatori di sostenibilità, finanziari e non finanziari.
Nel 2018, in particolare, il 22,7% dei premi raccolti proveniva da prodotti con valenza ESG (Environmental, Social, Governance), l’86,3% degli investimenti sono stati sottoposti a monitoraggio ESG (di cui il 98,2% sono stati certificati come sostenibili), 326 milioni di Euro sono stati investiti a supporto degli SDGs e sono stati investiti 17,7 milioni di Euro per la formazione dei 14 mila dipendenti e 33 mila collaboratori della rete di vendita, con 1,5 milioni di ore erogate e 1.742 corsi a catalogo.
L’operato del Gruppo, infine, è positivamente percepito dai suoi vari stakeholder: con un punteggio di 67,1 è infatti la prima azienda per reputazione nel settore finanziario (bancario e assicurativo) secondo la classifica 2018 Italy RepTrak diffusa da Reputation Institute, azienda globale operante nell’ambito della misurazione della reputazione aziendale.
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