-Covid-19 ha fato emergere criticità nelle trasparenza dei contratti assicurativi
-Da aprile anche le polizze assoggettate alla legislazione sui contratti sleali
Molte persone che in Australia hanno avuto voli cancellati a causa della pandemia hanno scoperto a proprie spese che nella loro polizza viaggi vi erano condizioni e limiti di copertura non conosciuti quando l’avevano sottoscritta.
Ad esempio l’ombrello assicurativo non si apre se l’evento che ha determinato la cancellazione del viaggio era “conosciuto” , ma non sempre, come è avvenuto per covid-19, è stato possibile determinare in che momento la consapevolezza del lockdown è apparsa chiara a tutti. In molti casi poi una copertura aggiuntiva è offerta dalla compagnia aerea e si aggiunge a quella di base offerta dall’agenzia di viaggio ma spesso ad un prezzo non ragionevole.
Sono soltanto alcuni esempi dei problemi in cui nelle ultime settimane i consumatori si sono imbattuti nel momento in cui hanno cercato di ottenere il risarcimento dall’assicuratore per un viaggio mancato.
E’ così emerso che molti di quei contratti assicurativi sono scritti con clausole non sempre chiare e condizioni che scattano all’insaputa del sottoscrittore. Ed ora sono scese in esempio le authority.
La Commissione reale bancaria ha imposto un nuovo “modello di vendita differita” per le coperture offerte dalla compagnia aerea e, a partire dal 5 aprile scorso, ha assoggettato anche le polizze assicurative alla legge sui contratti sleali.
E si discute se estendere anche alle polizze viaggi le schede informative chiave che già caratterizzano l’assicurazione sulla casa.