I danni subiti dalle aziende e dai privati nelle recenti rivolte avvenute in Usa in seguito alla morte di George Floyd saranno rimborsati, almeno in parte, dal mercato assicurativo. “La maggior parte delle polizze standard per gli imprenditori e i proprietari di abitazione forniscono copertura per danni causati da disordini civili”, ha dichiarato Paul Blume, vicepresidente senior dell’American Property Casualty Insurance Association, l’associazione delle compagnie danni statunitensi.
Rassicurazioni – riferisce Dow Jones – sono venute anche da Loretta Worters, vicepresidente Insurance Information Institute (III), la fondazione che raggruppa le maggiori compagnie del paese. La maggior parte delle polizze di business interruption – ha sottolineato – “può aiutare a coprire costi quali mutui, canoni o pagamenti in leasing; tasse, buste paga e pagamenti di prestiti nonché il reddito netto perso se le imprese sono costrette a chiudere o ridurre le ore a causa del danno. Tuttavia, può essere difficile per alcune aziende mostrare una perdita di reddito, poiché molti sono stati chiusi o operano a capacità limitata sin dall’inizio della pandemia”.
L’8 giugno scorso giugno lo stesso III aveva diffuso le prime stime assicurative sulle rivolte, destinate a divenire il maggior evento di questo tipo con danni superiori a quelli ($1,42 miliardi) che nel 1992 fecero seguito al pestaggio di Rodney King.