12 ottobre 2020 – Negli ultimi 10 anni Samsung Fire & Marine e Samsung Life, le unità assicurative del gruppo coreano di elettronica, hanno investito più di $ 13,8 mld a sostegno dell’industria del carbone attraverso il finanziamento di progetti, obbligazioni e coperture assicurative, secondo i dati forniti dal Korea Sustainability Investing Forum (Kosif), un’ organizzazione non governativa.
Le due controllate di Samsung sono anche le più grandi compagnie di assicurazione vita e danni della Corea del Sud.
I legami del conglomerato con l’industria del carbone – riferisce CE Noticias Financieras – ha provocato le critiche dei fondi pensione stranieri, compresi quelli che investono in Samsung Electronics, il fiore all’occhiello del gruppo. Le questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) sono una questione sempre più importante per gli investitori istituzionali, molti dei quali cercano di ridurre la loro esposizione ai combustibili fossili.
“È deplorevole che le istituzioni finanziarie siano grandi investitori in progetti energetici a carbone”, ha affermato Karl Yang, amministratore delegato di Kosif. “Lo fanno solo per fare soldi a breve termine, indipendentemente dalle minacce alla salute pubblica e al riscaldamento globale”.
Tra i maggiori critici alle esposizioni al carbone del gruppo Samsung sono KLP, (il più grande fondo pensione della Norvegia), APG Asset Management (investitore pensionistico olandese) e MP Pension della Danimarca. Insieme, gestiscono asset per più di 700 miliardi di dollari.
In risposta alle critiche Samsung Fire & Marine e Samsung Life hanno promesso di non partecipare ad alcun finanziamento diretto aggiuntivo verso progetti a carbone né di rifinanziare gli investimenti esistenti. Ma quelle promesse non si estendono al sostegno finanziario tramite obbligazioni o sottoscrizione assicurativa.
Il gruppo di elettronica ha anche affermato di essere “sulla buona strada” per raggiungere quest’anno l’obiettivo di utilizzare solo energia rinnovabile negli Stati Uniti, in Europa e in Cina. Ma ha rifiutato di rivelare la percentuale di energia rinnovabile che utilizza in Corea del Sud o Vietnam, dove si trovano le sue più grandi fabbriche.