La Fifa ha stipulato un’assicurazione con una capienza massima di di 900 milioni di dollari per la prossima edizione della Coppa del Mondo di Qatar 2022. Lo rende noto la Federcalcio mondiale nel suo report annuale. La quota assicurata raggiunge comunque soltanto una parte dei ricavi previsti per l’edizione della manifestazione previsti in 4.666 milioni di dollari, più della metà dei quali derivanti dai diritti televisivi. Non è stato reso noto il nome delle compagnie che hanno assunto il rischio. La Federcalcio mondiale ha precisato di aver stipulato l’assicurazione nel 2019, prima che l’emergenza Coronavirus esplodesse.
«I rischi coperti includono disastri naturali, incidenti, rivolte, guerre, atti di terrorismo ed epidemie». Per il prossimo anno – è la speranza della Fifa – la campagna vaccinale nel mondo si dovrebbe essere conclusa, ciò che dovrebbe garantire il normale svolgimento delle partite e l’afflusso degli spettatori negli stadi.
«Il budget annuale 2022 conferma che le aspettative per il 2019-2022 (6,44 miliardi di dollari) saranno pienamente soddisfatte», si legge in una nota. La Fifa aveva previsto un fatturato di 766 milioni di dollari nel 2019, 266,5 milioni di dollari nel 2020 e 742 milioni di dollari nel 2021, una cifra che si moltiplica per il prossimo anno. La Coppa del Mondo è la principale fonte di guadagno per l’organo calcistico. Per questo motivo, il budget 2022 è particolarmente importante per il budget del quadriennio.«La situazione finanziaria della Fifa dipende dal successo nell’organizzazione della Coppa del Mondo perché quasi tutti i contratti con i suoi partner commerciali sono legati a questo evento – sottolinea l’organizzazione nella relazione sulla gestione – in caso di cancellazione, riduzione o blocco del Mondiale, la Fifa correrebbe il rischio di essere potenzialmente esposta ad azioni legali».
Comunque proseguono le proteste per la scelta del Qatar come sede dei giochi. Nelle ultime settimane – segnala Associated Press – anno riguardato le penose condizioni di lavoro degli operai immigranti che stanno costruendo gli stadi.
a cura della Redazione