Milano, 15 aprile 2021 – E se UniCredit-Generali si fondessero? La domanda viene lanciata dagli analisti di Morgan Stanley che – in un report dal titolo teatrale ‘A ceo’s dilemma’ in riferimento alla sfide che avra’ davanti il nuovo ceo Andrea Orcel – spiegano come ‘anche se complessa’ una fusione tra le due big italiane ‘potrebbe avere una logica industriale’. I potenziali vantaggi di un tale accordo sarebbero soprattutto ‘la capacita’ di sfruttare i clienti esistenti della banca in Italia, Germania, Austria e nel resto della Ue’, e ‘il potenziale per sviluppare prodotti integrati e smantellare gli accordi di distribuzione esistenti per massimizzare la redditivita”. Oltre al ‘se’, le domande sul ‘come’ fondere i due gruppi non mancano.
Ad esempio, ragionano gli analisti, UniCredit e Generali potrebbero ‘plausibilmente’ adottare la pratica di creare una holding e gestire separatamente le attivita’ bancarie e assicurative, ma questo suggerirebbe ‘che non c’e’ necessariamente molta integrazione tra le due’ entita’. Quindi, gli esperti di Morgan Stanley si aspetterebbero da un possibile M&A ‘entrate limitate e sinergie di costo, che implicherebbero una diluizione dell’utile per azione, ma significative sinergie di capitale dall’applicazione del Danish Compromise’. Il riferimento e’ alla regola contabile che allevia l’assorbimento di patrimonio per le banche che detengono assicurazioni.
Fonte: “Il Sole 24Ore Radiocor Plus”