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Compagnie europee primeggiano nella sostenibilità

Nella classifica globale di ShareAction sul rispetto dei fattori ESG Axa al primo posto seguita da Allianz. Generali al sesto posto

In fondo alla lista le compagnie Usa Aig, Nationwide e Genworth Financials assieme alle cinesi Ping An e People’s Insurance Company

Le assicurazioni europee sopravanzano nettamente quelle statunitensi e cinesi nell’attenzione al clima, alla governance e nel rispetto dei diritti umani e sociali. Lo afferma un report dell’associazione ambientalista ShareAction che, in una classifica sul settore assicurativo mondiale, ha attribuito i peggiori punteggi alle compagnie Usa American International Group Inc., Nationwide Mutual Insurance Co. e Genworth Financial Inc. assieme alle cinesi Ping An Insurance Group Co. e People’s Insurance Company (Group) della China Ltd.

Sul fronte opposto primeggiano Axa che si è classificata al primo posto, seguita dalla tedesca Allianz. Al sesto posto si classificano le Generali. Nessuno dei 70 assicuratori censiti dal report – spicca l’assenza dei Lloyd’s londinesi – cui fanno capo asset complessivi per $ 22mila miliardi, ha ricevuto il massimo dei voti nelle pratiche ESG. Va notato che il report, nell’attribuire i suoi punteggi ha dato maggiore importanza agli aspetti relativi alla governance rispetto a quelli riguardanti il clima, la biodiversità, i diritti umani,.

“Gli assicuratori sono in una posizione migliore rispetto a qualsiasi altro tipo di istituto finanziario per esercitare pressioni su società insostenibili, poiché le imprese non possono operare senza assicurazione – ha affermato Felix Nagrawala, uno degli autori del rapportoma la gran parte di loro non riescono a utilizzare questa influenza. Nonostante la presunta competenza del settore nella gestione del rischio, gli assicuratori continuano a ignorare i rischi sistemici del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità “.
Nel complesso il settore assicurativo può fare molto di più. Soltanto il 15% delle compagnie scrutinate ha policy per limitare la sottoscrizione di sabbie bituminose, petrolio di scisto (shale oil) o esplorazione petrolifera artica, alcune delle fonti energetiche a più alta intensità di carbonio. Nessuna impresa, inoltre, ha preso impegni precisi sulla biodiversità, ad esempio in materia di deforestazione. Solo il 13% ha policy che escludono gli investimenti in società che violano consapevolmente i diritti umani e dei lavoratori e solo il 17% ha un membro del consiglio con competenze specifiche in materia di sostenibilità.

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