Attualmente in Italia il fascicolo sanitario consolida i dati delle prestazioni fornite dal servizio sanitario nazionale ma non di quelle erogate da operatori privati
Insurance Europe, l’associazione degli assicuratori europei, ha risposto ad una consultazione lanciata dalla Commissione Europea con l’obiettivo di istituire una cornice regolamentare per l’accesso e lo scambio di dati sanitari personali. A giudizio delle compagnie del continente il nuovo framework – sottolinea un comunicato – dovrebbe stabilire una serie di norme a vantaggio dei consumatori per garantire una reale parità di condizioni tra quanti condividono e accedono ai dati sanitari.
In particolare i cittadini dovrebbero essere in grado di consentire l’accesso ai propri dati personali in misura molto maggiore di quanto sia possibile oggi. Dovrebbero, ad esempio, poste in essere soluzioni pratiche che consentano alle persone di esercitare il controllo sui propri dati, garantendo nel contempo la sicurezza dei dati sensibili.
Inoltre, gli individui – è il parere di Insurance Europe – “dovrebbero essere in grado di concedere ad altre parti, come gli assicuratori, l’accesso ai dati da loro generati nel corso del trattamento medico. Ad esempio, la conclusione e l’esecuzione di contratti assicurativi (ad es. per l’assicurazione sulla vita, sulla salute, sulla responsabilità civile e sugli infortuni) può richiedere ai pazienti di divulgare dati sanitari rilevanti e di fornire documenti di verifica. La raccolta di tali informazioni si rivela spesso ingombrante e lenta”.
Questi problemi potrebbero essere risolti se, ad esempio, “i pazienti potessero invece consentire all’assicuratore di raccogliere i dati necessari dalle cartelle cliniche elettroniche. Inoltre, la condivisione dei dati amministrativi in formato digitale può ottimizzare il rimborso delle spese sanitarie da parte degli assicuratori”.
Va inoltre considerato – osservano infine gli assicuratori europei – che “molti diritti, come il diritto di accesso ai propri dati e il diritto di richiederne la trasmissione in formato elettronico, sono già garantiti dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr). La proposta di regolamentazione dovrebbe pertanto evitare qualsiasi duplicazione delle norme”.
Il progetto europeo si confronta con una quadro continentale molto differenziato. Ad esempio in Italia il fascicolo sanitario dei cittadini ingloba i dati delle prestazioni fornite dal servizio sanitario nazionale ma non di quelle erogate da operatori privati. Sicché i medici che prendono in cura i pazienti non possono agevolmente accedere all’intero set di informazioni necessarie per una diagnosi ed una cura.