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Trend: l’industria assicurativa deve prepararsi all’aumento dell’inflazione, dice Swiss Re

C’è inflazione ed inflazione. C’è l’aumento dei prezzi determinato dalla crescita economica che spinge all’insù il carovita. E c’è l’inflazione sociale come viene definito l’aumento dei risarcimenti deciso dai tribunali per indennizzare chi ha subito una menomazione o, semplicemente, un torto. E’ quest’ultima forma di inflazione a preoccupare maggiormente gli assicuratori, ha detto Thierry Léger, chief underwriting officer di Swiss Re AG .

“L’inflazione” – ha spiegato nel corso di una conferenza stampa ripresa da SNL –“incrementa i costi dei sinistri per assicuratori e riassicuratori. Pur rilevando che l’esposizione all’inflazione varia in base alla linea di business, Léger ha affermato che nel complesso “l’inflazione è nemico del settore assicurativo”.

Tuttavia mentre una parte dell’attuale inflazione economica è “di transizione” e diminuirà, “pensiamo che le prospettive inflazionistiche siano più elevate”. L’industria deve affrontare – ha aggiunto – i continui effetti dell’inflazione sociale, in particolare negli Stati Uniti, poiché le giurie concedono ai richiedenti risarcimenti sempre più elevati nelle vicende giudiziarie che coinvolgono le società. E’ in pieno corso la terza ondata di inflazione sociale, guidata da “sofisticati studi legali e da un generale sentimento ostile alle grandi corporation nella popolazione. Non vediamo assolutamente alcun motivo per cui questa terza ondata di inflazione sociale finisca presto”, ha detto Léger.

Il settore assicurativo sta anche affrontando crescenti richieste di risarcimento da catastrofi naturali, in particolare dai cosiddetti pericoli secondari, quelli diversi dalle tempeste tropicali o dai terremoti, come incendi, inondazioni e tempeste convettive. Swiss Re ha stimato nella sua presentazione che nel 2021 finora l’industria ha subito richieste tra i 14 e i 16 miliardi di dollari per la tempesta invernale Uri negli Stati Uniti, tra i 4 e i 5 miliardi di dollari per le tempeste europee di giugno, tra i 9 e i 12 miliardi di dollari per le inondazioni di luglio in Europa e tra 1 miliardo e 2 miliardi di dollari per le inondazioni in Cina.

Léger ha affermato che i rischi secondari hanno “veramente trainato il carico di perdite” nel 2021 e che mentre la “grande maggioranza” dell’aumento è stata causata dalla crescita dell’urbanizzazione e dai valori assicurati più elevati nei centri urbani, il cambiamento climatico ha iniziato a diventare un “driver chiave” in alcuni pericoli secondari.

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