I mancati controlli di sicurezza sul 737 Max favorirono indirettamente due crash dove persero la vita 347 persone

Gli attuali ed ex direttori di Boeing hanno raggiunto un accordo da circa 225 milioni di dollari per risolvere una causa che gli azionisti hanno intentato al gruppo per non aver supervisionato correttamente le questioni di sicurezza relative al 737 MAX. Saranno gli assicuratori a pagare poiché scatterà la protezione prevista dalle polizze director & officer (D&O) che proteggono gli amministratori delle società nei casi di responsabilità civile.
Secondo quanto riferisce la Dow Jones sarebbe questo l’esito di una vicenda nata in seguito alla caduta di due 737 Max tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 in Indonesia ed in Etiopia. Le indagini rivelarono che gli incidenti, dove persero la vita 347 persone, furono causati da problemi tecnici legati al sistema di volo automatizzato, che causava letture errate del sensore spingendo il muso dell’aereo ripetutamente verso il basso senza che i piloti riuscissero a riprenderne il controllo.
La responsabilità fu attribuita alle lacune nel modo in cui erano state gestite le questioni di sicurezza degli aeromobili. L’azienda da allora ha cambiato il modo in cui gestisce la sicurezza, compresa l’aggiunta di un comitato del consiglio incentrato sull’argomento. Tuttavia gli azionisti hanno avviato una causa nei confronti degli amministratori vecchi e nuovi.
Come parte dell’accordo proposto, Boeing ha accettato di assumere un ombudsman (difensore civico che svolge il compito di mediatore) per gestire le questioni interne e di nominare un membro del consiglio con particolare esperienza nella sicurezza aerea
La transazione non dovrebbe includere un’ammissione di illecito da parte dei direttori, tra cui l’amministratore delegato David Calhoun secondo quanto hanno riferito alcune fonti al corrente del dossier. Calhoun, amministratore della Boeing dal 2009, era tra i membri del consiglio che ha supervisionato la gestione durante lo sviluppo dell’aereo e tra due incidenti
La parte monetaria dell’accordo sarebbe appunto pagata dagli assicuratori in base a quanto previsto dalle polizze D&O.