Assifact stima per l’anno prossimo una crescita del volume d’affari tra il 5,68% e il 10,79%

Secondo un’indagine di Assifact, l’Associazione italiana per il factoring, il settore chiuderà lil 2021 con un incremento del 9,66% rispetto all’anno precedente.
La pandemia e le difficoltà dei lockdown hanno messo in evidenza la capacità del factoring nel cogliere e amplificare la ripresa economica ma anche, nell’ipotesi di scenari più pessimistici, di essere comunque presente al fianco delle imprese, offrendo una risposta più che proporzionale alle esigenze di finanziamento e di gestione del capitale circolante, comprese le catene di approvvigionamento.
Con la ripresa economica in atto, la crescita del factoring proseguirà anche nel 2022: le proiezioni basate su dati congiunturali, considerando il rapporto factoring/Pil, indicano per fine anno prossimo un tasso di crescita atteso del volume d’affari compreso tra +5,68% e +10,79%.
Secondo Alessandro Carretta, professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università Tor Vergata di Roma e segretario generale di Assifact, “in un momento di forte discontinuità come quello attuale, caratterizzato dalla prosecuzione dell’emergenza sanitaria, dall’andamento dell’inflazione, dalle attese sui tassi di interesse e sugli effetti del PNRR, è sempre difficile fare previsioni. Queste riflessioni e questo confronto con gli operatori sono importanti e servono proprio per essere preparati alle incertezze e ai vari scenari possibili. È questo lo spirito che accompagna l’elaborazione e la presentazione del nostro rapporto Forefact”.
Con la pandemia il mercato del factoring a livello mondiale aveva registrato nel 2020 il primo calo dopo 10 anni di crescita ininterrotta. È accaduto anche in Italia, dove il segno negativo è stato tuttavia inferiore rispetto alle forme di finanziamento bancario a breve termine, e questo nonostante l’esclusione dei factoring dai primi provvedimenti di moratorie e garanzie pubbliche varati nell’emergenza. Dopo il primo lockdown nella primavera 2020 è quindi iniziato un progressivo recupero che non si è fermato neanche con il secondo lockdown, con una forte accelerazione a partire dal secondo trimestre 2021.