
Michele Novelli nel nostro libro “Insurtech 2030: il futuro è già qui” evoca la possibilità della scomparsa delle assicurazioni. Egli non intende affermare che le assicurazioni periranno, ma che, con lo sviluppo degli ecosistemi, esse potranno essere integrate nell’offerta di altri prodotti e servizi da parte dei produttori e non essere pertanto più acquistate, né percepite come un servizio a sé stante da parte della clientela.
Questo fenomeno che viene denominato di “embedded insurance” potrebbe cambiare in modo sostanziale i modelli di business del settore assicurativo, anche se, come possiamo immaginare, non riguarderà tutte le coperture assicurative, ma solo alcune.
Da una parte, l’embedded insurance riguarda la partecipazione degli assicuratori agli ecosistemi di offerta, spesso in una posizione ancillare, e li obbliga a negoziare con i produttori di beni e servizi. Data la forza negoziale delle controparti, questo fenomeno potrà innescare un effetto o di riduzione dei margini o di aumento delle commissioni di distribuzione.
Inoltre, la capacità di attrazione degli assicuratori, in questo scenario, sarà direttamente collegata alla loro competenza nel proporre forme assicurative che migliorino la posizione competitiva del prodotto/servizio principale, in chiave di marketing, e che si integrino perfettamente nel processo di vendita principale, senza creare attriti o frizioni. Questa seconda caratteristica richiede una tecnologia delle operazioni assicurative all’avanguardia, portatrice di flessibilità e adattabilità.
Dall’altra parte, ci sarà la possibilità del settore assicurativo di allargare di molto il suo spazio di operatività. Mentre, attualmente, la tendenza è quella di assicurare il bene o la persona per un tempo determinato e in relazione ai principali rischi cui sono esposti, ci si troverà ad intervenire per coprire una molteplicità di situazioni e di eventi specifici, legati alla commercializzazione e all’utilizzo del prodotto. Ci saranno molte coperture, per fare un esempi già presenti oggi, come le assicurazioni giornaliere vendute agli sciatori o le assicurazioni viaggio. Ogni situazione od evento che potrebbe comportare dei rischi, ogni bene acquistato che si può rompere o guastare, diventerebbe l’oggetto potenziale dell’assicurazione. E’ evidente a ognuno di noi che un tipo di assicurazione di questo genere richiederà sistemi di gestione automatizzati e flessibili, a fronte di premi medi per polizza bassi e una numerosità elevata di transazioni.
Non sempre tuttavia, l’embedded insurance, si tradurrà in una miriade di polizze di valore unitario limitato. Con la diffusione delle offerte ad abbonamento di molti prodotti e servizi infatti, l’embedded insurance potrebbe diventare anche il compagno di viaggio delle relazioni di lungo termine proposte dai produttori di altri beni o servizi.
Un esempio che viene spesso riportato è quello della decisione di Tesla di offrire all’atto dell’acquisto dell’auto, anche la copertura assicurativa. Una circostanza particolarmente significativa per il nostro Paese dove, nonostante la diminuzione del premio medio, l’assicurazione Auto rappresenta ancora quasi la metà delle assicurazioni danni ed è molto rilevante nel portafoglio degli agenti di assicurazione.
Molto più significativo per il nostro mercato rispetto a Tesla, è il recente annuncio dell’accordo tra Stellantis, la società nata dalla fusione di Peugeot e Fiat Chrysler con Wefox, volto ad offrire polizze pay-per-use tramite Free2Move, il marchio dedicato di Stellantis a nuove forme di mobilità. Secondo le notizie di stampa, si tratterebbe di applicare all’auto il modello Netflix: imprese o individui avrebbero a disposizione un automobile tramite un abbonamento mensile senza vincolo di durata che potrebbe essere disdettato in ogni momento. Wefox, oltre alla copertura assicurativa, manterrebbe sotto controllo lo stato di salute del veicolo e segnalerebbe eventuali guasti.
Questa notizia è interessante perché indica come un operatore assicurativo innovativo, ricordiamo che Wefox è la società Insurtech che ha ricevuto i più elevati finanziamenti in Europa, proponga delle coperture assicurative molto flessibili e comunque modalità diverse da quelle classiche. Questa notizia è rilevante per la quota di mercato di Stellantis in Italia e per la presenza di Wefox nel nostro mercato. Infine, questa notizia rappresenta un segnale che invita all’azione. Se le imprese di assicurazione e molti intermediari stanno già proponendo nuove soluzioni assicurative in tema di mobilità, questo annuncio accelera la potenziale “scomparsa” del rapporto con il cliente finale.
Pertanto nasce l’esigenza di accelerare parallelamente la trasformazione dell’offerta, non per inseguire i modelli di altri, ma per ritagliarsi uno spazio di azione nella nuova realtà che si sta delineando. Per le compagnie, questo significa la rinuncia a fare tutto internamente e l’apertura a partnership con realtà che offrono soluzioni per trasformare l’offerta e/o per dotare le reti distributive professionali di strumenti incisivi per presidiare e per conquistare i clienti. Per gli intermediari professionali, significa informarsi e formarsi, ma soprattutto collaborare ancora di più all’interno dei gruppi agenti e delle associazioni di categoria o con i singoli colleghi, con le imprese e con i concessionari per ricercare e attuare approcci di mercato che tutelino e rafforzino il presidio del territorio.
Il tempo che viviamo richiede agilità e determinazione: da una parte il mercato evolve e si trasforma, dall’altra si aprono spazi nuovi. Non è il momento di cercare di fare tutto da soli.
a cura di Massimo Michaud, Presidente di Cineas
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