
Che il settore assicurativo ormai stia cambiando verso una trasformazione tecnologica su tutta la sua filiera ( underwriting, distribuzione, gestione dei sinistri ecc ecc ) è assodato, così come a livello non solo europeo ma mondiale siano già operative da diversi anni molte società assicurative native tecnologiche .
Molte di queste una volta raccolti i capitali necessari alla loro crescita hanno deciso di quotarsi in borsa per poter aumentare la loro visibilità e dare maggiore impulso alla loro crescita diventando maggiormente visibili e obbligate a comunicare i loro numeri al mercato. Che giudica severamente, a volte.
Un esempio su tutti, forse il più conosciuto è Lemonade, nata del 2016 e oggi con più di 500 dipendenti e attività in 28 stati americani, Germania e Paesi Bassi, ha profondamente innovato il business assicurativo (dal product design alla gestione della relazione con il cliente) attraverso algoritmi e soluzioni digitali distinguendosi nella velocità di gestione dei sinistri annunciando nel 2017 di aver indennizzato un cliente in appena tre secondi e arrivando mesi fa a comprare Metromile per entrare nel settore delle polizze auto.
Queste aziende sono state , agli inizi, sostenute dagli investitori in una ottica di crescita nel tempo e non di valore e di risultato anno per anno, senza quindi preoccuparsi , nel medio breve, delle perdite ( anche ingenti ) a bilancio . In sostanza fino a poco tempo fa come spesso capita agli operatori fortemente innovativi, le perdite originate dagli investimenti per creare e sviluppare il modello di business, dotarsi di asset strategici (tecnologie, algoritmi) e definire processi capaci di sostenere nel tempo il vantaggio competitivo e la crescita venivano considerate un importante asset. I risultati di bilancio, anche molto negativi diventano quindi l’esito di una strategia che porta l’azienda a conquistare un nuovo mercato tra cui la quotazione in Borsa. In effetti è ancora così ma arriva anche il tempo in cui il mercato ti giudica per i risultati di valore. E il tempo arriva per tutti. E per alcuni è arrivato molto pesantemente.
Qualcosa del genere era accaduto ad Amazon: undici anni di perdite ininterrotte per miliardi di dollari, poi la generazione di profitti immensi e l’ingresso tra le tre capitalizzazioni da trilioni di dollari che ha convinto tutti.
Ecco, Amazon ha cominciato a generare profitti, sempre maggiori, segno che la tecnologia applicata al Business funziona .
Allora dobbiamo adesso porci la domanda se la stessa cosa valga anche per il settore assicurativo visto che , non so se noto a tutti, i principali attori del settore hanno avuto dall’inizio del 2022 ad oggi ( e quindi in pochi mesi ) un verticale crollo delle loro quotazioni di borsa :
- Oscar Health -77,29
- Lemonade – 81,99
- Hippo Holding – 80,22
- Root – 86,08
- Metromile – 92,71
Il mercato sembra adesso giudicare in maniera diversa le medesime società che in fase di Ipo aveva premiato con rialzi a due cifre ( Lemonade che oggi vale circa 18 dollari, per fare un esempio è arrivata ad un massimo di 145 dollari il 1 Gennaio 2021 per una capitalizzazione di 14 miliardi di dollari ) e che oggi punisce a fronte di quegli stessi risultati ” negativi” che prima premiava come asset prezioso.
Può essere cambiato l’atteggiamento verso queste società Insurtech ? È crollata la fiducia nelle stesse non ritenendole capaci di generare dei risultati positivi in materia assicurativa? È una sfiducia sul modello di business o forse è un messaggio degli investitori verso queste società che denota i ritardi a realizzare utili su quegli investimenti su cui le stesse avevano promesso elevati ritorni in utili e dividendi?
Certo è che prima o poi il mercato chiede risultati e tradirne la fiducia porta a queste situazioni.
Ciò che non deve accadere però è generalizzare e, sopratutto in materia assicurativa, di per sé molto tradizionale e tesa al mantenimento dello status quo e non sempre pronta al cambiamento , affermare che gli attuali risultati dei principali player, molto negativi se valutati sul crollo delle quotazioni debbano condizionare le prossime Ipo in Borsa o le prossime società che si sono presentate o si presenteranno sui nostri mercati, anche In Italia . Oppure nemmeno non pensare che le stesse società possano, modificando le loro prestazioni, poter recuperare i livelli di capitalizzazione del passato.
Vero che il passato deve essere preso sempre come esempio per i nuovi attori per evitare errori , se ve ne sono , che possano danneggiare il loro business così come appare evidente che nel business assicurativo la tecnologia e l’innovazione va calata in maniera graduale e intelligente .
Come avevamo già scritto in assicurazione non si potranno mai automatizzare tutti i processi e rendere la gestione di una Compagnia assicurativa totalmente scevra dall’intervento umano, specie sulla distribuzione di alcuni prodotti e sulla consulenza tesa alla loro vendita anche se , dall’altro lato, non si potrà prescindere da un radicale cambio di mentalità che possa modernizzare un settore ancorato ad un passato apparentemente sicuro ma ormai vecchio e inefficiente.
E non saranno gli andamenti di Borsa di alcuni titoli quotati a danneggiare quella trasformazione del settore Insurance sempre più necessaria e indispensabile per il futuro delle assicurazioni, non solo in Italia .
a cura di Marco Contini
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