È russa l’azienda leader nella produzione di black box
Occhio alle scatole nere. Se tutti sperano in una rapida fine della guerra tra Russia e Ucraina, resteranno comunque sul terreno i problemi da risolvere con la Russia. E non si parla solo di approvvigionamento energetico, ma anche su molti altri aspetti, a partire da quello tecnologico. Se la nostra pubblica amministrazione ha messo al bando l’antivirus russo Kaspersky, uno dei più potenti e diffusi a livello mondiale, il quotidiano la Verità ha messo l’accento su un altro problema: le scatole nere.
Nel mirino del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro è finita una vera e propria eccellenza: la Octo Telematics, società creata in Italia nel 2002, prima di passare nel 2014 sotto il controllo del fondo russo Renova
Parliamo di una delle principali aziende europee di big data dell’automotive, specializzate nelle cosiddette scatole nere per gli automezzi, quindi nella fornitura di informazioni sensibili alle assicurazioni.
Disegnare una “via italiana” alla Smart Mobility e alle Smart Cities: questa la strategia di Octo, che ha sede a Roma e dall’InsurTech si allarga alla gestione di flotte in rental e in sharing. Octo Telematics gestisce In Italia i dati delle scatole nere delle assicurazioni, la piattaforma della flotta Eni Enjoy inclusa la tecnologia Keyless e di sanificazione (impiegata dalla Nasa, utilizzabile anche per ambienti in ottica anti-Covid), fa parte del servizio Move-In di Regione Lombardia e ha vinto il bando regionale Call Hub con il progetto Cemp (insieme a Dell’Orto, Energica e Università di Modena e Reggio Emilia) per sviluppare la mobilità elettrica, sicura e connessa per moto e minicar.
Oggi conta oltre 6 milioni di veicoli connessi, circa 280 miliardi di miglia di dati di guida raccolti e 480.000 sinistri ed eventi assicurativi analizzati. Inoltre gestisce oltre 400.000 noleggi di veicoli al mese.
A detta del Ceo Nicola Veratelli, nel 2024 saranno più del 50% le polizze telematizzate su cui Octo andrà a proporsi, con nuove tecnologie di gestione digitale dei sinistri (liquidazione real-time). Alla luce di questi dati la Verità si chiede “se sia il caso di lasciare in mano russa un’immensa mole di dati sensibili riguardanti le nostre abitudini di guida, ma anche, in previsione dell’elettrificazione del settore, dei software per la gestione della mobilità elettrica”.
Può essere pensabile che i russi possano giocare a nostro danno con satelliti e auto? Difficile da pensare visto i rapporti industriali e high-tech tra Italia e Russia. Pensiamo solo alle divisioni operative di Leonardo (le ex aziende Finmeccanica) che collaborano con successo con imprese russe.
Piuttosto potrebbero essere gli stessi russi a finire tra le vittime degli hacker una volta conclusa la guerra in Ucraina, perché si sa che la guerra tecnologica non si ferma. Tuttavia, si può sostenere che, almeno per il momento, Octo Telematics non rappresenta certo un rischio.
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