Secondo l’Executive Risk Survey 2022 di Aon, il 79% dei dirigenti più importanti in azienda prevede una recessione, ma solo il 35% ritiene di essere preparato ad affrontarla
Una visione a lungo termine su rischi e crescita differenzia i leader più preparati alle sfide dagli altri

Il 79% dei dirigenti con la più alta responsabilità in azienda si attende un periodo di recessione, ma solo il 35% dichiara di sentirsi molto preparato ad affrontarla. È questo il principale risultato che emerge dalla Executive Risk Survey 2022 “Making Better Decisions in Uncertain Times”, presentata da Aon plc.
La survey ha coinvolto oltre 800 C-suite leader e dirigenti di aziende con più di 500 dipendenti per rispondere a domande riguardanti le caratteristiche che differenziano un leader molto preparato ad affrontare una recessione dagli altri o in che modo un leader assume decisioni migliori per posizionare la propria azienda in una traiettoria di crescita in un momento cruciale come quello attuale.
“La presenza di leader forti e preparati è fondamentale per proteggere la resilienza aziendale e individuare opportunità di crescita in contesti di maggiore volatilità”, ha affermato Greg Case, chief executive officer di Aon. “Il report di quest’anno rivela che i leader che sono pronti a fronteggiare le sfide economiche vedono nell’assumersi rischi calcolati un motore di crescita”.
Lo studio evidenzia che i leader che si sentono pronti ad affrontare uno scenario di recessione condividono quattro convinzioni fondamentali:
- Accettare il rischio è l’unica opzione. Il 62% dei manager molto preparati concorda sul fatto che la propensione della propria azienda al rischio è aumentata in scia all’attuale contesto macroeconomico. Inoltre, per le aziende che ritengono di essere molto preparate a fronteggiare la recessione, affrontare il rischio non è una scelta, bensì una questione di sopravvivenza.
- Le analisi e la consulenza di stakeholder interni ed esterni sono elementi fondamentali per prendere decisioni migliori. I leader molto preparati sono due volte più propensi ad apprezzare la consulenza di un advisor esterno per migliorare la capacità della propria azienda di intraprendere buone decisioni e affrontare i rischi. I manager ottimisti resistono anche alla tentazione di rallentare le assunzioni nonostante le difficili condizioni economiche. A tal proposito, il 42% dei leader più esperti si impegna molto per attrarre e trattenere i migliori talenti di livello executive, rispetto ad appena il 22% degli altri leader.
- Il Covid-19 ha mostrato che i rischi sono interconnessi. Il 61% dei manager molto preparati concorda nell’affermare che i rischi sono interconnessi, sulla base dell’esperienza maturata durante la pandemia da Covid-19. Inoltre, una netta maggioranza (73%) dei leader più esperti crede fortemente che la pandemia li abbia preparati a reagire con rapidità ai rischi emergenti, aumentando la loro fiducia nell’affrontare una recessione.
- Non frenare gli investimenti a lungo termine – né ignorare i rischi long-tail. I cinque rischi principali su cui tutti i leader aziendali riferiscono di essere maggiormente focalizzati sono: inflazione, crisi finanziaria, forniture di energia, attacchi cyber e interruzioni nella supply chain. Oltre a trattare questi rischi, un leader molto preparato guarda al futuro e dedica molto più tempo alle sfide sul lungo termine, tra cui la disuguaglianza economica e sociale, le tecnologie dirompenti, le criptovalute e la blockchain. Analogamente, quasi la metà dei leader molto preparati (49%) dedica molto tempo al tema del cambiamento climatico, a fronte di un 26% per gli altri leader.
Andrea Parisi, amministratore delegato e direttore generale di Aon spa, sostiene che “il rischio climatico è una certezza, e le condizioni metereologiche avverse stanno diventando sempre più parte della vita quotidiana. La ricerca mostra che il cambiamento climatico è una delle nostre maggiori sfide, ma potrebbe anche trasformarsi in una delle nostre maggiori opportunità. È l’esempio più evidente dell’interconnessione dei rischi. Un numero sempre maggiore di aziende guarda alle minacce del cambiamento climatico al di là della conformità normativa e della gestione della reputazione e pone l’attenzione sui rischi correlati dove l’impatto è immediato e misurabile: interruzione dell’attività, scarsità di materiali, problemi nella catena di approvvigionamento e danni reputazionali. I leader che investono più tempo e risorse in questa sfida sono di conseguenza più preparati”.
Foto in copertina: Andrea Parisi, amministratore delegato e direttore generale di Aon spa
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