Un’analisi del Financial Times segnala l’effetto dell’inflazione a due cifre e della caduta congiunta di azioni e obbligazioni
I gestori patrimoniali sono alle prese con uno dei peggiori anni dal tempo della “grande crisi”, con un’inflazione elevata e vendite massicce di titoli azionari e obbligazionari che hanno intaccato i rendimenti degli investitori. Lo scrive il Financial Times sottolineando che l’alta inflazione, per la prima volta da decenni, ha rappresentato una sfida per la conservazione del ricchezza in termini reali mentre la sofferenza dei mercati negli ultimi 12 mesi ha messo in crisi la saggezza convenzionale di chi bilancia i propri investimenti tra azioni e reddito fisso.
“Quello appena trascorso è uno degli anni di più significativa distruzione di ricchezza in quasi 100 anni”, ha dichiarato Renaud de Planta, che dirige Pictet, la società svizzera che gestisce 635 miliardi di dollari. “Guardando la cosa in modo piuttosto semplice, molti investitori privati hanno potuto perdere più di un quarto del loro patrimonio reale aggiustato per l’inflazione”, ha dichiarato de Planta citando l’esempio di un portafoglio diviso equamente tra obbligazioni e azioni. Le due principali asset class hanno registrato cali a due cifre mentre normalmente si muovono si muovono in direzioni opposte e forniscono un contrappeso l’una all’altra.
Stéphane Monier, direttore degli investimenti della banca privata svizzera Lombard Odier – gestisce asset per $300 miliardi – ha dichiarato che il 2022 è stato uno dei tre anni dal 1926 in cui sia azioni e obbligazioni hanno registrato un “significativo rendimento negativo”.
L’indice azionario globale MSCI World è sceso del 14 per gennaio scorso mentre il Bloomberg Global Aggregate fixed income, benchmark del mercato obbligazionario, è sceso di pari importo.
Un tipico cliente del Regno Unito ha visto il proprio portafoglio perdere nel 2022 quasi il 20% in termini corretti per l’inflazione secondo la ricerca di Asset Risk Consultants (ARC), che tiene traccia dei rendimenti delle strategie seguite da oltre 100 grandi gestori di patrimoni britannici.
Con l’eccezione di poche asset class, relative all’energia ed alle materie prime, “ci sono state pochissime opportunità per di evitare le perdite”, ha dichiarato Graham Harrison, direttore generale di ARC. I gestori hanno cercato di trovare asset non correlati con azioni e obbligazioni. In particolare gli hedge fund hanno utilizzato strategie che traggono vantaggio dalla volatilità, contribuendo a incrementare i rendimenti durante lo scorso anno. Altri gestori hanno affermato di aver investito maggiormente in materie prime e oro.
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