
A tutti noi piace raccontare la fine delle storie perché non sempre , o quasi mai ne sappiamo cogliere gli inizi.
Decretare la fine di un’epoca è molto più facile che accorgersi del futuro che avanza. Quando Apple o Microsoft nacquero nessuno ne parlò, così come non ebbe spazio su nessun media il primo Bit corso sulla rete Internet nel lontano , ormai, 1969, o nessuno decanto’ la creazione del world wide web molti anni più tardi.
Piu’ semplicemente gli Incipit delle belle storie non sappiamo vederli, mentre i finali sono lì, tragici e imponenti e commentati da tutti, proprio tutti anche da quelli che fino a poco tempo prima ne avevano decantato lodi senza accorgersi che un certo mondo stava collassando.
La caduta degli dei fa sempre rumore .
Se ben ricordate negli anni ’80 , i visionari della domenica decretarono la fine dei videogiochi e venti anni dopo la Silicon Valley era un cimitero di aziende fallite e finite, un posto da evitare e rifuggire.
Abbiamo visto come è andata. Fino a poco tempo fa, però!
L’innovazione va sempre avanti, trova sempre nuove strade per riproporsi e nuovi settori dove svilupparsi e ad un certo punto, di nuovo, cambia tutto.
Tutto questo non per sminuire, ma anzi per sottolineare quello che sta accadendo , oggi 2023 in Silicon Valley non c’erano mai stati tanti licenziamenti dal 2000. E secondo le mie valutazioni, per come già scritto da 6 mesi ormai, non è ancora finita. Sarà un 2023 molto difficile ancora , ma utile!
Allora cerchiamo di contestualizzare e , dopo che molti hanno detto la loro e si sono espressi, vediamo bene che cosa è successo.
Perché questa importante crisi? Intanto perché c’è una crisi economica mondiale molto ma molto seria e il mondo della tecnologia non ha nessun vaccino o antidoto per rimanere fuori da questa peste : se i costi dell’energia elettrica aumentano, come sono aumentati, un settore energivoro come quello tecnologico non può non avere dei contraccolpi . E questa la ritengo una prima causa, ma non la più importante, perché prima o poi i costi energetici diminuiranno.
Come ogni bravo manager sa bene , se i costi aumentano da qualche parte, vanno abbassati da qualche altra parte e il personale è sempre, da che mondo e mondo, quello che viene colpito prima ( il numero di licenziamenti ad Amazon per esempio, per quanto rilevante, è una piccolissima percentuale dei dipendenti dell’azienda. E questo vale anche per le altre Big five e non solo).
Altri cercano di addebitare la crisi in corso al post covid, al fatto che le persone hanno ricominciato ad uscire di casa, ma non è cosi in realtà. Grazie agli smartphone abbiamo Internet sempre in tasca, siamo sempre connessi, a casa o fuori; ed anzi, dopo la pandemia sono anche aumentati gli utenti, gli anziani, per esempio, hanno imparato a stare di più e meglio in rete .
Le vere e reali ( e proprio per questo più pericolose) ragioni della crisi vanno cercate principalmente nella mancanza di innovazione: l’ultima grande invenzione è stato l’iPhone, nel 2007 e Facebook è del 2004. Tutto troppo vecchio e antiquato ormai.
Tutto il modello economico digitale, quello che ha dato il booster alla grande crescita dal 2000 ad oggi è stato costruito solo e soltanto attorno a queste due pietre miliari. Poco altro.
Ma nulla dura per sempre ed in eterno e quel modello (raccogliere quanti più dati possibili degli utenti per poterli rivendere agli inserzionisti pubblicitari) non funziona più come prima, o meglio non è più sufficiente.
Ed i ricavi , il vero valore delle aziende, hanno cominciato a calare . In Silicon Valley ( sapendo che questo prima o poi doveva accadere) hanno provato a inventarsi altre cose: dagli occhiali connessi alle macchina a guida autonoma, ( Tesla docet con il suo sell off di borsa del 70% ) fino al Metaverso ( Meta a sua volta è crollata in borsa del 60%).
Ma nulla ha davvero funzionato, finora. Nulla.
Insomma è un momento di vero e proprio passaggio di testimone, piu’ che drammatico interessante ma soprattutto salutare , perché dopo anni di innovazione e profitti astronomici, fra poco il mondo ricomincerà a girare attorno a qualche altra intuizione rivoluzionaria.
Chi sarà il prossimo Steve Jobs? Ma soprattutto cosa sarà il prossimo ” Iphone?” e cosa lo sostituirà?
I segnali stavolta però già si intravedono: l’intelligenza artificiale in grado di creare istantaneamente testi, immagini e persino canzoni non è più uno scenario possibile, ma è già fra noi.
Ci salverà da tutto questo ChatGPT?
a cura di Marco Contini
Leggi anche Il memento mori delle big tech