Alessandro Lazzaro: “Il nostro auspicio è che posticipando l’entrata in vigore del provvedimento, che consideriamo necessario in virtù delle criticità di processo evidenti, si possa aprire lo spazio sufficiente per una revisione della norma primaria, dalla quale dipende l’impianto normativo”

Dopo la sentenza del Tar del Lazio (n. 897 del 18 gennaio 2023) che ha annullato l’art. 11, comma 1, lettera c) del Regolamento n. 51, accogliendo le istanze presentate dal Gruppo Agenti Zurich e dell’Unione Agenti Axa Italia, i due presidenti, rispettivamente Enrico Ulivieri e Alessandro Lazzaro, hanno inviato nei giorni scorsi una lettera all’Ivass per chiedere la sospensione dell’entrata in vigore delle superstiti disposizioni del provvedimento.
La questione è nota e riguarda le disposizioni del Regolamento sull’utilizzo obbligatorio del PreventIvass al fine di mostrare al cliente tutte le offerte delle polizze Rc Auto base di cui l’agente ha il mandato, prima della firma del contratto.
Abbiamo contattato Alessandro Lazzaro per un commento sulla sentenza del Tar e per fare il punto sullo stato attuale della situazione. “Partiamo con lo sgombrare il campo dall’inutile gioco dei vincitori e dei vinti. Il nostro ricorso era incentrato sugli aspetti prettamente tecnici della questione, mentre il taglio del ricorso presentato dallo Sna era fondato su altri aspetti, anche condivisibili, ma di taglio più politico. La sentenza ha accolto totalmente i rilievi presentati dai due Gruppi Agenti, fondati sul presupposto che la norma poneva a carico degli intermediari indebiti appesantimenti operativi e formali. La sentenza del Tar ci conforta perché risolve, seppure parzialmente, un aspetto che riguarda la gestione corrente dei contratti in scadenza eliminando, di fatto, un problema che si scontra con la quotidianità. Resta in ogni caso una norma che non genera alcun vantaggio per i consumatori”.
Dal momento della sentenza è cambiato qualcosa?
“C’è stato un passo avanti”, spiega Lazzaro. “Per ammissione dello stesso Istituto di Vigilanza nelle comunicazioni di queste ultime settimane con le compagnie, il processo di scambio delle informazioni massive, cioè le operazioni di scambio di flussi tra imprese ed Ivass necessarie a garantire l’applicazione delle disposizioni con la restituzione dei codici identificativi sui preventivi, è in significativo ritardo. Al punto che, secondo lo stesso Istituto, verosimilmente questi flussi non potranno essere operativi prima del 31 marzo. Per questo motivo abbiamo chiesto all’Ivass di posticipare l’entrata in vigore del provvedimento”.
In questo modo si eviterebbe il paradosso dell’entrata in vigore una norma, il prossimo 1 marzo, inapplicabile.
“Il nostro auspicio è che posticipando l’entrata in vigore del provvedimento si possa aprire lo spazio sufficiente per una revisione della norma primaria, il Codice delle Assicurazioni Private, dalla quale dipende l’impianto normativo. Sarebbe importante, una volta aperta questa fase, che tutte le rappresentanze professionali facessero fronte comune su questioni delicate come questa che interessano l’intera categoria”.
Accennava prima alla propaganda.
“Certi squilli di tromba mi hanno lasciato perplesso. Chi ha avuto la voglia di leggere i dispositivi del Tar sa bene come sono andate le cose; non ci sembra il caso di cantare vittoria come qualcuno vorrebbe fare; la categoria non ha più bisogno di propaganda”.
La sentenza del Tar ha ribadito che le disposizioni previste dall’obbligo di utilizzo del PreventIvass valgono per agenti, banche, intermediari finanziari e accessori, ma non per i broker. Cosa ne pensa?
“Premesso che il provvedimento crea delle oggettive disparità tra gli iscritti nelle varie sezioni del RUI e delle criticità operative enormi per gli agenti plurimandatari, mi verrebbe da dire che se è vero che i broker sono intermediari indipendenti come sostengono e come riconosco, ciò si dovrebbe tradurre sempre, e non talvolta nell’abbandonare quella prassi quotidiana in base alla quale prendono le provvigioni da imprese ed agenzie, ma farsi pagare la consulenza esclusivamente dal cliente. Mi pare che ciò, ad eccezione delle grandi società di brokeraggio non sia così frequente”.
Per quanto riguarda invece l’Unione Agenti Axa Italia, quali sono i principali temi in discussione con la mandante?
“In questo momento siamo in fase di rinnovo di una serie di istituti contrattuali, tra i quali il sistema incentivante pluriennale, scaduto il 31 dicembre, e altri. Fra questi anche l’accordo digital che, essendo un istituto del 2016, ha bisogno di un aggiornamento, visto che sono ormai passati 7 anni e i tempi della trasformazione digitale sono velocissimi”.
Come Gruppo Agenti avete da poco lanciato il progetto Uaa Next Generation.
“Un master interamente finanziato da noi, dedicato agli under 35, indipendentemente che siano agenti, collaboratori o figli, e che ha riscosso un grande successo, con circa 90 iscritti. E per tutto il Gruppo Agenti è motivo di grande soddisfazione perché è il tempo di fare qualcosa di tangibile per le nuove generazioni e avviare un ricambio generazionale”.
Invece sul fronte ANA (Accordo Nazionale Agenti), nonostante le sollecitazioni di Anapa a riprendere le trattative, l’Ania continua a dire che non sussistono le condizioni per riprendere le negoziazioni. Ma tutto ciò, cosa comporta?
“Siamo ancora fermi alle posizioni di mesi fa e questo è un grosso problema, per tutti gli Agenti ma, soprattutto, per i Gruppi Agenti. Stiamo infatti parlando di un accordo del 2003, in 20 anni il mondo dell’intermediazione è stato stravolto e quello di allora non esiste più; in questo stallo noi siamo impossibilitati a dare risposte alle attuali necessità dei nostri colleghi. Restano inoltre intatti i problemi cardine: le indennità e le rivalse. Ammesso che la trattativa si riapra e non mi pare che siano i presupposti al momento, sarebbe il tempo di definire un accordo realmente innovativo, invece di prodursi in una sorta di maquillage del precedente”.
“La preoccupazione è che se si continuerà a perder tempo – continua Lazzaro – prima o poi qualcuno si farà avanti e deciderà di fare da apripista, magari senza il supporto delle organizzazioni di rappresentanza nazionale, rischiando di creare un pericoloso precedente che metterebbe in difficoltà tutti quanti”.
Insomma, un futuro incerto, in linea con l’attuale contesto globale dove predominano le tinte fosche.
“Prevedo una ulteriore costante contrazione del numero delle agenzie. Un po’ a causa degli effetti prodotti dalle nuove tecnologie, impossibili da calcolare in termini di impatto e di tempistiche. Molto per colpa della compliance imposta dal regolatore che non trova eguali in Europa e degli ormai elevati costi di gestione, in particolare nel Motor. Le agenzie non molto strutturate sono sempre più in difficoltà, travolte dalla complessità di una gestione ordinaria che è diventata semplicemente folle. Come per la dichiarazione dei redditi ci si affida ai commercialisti, per la gestione della compliance dell’agenzia è ormai diventato indispensabile affidarsi a dei professionisti, perché da soli è difficile se non impossibile riuscire a restare a galla”.
a cura di Vincenzo Giudice
Foto in copertina: Alessandro Lazzaro, Presidente UAA