Oltre 4 milioni di persone non hanno accesso a una filiale nel comune di residenza

Continua la ritirata delle banche dal territorio. Nel corso del 2022 gli istituti di credito hanno chiuso 554 sportelli in tutta Italia, che significa un ulteriore calo del 2,6% rispetto al 2021.
Aumenta invece il numero di persone che non hanno accesso a una filiale nel comune di residenza. A fine 2022 erano infatti oltre 4 milioni di persone, circa 250mila in più rispetto all’anno precedente.
Sono questi i numeri che emergono dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, basato su un’elaborazione dei dati resi disponibili al 31 dicembre 2022 da Bankitalia e Istat.
La tendenza, spiega l’Osservatorio, è destinata a crescere: circa di 6 milioni di italiani, residenti in comuni nei quali è rimasto un solo sportello, rischiano di trovarsi a breve nella stessa condizione. In calo anche il rapporto tra popolazione e numero di sportelli (da 36,5 a 35,5 ogni 100mila abitanti).
La fuga delle banche non riguarda solo i centri di piccole dimensioni. Infatti, tra i comuni completamente desertificati sono compresi 9 centri abitati con oltre 10mila residenti, mentre tra quelli con un solo sportello ci sono 12 comuni al di sopra dei 15mila abitanti.
Confrontando i numeri con quelli del 2021 l’Osservatorio evidenzia che il fenomeno delle chiusure di sportello non è omogeneo tra le diverse aree del Paese.
Nel 2022 le regioni più colpite sono state Lombardia (- 3,6%), Lazio (- 3,5%), Toscana (- 3,4%), Marche (- 3,4%), Friuli Venezia Giulia (- 3%), ma ciò che allarma principalmente è la progressiva sparizione degli sportelli bancari da intere regioni: in Molise i comuni privi di sportello sono ormai l’82%, in Calabria il 71%. In Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Abruzzo e Campania il dato è superiore al 50%. La media nazionale è del 39,9%.
“Le banche dovrebbero riflettere sulle conseguenze delle chiusure per la coesione sociale ed economica del Paese”, ha commentato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani. “Continuare a ridurre la presenza sui territori significa muoversi in direzione opposta agli obiettivi del Pnrr, che punta invece a chiudere il gap di sviluppo tra le diverse aree del Paese. Il progetto Polis, con cui Poste Italiane investirà 1,2 miliardi di euro, punta ad avvicinare i servizi della pubblica amministrazione ai cittadini integrando la rete fisica degli sportelli con il canale digitale”.
Che ne sarà del bancassurance? La domanda sorge spontanea, vista l’importanza strategica degli sportelli bancari nella distribuzione di polizze vita, residuale invece nei rami danni.
Ma se in questa grande trasformazione in corso le banche hanno digitalizzato i loro prodotti, mancano ancora all’appello le polizze digitali, almeno nei grandi numeri.
Un report della scorsa primavera sulla “Mobile Digital Bancassurance” realizzato da IIA – Italian Insurtech Association, stimava un valore in premi della mobile digital bancassurance di 30 miliardi di euro in Europa entro il 2030. Una previsione forse un po’ troppo ottimistica, ma resta il fatto che in attesa di completare la trasformazione verso la “mobile digital bancassurance”, con un’offerta su piattaforme di prodotti con un maggiore livello di personalizzazione e rilevanza, studiati per essere venduti in modalità stand-alone, se le banche spariscono da parti di territorio del Paese, per le polizze vita non resta che tornare in agenzia, vero e principale cardine del sistema assicurativo italiano, più forte delle mode del momento.
a cura di Vincenzo Giudice
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