Il 29% degli intervistati ritiene che l’articolo 32 della Costituzione non venga rispettato e le principali criticità riscontrate nel sistema SSN sono i tempi di attesa per accedere agli esami diagnostici

Il 55% degli italiani ritiene che l’agenda del governo dovrebbe avere la sanità come argomento prioritario, prima di occuparsi dei problemi del lavoro e del caro-energia.
Secondo un italiano su tre, inoltre, l’articolo 32 della Costituzione, che sancisce la salute come diritto fondamentale dell’individuo, non è oggi pienamente rispettato.
In estrema sintesi sono questi i principali risultati emersi dal sondaggio “Priorità e aspettative degli italiani per un nuovo SSN”, condotto da Ipsos nel dicembre 2022 su un campione di circa mille persone tra i 18 e i 75 anni.
Il sondaggio è stato presentato la scorsa settimana a Roma durante la quinta edizione dell’Inventing for Life Health Summit, dedicato al tema “Investing for Life: la salute conta’, organizzato da MSD Italia.
Dall’analisi dei dati è emerso che la priorità su cui gli italiani ritengono che il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe concentrarsi è l’assistenza ospedaliera.
Per quasi un italiano su 3 (29%), come anticipato, l’articolo 32 della Costituzione non viene rispettato e le principali criticità riscontrate nel sistema sanitario sono i tempi di attesa per accedere agli esami diagnostici necessari, per ricevere una prima visita e una visita di follow-up. In aumento anche le difficoltà ad accedere ai farmaci innovativi.
Circa 2 italiani su 5, ancora, ritengono che l’Italia spenda in sanità pubblica meno rispetto al resto d’Europa, nonostante per il 76% essa debba essere una priorità strategica per il Paese, soprattutto per le donne e per gli over 35.
Solo il 16% della popolazione riconosce una valutazione molto positiva al sistema sanitario nazionale, e solo il 24% al sistema sanitario della regione di appartenenza.
Metà della popolazione, soprattutto al nord, concorda sulla necessità di potenziare il sistema sanitario pubblico e il 29% si aspetta che il nuovo governo intervenga proprio a favore della sanità pubblica rispetto a quella privata. Vi è tuttavia una buona parte della popolazione (29%) che teme non vi sarà cambiamento alcuno.
Sul fronte tra formazione digitale nella sanità, circa due italiani su cinque ritengono fermamente che l’intelligenza artificiale possa essere d’aiuto all’assistenza sanitaria. Questo pensiero è diffuso soprattutto tra gli uomini e al nord ovest. Due italiani su cinque sono fortemente favorevoli a un uso più ampio della telemedicina, soprattutto gli uomini e i laureati. Il 70% della popolazione, in aumento rispetto al 2021, accoglie positivamente la diffusione dei servizi digitali nella medicina. Soprattutto gli uomini e i laureati. Le sensazioni che stimolano queste trasformazioni sono per lo più di rassicurazione ed entusiasmo.
“Lo sguardo dell’opinione pubblica sulle prospettive per il SSN si rivela composita e densa di attese”, ha commentato il presidente di Ipsos, Nando Pagnoncelli. “Superata l’emergenza pandemica, si consolida il tema sanitario come prioritario nelle azioni di governo, il rinforzo dell’offerta di sanità pubblica a sostegno dei cittadini in un momento di difficoltà economica per le famiglie. Prevenzione, centralità del paziente e trasformazione digitale continuano ad essere tematiche di rilievo. Cruciale il ruolo della medicina territoriale con il medico di medicina generale e la farmacia al centro. L’alleggerita pressione emergenziale sull’opinione pubblica fa flettere leggermente il credito di fiducia nei confronti delle coperture vaccinali, ma non incide significativamente sull’immagine dell’industria farmaceutica nel complesso. Si indebolisce un poco il riconoscimento del contributo di ricerca e sviluppo così come quello del ruolo del farmaceutico nel rilancio economico del Paese, naturale conseguenza di una minore presenza mediatica del settore”.
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