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Trend: aumentano nel mondo i rischi di sommosse e rivolte, dice  Allianz

Dal 2017 sono scoppiate più di 400 rivolte anti governative e tra queste le sei più importanti hanno causato perdite economico-assicurative per più di $12 miliardi

La rabbia per la crescita dell’ingiustizia sociale e del costo della vita, la sfiducia nei governi e nelle istituzioni e la politica sempre più polarizzata, insieme all’aumento dell’attivismo e delle preoccupazioni ambientali, sono i principali fattori che alimentano gli scioperi, sommosse e tumulti popolari (strikes, riots and civil commotion, SRCC) i n tutto il mondo e che costano anche all’industria assicurativo chiamata spesso a sopportarne le conseguenze. È la conclusione di un nuovo rapporto di Allianz global corporate & specialty (Agcs) che, citando il Verisk Maplecroft Civil Unrest Index, sottolinea come i rischi di sommosse popolari sono aumentati in oltre il 50% dei Paesi nel solo periodo tra il 2° e il 3° trimestre del 2022. Su 198 paesi, 101 hanno registrato un aumento del rischio

“Negli ultimi anni gli scioperi, le sommosse e i tumulti popolari non solo sono aumentati, ma sono anche diventati più intensi e drammatici. Eventi di questo tipo rendono la nostra epoca un’epoca di incertezza”, afferma Srdjan Todorovic, Head of Political Violence and Hostile Environment Solutions di Agcs.

“Abbiamo assistito a perdite multimiliardarie negli Stati Uniti, in Cile e in Colombia. Il pericolo sta cambiando e, sebbene molti dei motivi siano universali – economici, politici o ambientali – si manifesta in modo diverso in regioni diverse, con vari livelli di violenza e disordini”.

Dal 2017, in tutto il mondo sono scoppiate più di 400 importanti proteste antigovernative. Non sorprende quindi che i “rischi politici e la violenza” siano tra i primi 10 pericoli dell’Allianz Risk Barometer nel 2023. Sebbene la guerra in Ucraina occupi un posto importante in questa classifica, i risultati mostrano anche che l’impatto delle Srcc si colloca tra i rischi politici di violenza più preoccupanti con un punteggio combinato di quasi il 70 per cento.

I danni registrati da soli sei eventi di disordini civili in tutto il mondo tra il 2018 e il 2023 hanno provocato perdite economico-assicurative per almeno 12 miliardi di dollari, tra Francia (gilet gialli), Stati Uniti (Black lives matter), Sudafrica, Cile, Colombia, Perù.

Nel rapporto, il team di Agcs dedicato alla violenza politica evidenzia i cinque fattori principali che si prevede alimenteranno l’attività Srcc nel futuro prossimo: crisi del costo della vita; sfiducia nei confronti di governi e istituzioni; polarizzazione crescente; aumento dell’attivismo; problemi climatici e ambientali. “I manifestanti ambientalisti hanno fatto notizia nel 2022, ad esempio versando zuppa su un quadro di Van Gogh o incollandosi alle strade, e continueranno a farlo nel 2023”, afferma Etienne Cheret, Regional Practice Group Leader, Crisis Management di Agcs. “Le manifestazioni sul cambiamento climatico tendono a essere poco violente, ma possono essere dirompenti, in particolare se colpiscono le infrastrutture di trasporto. Ci aspettiamo che questo tipo di attività continui, se non si intensifichi, nel prossimo anno.”

Leggi anche Grecia: sarà lo stato a pagare i danni per le rivolte del 2008

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