Entro aprile 2024 nascerà il più grande Gruppo del modello di agenzia professionale previsto dal mandato unico di Generali
Lo scorso 6 marzo gli organi direttivi del Gruppo Agenti GAAG Lloyd Italico e di UNAT (Unione Nazionale Agenti Generali divisione Toro) hanno approvato il progetto di unificazione dei due Gruppi. Abbiamo ascoltato i presidenti Mariagrazia Musto (UNAT) e Antonio Canu (GAAG Lloyd Italico) per fare il punto della situazione in vista del varo della nuova realtà. Com’è maturata questa decisione?
“In realtà questa decisione è il frutto di un lungo percorso”, rispondono Mariagrazia Musto e Antonio Canu.
“Le agenzie e gli agenti di GAAG e UNAT sono sempre stati molto simili per composizione di portafoglio e approccio alla professione. Sono espressione della medesima attitudine consulenziale centrata sul cliente in un processo che vede l’agente professionista sempre al centro dell’attività e diretto protagonista della stessa. Dal punto di vista dell’attività dei Gruppi Agenti, l’esperienza di tanti anni fianco a fianco sui tavoli di lavoro ha visto consolidarsi e rafforzarsi queste similitudini di approccio tra i colleghi UNAT e GAAG anche nell’attività di rappresentanza e nella visione programmatica oltre che nelle modalità di confronto con la compagnia. Insomma, come amiamo dire, l’unificazione non è il frutto di una “fusione a freddo” di classi dirigenti, ma uno di quei casi in cui la base è stata per molto tempo più avanti dei suoi rappresentanti. Finché noi due presidenti, con un po’ di coraggio, incoscienza e una solida visione del futuro e ottimamente supportati dall’imprescindibile lavoro dei nostri Direttivi e di un gruppo di colleghi preparatissimi e disponibili a impegnarsi, abbiamo dato il via al processo costituente”.
Quali sono i vostri obiettivi?
“Forti del fatto che uniti diventeremo il più grande e importante Gruppo del modello di Agenzia Professionale previsto dal Mandato unico di Generali, gli obiettivi sono innanzitutto quelli di rappresentare e tutelare ancor meglio i colleghi dal punto di vista sindacale. Ma sarà fondamentale, e lo stiamo già facendo, avviare progetti e programmi – sia autonomi che in partnership con la mandante – tesi a consolidare, rafforzare e rendere più dinamico, moderno e aggressivo il nostro modello distributivo, mantenendo però il nostro “stile” professionale e senza perdere un’oncia del nostro peculiare approccio, tecnico e consulenziale, alla professione di libero agente di assicurazioni”.
Quali saranno i prossimi passi per arrivare a definire il nuovo Gruppo Agenti? E quali le tempistiche?
“Il lavoro delle commissioni paritetiche dei due Gruppi, coordinate dalle presidenze, hanno già licenziato lo Statuto del nuovo soggetto unificato e le regole del periodo transitorio. Mancano da rifinire alcune delle regole relative alla vita quotidiana del Gruppo, da programmare e realizzare alcuni passaggi informativi a livello territoriale, da deliberare in via definitiva la nuova denominazione, il marchio e il logo del nuovo Gruppo e poi saremo pronti celebrare, in piena unità di tempo e luogo, le due assemblee di scioglimento dei due Gruppi e quella costituente del nuovo soggetto unificato. Il tutto entro e non oltre il mese di aprile del 2024 nei cui giorni finali si celebreranno i tre Congressi”.
Siete soddisfatti del rapporto con la mandante e quali i principali temi di confronto?
“In un clima di relazioni industriali di reciproco rispetto, non mancano momenti di confronto e a volte di frizione, alternati ad altri di condivisione e di soluzione ai problemi, come è giusto che sia. A oggi ci stiamo confrontando su aspetti che apparentemente possono essere definiti tecnici, quali le tariffe di prodotti strategici, ma che contengono delle valutazioni squisitamente politiche perché impattano in modo significativo sulla nostra figura distributiva.
Siamo inoltre in attesa di completare il percorso dell’Accordo di Contitolarità del trattamento dei dati che ci vede attori paritetici sulla titolarità e sulla conservazione dei dati anche su sistemi proprietari di agenzia.
Abbiamo elaborato e consegnato alla nostra mandante una piattaforma per un Accordo Integrativo che, pur non avendo la velleità di sostituirsi all’Accordo Nazionale Agenti scaduto ormai da troppo tempo, ne migliori alcuni degli istituti, segnatamente quelli di maggior impatto economico”.
Il tema caldo del momento si chiama PreventIvass. Quali sono le vostre valutazioni sulla norma?
“Siamo di fronte all’ennesimo, diciamo chiaramente, inutile provvedimento del Regolatore dal quale ormai ci aspettiamo ogni giorno novità che vadano ad appesantire la burocrazia e le procedure in nome di una supposta trasparenza e chiarezza dei rapporti con il cliente.
Una categoria che ha subito negli anni, nonostante i proclami di semplificazione che periodicamente ci vengono propinati, procedure complesse alle quali ormai ci riferiamo identificandole con acronimi o numerazioni difficilmente comprensibili per il cliente (dip, di agg, pog, puc, 7a, 7b, 3, 4, e chi più ne ha più ne metta) avrebbe dovuto mobilitarsi molto prima del recente provvedimento di preventivazione. Ciò detto, pur lasciando liberi i nostri colleghi di aderire o meno a iniziative di protesta, ci siamo preoccupati di trovare soluzioni procedurali le meno impattanti perché, se è pur vero che siamo di fronte all’ennesima direttiva inutile, non riteniamo che si debba correre il rischio di sanzioni. Con la compagnia abbiamo trovato un soluzione temporanea in attesa, entro poche settimane, di una procedura informatica automatica che risolverà la problematica”.
In un mondo sempre più digitale l’agente di assicurazioni continua a essere il perno del sistema assicurativo italiano. Continuerà a esserlo anche in futuro?
“È indubbio che la strada della digitalizzazione è ormai irreversibile in tutto il mondo economico e di relazione. A nostro avviso, piuttosto che vivere la digitalizzazione come un problema dobbiamo affrontarla come una opportunità, sia di contenimento dei costi di produzione sia come strumento utile per la proposizione commerciale. È però altrettanto vero che niente potrà sostituire la forza delle relazioni personali, il confronto diretto con il cliente per comprenderne le esigenze e per proporre le migliori soluzioni in ottica consulenziale, instaurando così quel rapporto di fiducia che nessuno strumento tecnologico potrà sostituire. Questo assunto è particolarmente vero per il nostro modello distributivo che nella relazione con il cliente trova la propria forza e ragion d’essere e che non abbiamo dubbi manterrà il suo ruolo anche in futuro”.
a cura di Vincenzo Giudice
Foto in copertina: Antonio Canu e Mariagrazia Musto
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