Il segretario generale dell’Ivass ha preso parte a Lecce alla “Convention Venti23” organizzata da Claim Expert, società che opera nel campo dell’outsourcing assicurativo
Si è tenuto a Lecce il 26 maggio scorso la “Convention Venti2”, evento organizzato da Claim Expert, società locale specializzata nel campo dell’outsourcing assicurativo.
Nutrito il panel dei partecipanti, tra i quali Stefano De Polis, segretario generale di Ivass. Nel corso del suo intervento De Polis ha ricordato che, secondo un recente studio Eiopa, “Italia e Grecia sono i Paesi europei che presentano il più alto gap di protezione assicurativa in materia di catastrofi naturali”.
L’alluvione in Emilia Romagna innescata da quasi due anni di siccità e da piogge abbondantissime concentrate in poco tempo, è solo l’ultimo fenomeno di questo tipo.
“I cambiamenti meteoclimatici e il crescente verificarsi di eventi estremi rendono sempre più evidente l’utilità per le aziende agricole di operare proattivamente per mitigare parte dei rischi e trasferire quelli residui a operatori specializzati quali fondi mutualistici e assicurazioni”, ha detto De Polis.
Per ridurre la sottoassicurazione del settore e nel contempo ridare equilibrio tecnico al business assicurativo “è però necessario aumentare e diversificare maggiormente, anche in termini territoriali, i valori assicurati, e rendere più modulari le caratteristiche delle polizze agricole agevolate”.
De Polis ha ricordato che “gli strumenti a disposizione per fronteggiare i rischi del cambiamento climatico ora ci sono; è necessario lavorare per migliorarne la fruibilità. A questo fine è fondamentale mettere in campo una sistematica azione di formazione e informazione diretta in modo particolare ai giovani imprenditori agricoli e alle piccole-medie aziende. La gestione dei rischi agricoli è un esempio dei risultati che può raggiungere la cooperazione tra pubblico e privato: riqualificare gli interventi, migliorare la capacità di prevenzione dei rischi, le coperture, la tempestività e la correttezza dei risarcimenti e dare per questa via sostegno alla crescita delle imprese agricole nazionali”.
L’Ivass partecipa attivamente alla Commissione tecnica ministeriale che si occupa di redigere il Piano annuale di Gestione dei Rischi in Agricoltura. “Ivass non farà mancare il proprio apporto per impostare su solide basi il contributo delle compagnie di assicurazione alla governance e alla gestione dei rischi climatici nel settore agricolo. Siamo convinti vada a beneficio dell’intera economia del Paese”, ha detto De Polis.
Nel 2020 le aziende agricole attive in Italia erano 1,1 milioni e coltivavano 12,5 milioni di ettari di terreno (pari a oltre un terzo del territorio italiano). Il 93,5% delle aziende erano costituite in forma giuridica di impresa individuale o familiare.
Nel 2022 il prodotto del settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca) è stato pari all’1,96% del PIL, dando lavoro a 1,3 milioni di persone.
Il decreto legislativo n. 102/2004, istitutivo del Fondo di solidarietà nazionale, “ha fortemente incentivato il ricorso a misure di protezione da eventi calamitosi. Tale decreto, oltre a prevedere interventi compensativi ex post, finalizzati alla ripresa economica e produttiva delle imprese agricole che hanno subito danni a produzioni, strutture e impianti, promuove l’utilizzo di strumenti ex ante di prevenzione e gestione attiva dei rischi, finanziati con le risorse del Fondo di Solidarietà Nazionale, tra questi le polizze agricole agevolate. Il decreto ha impostato una inedita forma di cooperazione tra settore pubblico e privato che ha negli ultimi anni trovato forme sempre più efficaci”.
De Polis ha poi precisato che su queste polizze “è previsto un contributo pubblico fino al 70% del premio purché il contratto assicurativo preveda un rimborso per danni superiori al 20% della produzione media annua e la copertura assicurativa rispetti le condizioni fissate dal Piano di gestione dei rischi in agricoltura (PGRA) emanato annualmente dal Ministro dell’Agricoltura. Dalle fonti ISMEA emerge che il numero di aziende agricole assicurate è ancora contenuto e che la distribuzione a livello di dimensione, area geografica e tipologia di rischio è eterogenea. Nel 2021 era assicurato poco meno di un quarto (8,9 mld di euro) del valore totale della produzione del settore primario e appena il 10,5% delle superfici coltivate; i premi raccolti ammontavano a 611 milioni di euro, cresciuti dell’86% in dieci anni. Considerando anche le polizze zootecniche e i contratti assicurativi a protezione degli impianti e delle strutture, solo 74.200 su oltre 1 milione di aziende presenti in Italia avevano aderito al sistema assicurativo agevolato.
Sempre dai dati ISMEA emerge che nel 2021 le polizze sottoscritte riguardavano prevalentemente le colture e le filiere caratterizzate da una forte vocazione all’esportazione. Le coperture assicurative si concentrano sulle uve da vino (32,0%), seguite da mele (11%), riso (7,7%) e pomodoro da industria (7,3%)”.
Benché oltre la metà delle aziende agricole siano concentrate al Sud Italia, l’80% dei valori assicurati a livello nazionale si concentra nelle regioni del Nord, anche se ci sono segnali incoraggianti: i valori assicurati da aziende del mezzogiorno hanno raggiunto nel 2021 una quota del 12% del mercato nazionale e i premi raccolti confermano la fase di crescita del mercato assicurativo (+40% nel triennio 2019-2021).
Foto in copertina: Stefano De Polis
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