Il Consiglio UE ha adottato la propria posizione negoziale sulla proposta di regolamento Euro 7, in merito alle emissioni di auto, furgoni, bus e camion
Il Consiglio UE, riunito a Bruxelles, ha adottato la propria posizione negoziale (elaborata dalla Spagna, presidente di turno dell’Ue) sulla proposta di regolamento Euro 7, in merito alle emissioni di auto, furgoni, bus e camion. Il testo approvato abbandona le posizioni intransigenti e adotta invece una linea morbida che tiene conto della sostenibilità economica e industriale della transizione, senza abbandonare l’obiettivo della riduzione delle emissioni.
Il testo del regolamento Euro 7 votato dal Consiglio Ue, che costituisce la base del negoziato con il Parlamento UE, ha esteso il periodo di applicazione delle nuove norme: da 24 mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento per le auto e i furgoni si è passati a 30 mesi per i nuovi modelli e a 42 mesi per le nuove immatricolazioni di modelli esistenti già omologati; per i veicoli commerciali pesanti si prevedono 48 mesi per i nuovi modelli e 60 mesi per i veicoli nuovi.
La posizione del Consiglio mantiene le condizioni di prova e i limiti di emissione esistenti come stabiliti nella normativa Euro 6 per i veicoli M1 e N1 (autovetture private e furgoni); per i veicoli M2 e M3 (autobus e pullman) e per i veicoli N2 e N3 (veicoli commerciali pesanti), i limiti di emissione sono inferiori e le condizioni di prova sono leggermente adattate rispetto a Euro 6. Per auto e furgoni realizzati da piccoli costruttori le norme Euro 7 si applicherebbero dal primo luglio 2030, per i veicoli pesanti sempre realizzati da piccoli costruttori dal primo luglio 2031.
Per Héctor Gómez Hernández, ministro spagnolo ad interim dell’Industria, “l’Europa è conosciuta in tutto il mondo per la produzione di automobili a basse emissioni e di alta qualità. Vogliamo continuare a perseguire l’obiettivo del miglioramento della qualità dell’aria. La nostra posizione è quella di continuare il percorso volto a guidare la mobilità del futuro e ad adottare livelli di emissioni realistici per i veicoli del prossimo decennio, aiutando al contempo la nostra industria a compiere il salto definitivo verso le auto pulite nel 2035. La presidenza spagnola si è dimostrata sensibile alle diverse esigenze e alle richieste degli Stati membri e crediamo che, con questa proposta, abbiamo ottenuto un ampio sostegno, un equilibrio nei costi di investimento dei produttori e un miglioramento dei benefici ambientali derivanti dal regolamento”.
Il Consiglio UE ritiene che la posizione negoziale trovi un giusto equilibrio tra requisiti “rigorosi” per le emissioni dei veicoli e la necessità dell’industria di effettuare investimenti aggiuntivi, in un momento in cui i produttori automobilistici europei stanno attraversando una transizione verso la produzione di auto a emissioni zero.
Si tratta, ha commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di una vittoria della “ragione sull’ideologia”. Con la nuova proposta vengono rinviati di circa due anni i tempi di adozione della nuova normativa e vengono inoltre eliminati i vincoli più restrittivi, permanendo i valori stabiliti dal regolamento Euro 6 per i motori a combustione interna, per le emissioni di particolato e per le condizioni per i test di emissioni delle autovetture.
Secondo il ministro Urso vengono ridotti in modo significativo i costi per le imprese automobilistiche, che dovranno distogliere minori investimenti per l’adeguamento alle nuove tecnologie, con meno costi anche per i consumatori. Sarà così possibile indirizzare da subito più risorse per gli investimenti sulla transizione all’elettrico.
Il regolamento adottato dal Consiglio UE permette di salvaguardare la filiera automotive dei produttori di piccoli volumi, l’alta gamma tipica della produzione italiana come Ferrari, Lamborghini, Maserati, che producono circa 50mila autovetture l’anno.
Il nuovo testo prevede infatti che per rientrare nella categoria dei “piccoli volumi” debba essere calcolata solo la produzione su scala europea e non quella sul piano globale. Vengono tutelati anche i produttori di veicoli commerciali, come Iveco e Cnh, per i quali restano i vincoli previsti dal regolamento Euro 6. Previsione importante anche per l’indotto italiano, che partecipa alla produzione di oltre 320mila veicoli commerciali l’anno.
Giudizio positivo anche dall’Acea, l’associazione che rappresenta i produttori auto europei. Secondo la direttrice generale Sigrid de Vries, la posizione degli stati UE “rappresenta un miglioramento rispetto alla proposta Euro 7 della Commissione europea, che era del tutto sproporzionata e comportava costi elevati per l’industria e i clienti, con benefici ambientali limitati”.
Il presidente di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) Roberto Vavassori si è detto molto soddisfatto dell’accordo raggiunto: “Giuste le nuove date di entrata in vigore, coerente la scelta di mantenere gli attuali standard per i veicoli leggeri e quella di riportare i test di prova a banco per i veicoli pesanti, fondamentale il coordinamento della regolamentazione di freni e pneumatici con quella dell’Unece”. Il percorso resta tuttavia ancora complesso, perché nelle prossime settimane sarà il Parlamento europeo a dover esprimere a sua volta la posizione da portare nel negoziato finale. “Perciò – ha concluso Vavassori – l’appello di tutta la filiera automotive agli europarlamentari italiani è di analizzare il testo di compromesso approvato dagli Stati membri, coglierne e condividerne la ragione e lo spirito, per poi adottare una posizione che sia altrettanto razionale e pragmatica”.
a cura di Vincenzo Giudice
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