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I piccoli soci della Popolare di Sondrio chiedono a Unipol di difendere l’indipendenza

Sull’operazione, il gruppo bolognese ha dichiarato che gli obiettivi sono volti a consolidare la partnership bancassicurativa già in atto da tempo e di aggiungere stabilità alla base azionaria

La salita di Unipol nel capitale della Banca Popolare di Sondrio fino a sfiorare il 20% è stata “apparentemente preparata con modalità di acquisto fuori dal mercato e manifestamente senza rispetto delle esigenze di tutela dei piccoli azionisti”.

È quanto afferma in una nota il “Comitato per l’autonomia e l’indipendenza della Banca Popolare di Sondrio”. Il comitato afferma di non essere ostile alla crescita di un socio importante in questa misura, “anche se considera con preoccupazione le modalità’ con le quali la stessa è stata effettuata”.

Il comitato confida sul fatto che Unipol concordi “sulla necessità di preservare l’identità’ di una banca molto profittevole, molto ben gestita, e con un modello di gestione e di business unico, il cui valore andrebbe in gran parte disperso qualora fosse inglobata in realtà’ con storie e modelli di gestione completamente differenti”.

La preoccupazione è che questa operazione sia preliminare ad aggregazioni bancarie.  

Nella nota il comitato sollecita poi i soci minori a “organizzarsi con determinazione” e si rivolge in particolare all’associazione “Insieme per la Popolare”, che detiene il 4% del capitale, affinché aumenti la sua presenza almeno fino al 10%, “in modo da rafforzare anche la presenza nel capitale dei soci minori e dei soci privati che vogliono sostenere l’autonomia e l’indipendenza della banca, nonché difendere la sua identità e la sua storia”.

Sull’operazione, Unipol ha dichiarato che gli obiettivi del suo rafforzamento nel capitale sono volti a consolidare la partnership bancassicurativa già in atto da tempo e di aggiungere stabilità alla base azionaria.

Intanto, nel corso di una tavola rotonda organizzata dalla Fisac a Napoli, il presidente di Unipol Carlo Cimbri, rispondendo a una domanda sulla manovra di shopping bancario del gruppo finanziario bolognese, ha fatto intendere, senza mai citarla, che la Popolare di Sondrio “non la gestiamo noi, purtroppo”.

Cimbri ha anche detto che Bper, banca di cui Unipol è azionista, starebbe pensando di realizzare un polo specialistico in Sardegna, dove controlla il Banco di Sardegna. Un esempio con cui il numero uno di Unipol ha voluto sottolineare le opportunità offerte dalla transazione tecnologica anche ai territori con scarso tessuto industriale. Sullo spunto offerto dalla segretaria generale Fisac Susy Esposito che ha invitato il settore finanziario a considerare l’insediamento nel Mezzogiorno di centri direzionali e decisionali, Cimbri ha spiegato che “il gruppo bancario che partecipiamo, cioè la Bper, che ha una banca in Sardegna, sta ragionando proprio in questo senso”, cioè “creare poli di specializzazione con ampio uso di tecnologia che possono stare non a stretto contatto con la sede principale ma ovunque. Se vogliamo pensare a un qualcosa su cui investire nel Sud, sicuramente questa è una delle opportunità”.

Foto in copertina: Carlo Cimbri, Presidente di Unipol

Leggi anche Unipol sale in Pop Sondrio fino a sfiorare il 20%

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