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ANIA, indagine sul ricorso alla rendita vitalizia 2014-2016

Risparmio - Salvadanaio - Concorrenza Imc

L’Associazione delle imprese assicurative ha raccolto le informazioni relative al ricorso alla rendita vitalizia come alternativa al versamento di un unico capitale a vantaggio del beneficiario. L’obiettivo dell’indagine periodica è quello di valutare anno dopo anno, sia per contratti di capitale sia per i contratti di rendita differita, l’opportunità di un’integrazione di riserva matematica per i contratti

Il Servizio Attuariato, Statistiche e Analisi Banche Dati ANIA ha pubblicato l’indagine sul ricorso alla rendita vitalizia relativamente agli anni di esercizio 2014-2016. La rilevazione statistica annuale condotta dall’Associazione delle imprese assicurative ha coinvolto tutte le imprese italiane ed extra-UE operanti nel settore Vita ed ha l’obiettivo “di aggiornare i valori dei coefficienti di frequenza di ricorso alla rendita vitalizia, utili al mercato in sede di valutazione/stima della riserva aggiuntiva prevista per i contratti di assicurazione di rendita e per i contratti di capitale con coefficiente di conversione in rendita contrattualmente garantito”.

Sono state analizzate distintamente due tipologie di contratto: quelli di capitale con opzione di conversione in rendita (primo gruppo) e quelli di rendita differita (secondo gruppo). Per ciascuna di queste tipologie l’Ufficio Studi ANIA ha proceduto al calcolo di alcuni indicatori statistici allo scopo di misurare il fenomeno della propensione alla rendita vitalizia, sia in termini di numero di contratti sia in termini di capitali maturati esigibili in forma di rendita.

Nel triennio 2014-2016 il numero complessivo dei contratti (di capitale e di rendita differita) giunti a scadenza è stato pari a 2,6 milioni, a fronte di un ammontare di capitali pari a 59,2 miliardi di Euro (di cui oltre il 90% relativo a contratti di capitale sia in termini di numero sia in termini di importo). Il capitale medio maturato è stato pari a 23.173 Euro, di cui 22.689 Euro relativamente a contratti di capitale e 30.684 Euro relativamente a capitali di copertura di contratti di rendita differita.

In merito ai contratti che hanno dato luogo al pagamento della rendita, l’importo medio complessivo dei capitali maturati è stato pari a 41.179 Euro: nel dettaglio, i contratti di capitale hanno registrato un ammontare medio pari a 60.390 Euro, superiore di oltre 20.000 Euro a quello dei contratti di rendita differita (38.814 Euro). Nell’ultimo anno analizzato, segnalano da ANIA, l’importo medio dei contratti di capitale si è attestato a 75.053 Euro, l’ammontare più alto mai rilevato, superiore di oltre 20.000 Euro rispetto ai valori registrati nel biennio precedente (dovuto a contratti con capitale medio elevato di un numero esiguo di compagnie); tendenza analoga si osserva per quello relativo alle rendite differite, con un ammontare che supera per la prima volta i 40.000 Euro (42.458 Euro nel 2016), superiore di oltre 6.000 Euro rispetto a quello osservato nel 2015.

La propensione alla rendita – cioè il rapporto tra le rendite attivate (sia come numero sia come importo) e i contratti in scadenza – si conferma, seppur in crescita per entrambe le forme di contratto, ancora piuttosto contenuta, specialmente per quanto riguarda i contratti stipulati in forma di capitale.

In termini di numero di contratti complessivi, nel triennio la media ponderata del tasso di propensione alla rendita è salita allo 0,32% (contro 0,296% registrato nella precedente edizione della statistica per gli esercizi 2013-2015), a seguito di tassi annui in progressivo aumento fino allo 0,357% nel 2016. In termini di importi complessivi, la media ponderata del tasso di propensione alla rendita è stata dello 0,569% (valore anch’esso in crescita rispetto allo 0,499% registrato nella precedente edizione della statistica), con l’esercizio 2016 che registra il tasso annuo più alto del triennio e pari allo 0,74%.

Nel dettaglio, in merito al numero dei contratti di capitale maturati, pari nel triennio 2014-2016 a 2,4 milioni, la propensione alla rendita è stata dello 0,037% (0,032% nella precedente edizione della statistica relativa agli esercizi 2013-2015); dal 2010 al 2015 questo rapporto di propensione, calcolato per i singoli anni, è stato pressoché stazionario e pari a poco più dello 0,03%, fino allo
0,05% nel 2016.

In termini di importi, la somma dei capitali maturati è stata pari a 54,5 miliardi di Euro, di cui solo lo 0,099% (0,068% nella precedente edizione per gli anni 2013-2015) ha dato luogo all’erogazione in rendita; nel 2016 la propensione alla rendita è stata pari allo 0,171%, in crescita rispetto ai valori registrati dal 2010, pari in media allo 0,07%.

Riguardo ai contratti di rendita differita, a fronte di 154mila polizze maturate, il 4,714% ha visto l’erogazione di una rendita, in aumento rispetto al 4,04% registrato nella precedente edizione della statistica; la crescita, evidenziano dall’Associazione delle imprese assicurative, è determinata principalmente dal valore registrato nell’ultimo anno (5,28%), il più alto mai osservato. In termini di importi, infine, dei 4,7 miliardi di Euro costituenti i capitali di copertura, il 5,963% (contro il 4,744% registrato nella precedente edizione della statistica) ha effettivamente dato luogo all’erogazione in rendita, con il valore del 2016 pari a 7,719%, in significativo aumento rispetto ai valori degli anni precedenti.

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