Opinione della Settimana

Minucci (Ania): Senza modifiche decreto liberalizzazioni, assicuratori pronti a ricorrere all'Ue

«Dopo due anni e mezzo di trattative serrate ce l’abbiamo fatta. Non posso che essere soddisfatto». A parlare è il presidente dell’Ania, Aldo Minucci (nella foto), seduto nel suo ufficio in Via della Frezza, a Roma, all’indomani della firma sul nuovo contratto assicurativo arrivata mercoledì notte. Un confronto intenso, a tratti duro, che coinvolge 47 mila lavoratori del settore, e che è stato seguito fin dall’inizio dal neo presidente dell’associazione, quando dell’Ania era vicepresidente. Sul capitolo rinnovo, almeno per ora, si può scrivere quindi la parola fine, con qualche vittoria per i sindacati e con più di qualche conquista per le compagnie.

Ma le partite spinose per Minucci, arrivato al vertice dell’associazione lo scorso dicembre, sembrano solo all’inizio. Ieri, proprio quando l’intervista rilasciata a MF-Milano Finanza era appena iniziata, è arrivata la notizia che con ogni probabilità non ci sono i tempi tecnici per modificare alla Camera il decreto Liberalizzazioni, già approvato al Senato. Un dossier, quello sulle liberalizzazioni, su cui le assicurazioni si giocano molto. L’unica apertura sarà una risoluzione vincolante che i relatori proporranno al governo.

Ma nel decreto ci sono diversi elementi che le compagnie considerano rischiosi per il settore, e contavano su una modifica in corsa. È vero che ci sono importanti novità positive, secondo le imprese, come la lotta alle frodi e l’abolizione dei risarcimenti di lieve entità in assenza di una documentazione medico legale adeguata. Provvedimenti che promettono di colpire alla radice i famosi «colpi di frusta» che in Italia sono i maggiori indiziati per gli alti costi dei sinistri e di conseguenza delle tariffe. Ma allo stesso tempo nel decreto sono stati introdotti all’ultimo minuto emendamenti che secondo gli assicuratori rischiano di danneggiare il mercato e i clienti. «Norme illegittime, contro le quali le compagnie sono già pronte a fare ricorso davanti agli organi europei», avverte Minucci.

Domanda. Ma andiamo per ordine presidente, partendo dal contratto. L’accordo riguarda la componente economica. Che fine ha fatto la flessibilità che le imprese chiedevano ai dipendenti, come lavorare il venerdì pomeriggio?

Risposta. Come sempre avviene in questi casi l’intesa è il frutto di un compromesso. I sindacati si sono chiusi di fronte al tema della flessibilità, perché i tempi non sembravano ancora maturi. Ma abbiamo aperto fin da subito due commissioni paritetiche, per arrivare preparati al prossimo rinnovo contrattuale. La prima è sugli ammortizzatori sociali e la seconda riguarda appunto la flessibilità. Dal canto nostro, anche le imprese, hanno ottenuto riconoscimenti importanti.

D. Quali?

R. Il primo è di carattere economico. I sindacati hanno compreso che le compagnie, nonostante la solida situazione patrimoniale, stanno attraversando una difficile fase economica. Le richieste iniziali di aumento della retribuzione del 9,38% sono state ridimensionate al 6,57%. Incremento che tra l’altro, andrà a regime solo dal primo luglio 2013. Non solo. Il contratto scadrà a giugno del 2013, sei mesi in più rispetto alla scadenza iniziale che doveva essere a dicembre 2012. E poi sono stati fissati principi importanti.

D. Ovvero?

R. È venuto meno il principio che il recupero dell’inflazione deve essere automatico a ogni rinnovo contrattuale. Per il periodo di vacatio contrattuale dal 2007-2010 è stata per esempio riconosciuta l’una tantum di 650 euro. Ed è stata cancellata la regola secondo la quale, in caso di contratto scaduto, le imprese devono pagare delle anticipazioni in vista dei possibili futuri incrementi che arriveranno con il rinnovo. Insomma, noi siamo andati incontro alle richieste delle imprese anche in attesa di conoscere la riforma del lavoro a cui sta lavorando il governo. E i lavoratori, dal canto loro, hanno capito che la situazione economica finanziaria non è più quella degli scorsi anni. In questo clima più disteso ora si potranno aprire le trattative aziendali.

D. Anche se la questione non è ancora e chiusa. Le assemblee dei sindacati dovranno approvare l’accordo, e si dovrà riunire anche il comitato esecutivo Ania…

R. Certo. Ma credo, per quanto mi riguarda, che la soluzione raggiunta corrisponda al mandato delle compagnie.

D. Torniamo al decreto Liberalizzazioni. Quali sono i rischi se non sarà modificato?

R. Norme come l’obbligo di predeterminare lo sconto in caso di assenza di incidenti, o di rimuovere le differenziazioni territoriali scardinano la logica mutualistica dell’Rc Auto e sono chiaramente illegittime perché sono prescrittive per la determinazione delle tariffe. Ci sarà una pioggia di ricorsi agli organi europei.

Autore: Anna Messia – Milano Finanza (Estratto articolo originale)

Articoli correlati
ANAPA Rete ImpresAgenziaAssociazioni di CategoriaIn EvidenzaOpinione della Settimana

«Nessuno si salva da solo»

Nel corso di «Davos 2021», la kermesse annuale del World Economic Forum tenutasi lo scorso…
Leggi di più
ANAPA Rete ImpresAgenziaIn EvidenzaNewsOpinione della Settimana

Il «dritto»...

Ormai quotidianamente l’IVASS oscura e sanziona siti on-line di Intermediari…
Leggi di più
ANAPA Rete ImpresAgenziaIn EvidenzaNewsOpinione della Settimana

Opportunità e sfide del mercato assicurativo italiano

I grandi cambiamenti che stanno interessando l’Italia e il mondo intero, come ben sappiamo…
Leggi di più
Newsletter
Iscriviti alla nostra Newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità, sugli eventi e sulle iniziative Intermedia Channel.