Il garante chiede chiarimenti su una voce relativa alle riserve tecniche dell’esercizio 2011. L’Autorità potrebbe impugnare il bilancio o dichiararlo «non conforme»
La Consob entra a gamba tesa sul bilancio 2011 di Fonsai. L’autorità di vigilanza, con una lettera inviata ieri alla compagnia, ha chiesto un chiarimento sulle scritture contabili dello scorso esercizio, contestando il modo con cui è stato fotografato l’aumento delle riserve assicurative per 514 milioni richiesto dall’Isvap in seguito ad una sua ispezione. Va subito precisato che la questione non riguarderebbe il saldo finale del bilancio, quanto piuttosto i criteri di rappresentazione che avrebbero violato i principi contabili internazionali Ias n.1 (presentazione del bilancio) n.8 (errori determinanti) e n.4 (contratti assicurativi).
Nell’incrementare i presidi patrimoniali a garanzia degli assicurati per un ammontare superiore a quello richiesto dall’Isvap (810 milioni in tutto) la società si è limitata a registrare la differenza come variazione delle riserve assicurative. Mentre invece – a giudizio della Consob – avrebbe dovuto considerarli come errori, per la parte imputabile all’Isvap (per 514 milioni) e, in conformità al principio Ias n.8 riscrivere il bilancio 2010, cui quegli errori si riferivano. Così facendo il bilancio 2010 rettificato si sarebbe chiuso con una perdita di circa 1,5 miliardi (invece del rosso di circa un miliardo) mentre la perdita riportata nei conti del 2011 (-1034 milioni) sarebbe stato alleggerita dei 514 milioni contestati. Il saldo finale, appunto non cambia ma c’è un “dettaglio”: gli effetti che questa iniziativa potrà avere sull’assemblea di Fonsai convocata per mercoledì prossimo per approvare l’aumento di capitale (da 1,1 miliardi) della compagnia, nonchè sulle banche partecipanti al consorzio di garanzia. E infine anche sul via libera, da parte della Consob, alla pubblicazione del prospetto informativo sulla medesima operazione.
La lettera da 10 giorni di tempo a Fonsai per replicare alle osservazioni, poi si vedrà. La Consob potrebbe impugnare il bilancio o dichiararlo “non conforme” chiedendo alla società di informare il mercato. In realtà, Fonsai aveva già risposto al regulator nell’ultima assemblea ordinaria dello scorso aprile. Alla specifica domanda posta dalla Consob la compagnia aveva spiegato che l’incremento delle riserve era il frutto di una «variazione di una stima non correlata agli esercizi precedenti e non è pertanto, ai sensi di quanto prevede lo Ias 8, la correzione di un errore». Peraltro va anche aggiunto che l’Isvap in passato ha diverse volte richiesto a imprese assicurative di integrare le riserve ma tutto ciò non ha mai fatto scattare il principio contabile degli “errori”, con la necessità di riscrivere il bilancio dell’anno precedente.
Intanto ieri la Borsa ha salutato con significativi rialzi (+3% Fonsai, +3,37 Unipol) il via libera di Antitrust e Isvap al progetto di integrazione Unipol-Fonsai che oggi l’ad di Unipol Carlo Cimbri presenterà agli analisti.
Tra i “paletti” posti dall’Isvap c’è l’impegno a mantenere al 120% il margine di solvibilità del nuovo aggregato fino al 2015 quindi anche nel nuovo scenario di Solvency II che entrerà a decorrere dall’anno precedente. L’impegno non è banale. Come per il resto del mercato i titoli di stato dovranno essere valutati al fair value e lo stesso accadrà, ad esempio, anche per i massicci portafogli di strutturati (6 miliardi) detenuti da Unipol che oggi incorporano potenziali minuslvalenze. Anche sugli immobiliare sono in vista incrementi di capitale regolamentare. Sul fronte opposto, verso un alleggerimento dei requisiti, agiranno invece il piano di cessioni di premi concordato con l’Antitrust (1,7 miliardi), il convertendo sui debiti di Premafin (circa 200 milioni) e la “bonifica” dei rischi corporate effettuata dalle due compagnie. Un fatto però è certo. Nel 2005 la introduzione di nuove regole (sui conglomerati) fece fallire la scalata di Unipol a Bnl. Oggi invece un cambiamento normativo di rilevanza anche maggiore non ha bloccato i piani di crescita del gruppo bolognese.
Autore: Riccardo Sabbatini – Il Sole 24 Ore